Il Fondo Monetario Internazionale è un’organizzazione internazionale pubblica a carattere universale, finalizzata a garantire la stabilità dei 190 Stati partecipanti.
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) è un’organizzazione internazionale pubblica a carattere universale. Questa è partecipata da composta da 190 Paesi e i relativi Governi. Costituisce, insieme al gruppo della Banca Mondiale, una delle organizzazioni internazionali di Bretton Woods. Tale denominazione deriva della località in cui si tenne la famosa conferenza che ne sancì la creazione; è stato formalmente istituito il 27 dicembre 1945, quando i primi 44 stati firmarono l’accordo istitutivo e l’organizzazione nacque nel maggio del 1946 e attualmente gli Stati membri sono 190.
Il Fondo Monetario Internazionale si compone principalmente di tre organi: Consiglio dei Governatori; Comitato Finanziario e Monetario Internazionale; Consiglio di Amministrazione (Executive Board), che gestisce quotidianamente il FMI.
Nell’orizzonte temporale di breve-medio periodo, dunque, l’obiettivo era quello di stabilizzare la macroeconomia mondiale e ripristinare la fiducia dei mercati. Tale obiettivo sarebbe stato perseguito mediante finanziamenti con tassi di interesse simili a quelli di mercato e di natura condizionale.
L’attività in prevalenza svolta dunque è quella di finanziare gli Stati che partecipano al Fondo monetario internazionale. Costituisce uno strumento di controllo dell’inflazione e garante degli scambi commerciali.
Vediamo dunque cosa c’è da sapere sul Fondo monetario internazionale.
Cos’è il Fondo Monetario Internazionale?
Il Fondo Monetario Internazionale è un’organizzazione internazionale pubblica a carattere universale. Questa è partecipata da composta da 190 Paesi e i relativi Governi.
Costituisce, insieme al gruppo della Banca Mondiale, una delle organizzazioni internazionali di Bretton Woods. Tale denominazione deriva della località in cui si tenne la famosa conferenza che ne sancì la creazione; è stato formalmente istituito il 27 dicembre 1945, quando i primi 44 stati firmarono l’accordo istitutivo e l’organizzazione nacque nel maggio del 1946 e attualmente gli Stati membri sono 190.
Il Fondo Monetario Internazionale, anche abbreviato con FMI o IMF in inglese, quindi è stato istituito mediante gli accordi del 1994, ove i partecipanti istituirono un insieme di regole al fine di disciplinare le relazioni commerciali tra gli stati.
Gli Stati partecipanti alla conferenza statunitense erano coinvolti nella ricostruzione dell’Europa e dell’economia mondiale dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il loro obiettivo era evitare il ripetersi delle svalutazioni monetarie che avevano contribuito alla Grande Depressione degli anni ‘30.
L’organizzazione ha sede a Washington, poiché gli Stati Uniti contribuirono maggiormente alla sua creazione, investendo 2.750 milioni di dollari. Durante la stessa conferenza di Bretton Woods venne fondata anche la Banca Mondiale.
L’obiettivo principale che si proponevano i fondatori era quello di evitare il caos monetario a cui avevano assistito negli anni ’30. I paesi infatti assistettero ad una forte svalutazione, che influenzò negativamente l’attività commerciale a livello mondiale. Tale esito, era stato prodotto da errori che avevano fortemente inciso sul benessere generale, ma anche e soprattutto creando artriti che poi sfociarono nella seconda guerra mondiale.
Il fondo monetario internazionale ha la principale funzione di garantire la stabilità del sistema e aiutare i paesi in forte difficoltà, mediante l’erogazione di finanziamenti.
Nascita ed evoluzione del Fondo Monetario Internazionale
Il Fondo Monetario Internazionale è stato introdotto, come affermato nel paragrafo precedente, con lo scambio effettuato nell’ambito degli accordi di Bretton Woods del 1944. Gli accordi nascono dall’esigenza di molti Paesi di far fronte alla grande depressione e all’innalzamento delle barriere commerciali verso alcuni Stati, posti in essere per proteggere l’economia nazionale.
Ovviamente, la principale conseguenza fu la svalutazione delle monete nazionali, con grave pregiudizio per l’economia degli stati membri. Proprio per tale ragione che si decise di correre al riparo cercando di prevenire eventuali ulteriori pregiudizi.
Alla Conferenza parteciparono 45 governi, i quali si riunirono si incontrarono nel Mount Washington Hotel nella zona di Bretton Woods, New Hampshire, negli Stati Uniti d’America.
L’intento era quello di avviare una cooperazione economica internazionale, al fine di ricostruire i commerci internazionali, fortemente compromessi dalla Seconda Guerra Mondiale.
All’Accordo si giunse dopo un lungo dibattito che vide contrapposti due orientamenti.
Gli orientamenti degli economisti
- Il dibattito che ha dato origine al Fondo monetario internazionale, ha visto contrapposti due schieramenti.
- Da un lato il Regno Unito, con l’economista John Maynard Keynes che aspirava alla costituzione di un fondo di cooperazione al quale gli stati membri potevano accedere per mantenere attive le proprie economie e l’impiego durante le crisi periodiche.
La visione di Keynes era quella di creare un “sistema di compensazione multilaterale”, basato su una “moneta universale” (il bancor). Questa sarebbe stata definita in termini di oro, fungendo da garanzia sugli squilibri finanziari. Attraverso a un conto all’interno di una International Clearing Bank, ogni nazione avrebbe avuto la possibilità di saldare i debiti contratti in valuta, facendo riferimento alle parità precedentemente stabilite rispetto al bancor.
Questo punto di vista era suggerito dall’azione che aveva intrapreso il governo degli Stati Uniti d’America durante il New Deal in risposta alla grande recessione del 1930.
Diversa era invece la posizione dello statunitense Harry Dexter White. Questo, infatti, aveva in mente un Fondo monetario che operasse alla stregua di una banca. In tal modo, gli Stati sarebbero stati finanziati mediante investimenti, che sarebbero poi stati restituiti.
Il progetto di White intendeva fronteggiare tre problemi principali:
- prevenire il collasso del sistema creditizio e valutario,
- assicurare la restaurazione del commercio internazionale disgregato dal conflitto mondiale
- far fronte all’enorme bisogno di capitali per la ripresa economica mondiale.
Per giungere a realizzare questi tre obiettivi era indispensabile garantire un’unità monetaria.
All’esito della conferenza si giunse poi al seguente accordo. Si affermò che il dollaro era l’unica valuta convertibile in oro in base al cambio di 35 dollari contro un’oncia del metallo prezioso. Il dollaro poi venne poi eletto valuta di riferimento per gli scambi.
Alle altre valute erano consentite solo oscillazioni limitate in un regime di cambi fissi a parità centrale.
Gli effetti della guerra in Vietnam
Il Fondo monetario internazionale ha subito dei cambiamenti a seguito della Guerra in Vietnam. Tale evento ha infatti destabilizzato gli equilibri raggiunti.
Il 15 agosto 1971, a Camp David, Richard Nixon, sospese la convertibilità del dollaro in oro, in quanto, con le crescenti richieste di conversione in oro le riserve americane si stavano sempre più assottigliando. Il dicembre del 1971 segnò l’abbandono degli accordi di Bretton Woods da parte dei membri del G10
Con il venir meno degli accordi, i rapporti mutarono profondamente e anche il rapporto del Fondo. Infatti, questo ha visto di fatto cambiare il proprio ruolo di sorveglianza.
Principalmente il Fondo ha assunto un ruolo fondamentale nell’ambito delle politiche macroeconomiche interne perseguite dai membri e sugli elementi strutturali dei loro mercati. L’obiettivo perseguito, infatti, era quello di finanziare gli squilibri della bilancia dei pagamenti dei Paesi in via di sviluppo.
Il FMI si trovava quindi investito del compito effettuare prestiti vincolati al rispetto di specifiche condizioni e a piani di rigorosa stabilizzazione macroeconomica.
La struttura del Fondo Monetario Internazionale
Il Fondo Monetario Internazionale si compone principalmente di tre organi:
- Consiglio dei Governatori (Board of Governors), che si sostanzia in un’assemblea degli azionisti, è il principale organo decisionale, un rappresentante per ogni stato: Ministro finanze o governatore banca centrale.
- Comitato Finanziario e Monetario Internazionale, che opera come organo consultivo (24 membri nominati dal Board of
Governors) - Consiglio di Amministrazione (Executive Board), che gestisce quotidianamente il FMI.
Che cosa fa il Fondo Monetario Internazionale?
La funzione prevalente attribuita fin dalla sua origine è quello di evitare fallimenti. Nell’articolo 1 dell’Accordo Istitutivo gli scopi dell’FMI sono stati definiti gli obiettivi principali:
promuovere la cooperazione monetaria internazionale;
facilitare l’espansione del commercio internazionale;
promuovere la stabilità e l’ordine dei rapporti di cambio evitando svalutazioni competitive;
dare fiducia agli Stati membri rendendo disponibili, con adeguate garanzie, le risorse generali del Fondo per affrontare difficoltà della bilancia dei pagamenti;
in relazione ai fini di cui sopra abbreviare la durata e ridurre il grado di squilibrio delle bilance dei pagamenti degli Stati membri evitando che questi ultimi ricorrano a misure di svalutazione della propria economia.
Nell’Orizzonte temporale di breve-medio periodo, dunque, l’obiettivo era quello di stabilizzare la macroeconomia mondiale e ripristinare la fiducia dei mercati. Tale obiettivo sarebbe stato perseguito mediante finanziamenti con tassi di interesse simili a quelli di mercato e di natura condizionale.
Il Fondo Monetario Internazionale persegue la sua missione principale in tre modi:
- tenendo traccia dell’economia globale e delle economie dei suoi diversi Stati membri,
- prestando denaro ai Paesi con difficoltà e dando aiuti pratici ai suoi membri;
- individua i possibili rischi alla stabilità e suggerisce agli Stati che ne hanno bisogno le possibili modifiche politiche da adottare.
Come si finanzia il Fondo Monetario Internazionale?
In base allo Statuto dell’Fondo monetario Internazionale, sono quattro le fonti di finanziamento:
- quote, versate da ciascuno stato al momento dell’adesione al Fondo per il 75% in valuta nazionale e per il 25% in diritti speciali di prelievo (special drawing rights);
- accordi di prestito, che il Fondo può concludere con gli stati membri per fornire assistenza finanziaria in base all’art. 7 dello statuto;
- vendita delle disponibilità di oro, terzo detentore dopo Stati Uniti d’America e Germania;
- tassi di interesse sui prestiti, utilizzati per le spese operative come gli stipendi del personale.
Le quote pagate dai Paesi membri sono la fonte principale delle risorse finanziarie dell’FMI. La quota di ciascun stato membro riflette le dimensioni di Paese e la sua posizione tra le economie mondiali. Il Fondo produce regolarmente revisioni generali delle quote.
Il sistema di voto e i Diritti Speciali di Prelievo
Nonostante siano previste diverse maggioranze, nel Consiglio di Amministrazione non si ricorre quasi mai al voto ma si decide per consenso. I diritti di voto in seno al Consiglio sono proporzionali al numero delle quote sottoscritte da ciascun Paese, calcolate sulla base di particolari indici determinati in ragione di alcuni fattori economici, fra cui PIL, transazioni di conto corrente e riserve ufficiali.
Le quote di partecipazione al FMI (ordinariamente soggette a revisione ogni cinque anni) sono espresse in Diritti Speciali di Prelievo – DSP (Special Drawing Rights, SDR), ovvero nell’unità di conto del FMI (determinata secondo un paniere ponderato di cinque valute: dollaro USA, Euro, Yen, Sterlina, Renminbi).
L’FMI conduce regolarmente revisioni generali delle quote. La 14a revisione, che si è conclusa nel 2010 ed è entrata in vigore nel 2016, ha raddoppiato le risorse delle quote portandole a 477 miliardi di DSP (circa 687 miliardi di dollari). La quindicesima revisione si è conclusa nel 2020 senza alcun aumento della quota.
La quota dell’Italia è pari a 15,07 miliardi di DSP, pari al 3,21% del totale (che da diritto a 152.158 voti, ovvero al 3,02% del totale).
Nei primi mesi del 2021 è stata avviata una discussione su una possibile nuova assegnazione generale di Diritti Speciali di Prelievo di 650 miliardi di dollari, per soddisfare il bisogno globale a lungo termine di integrare le attività di riserva.
Paesi membri
I Paesi membri dell’ONU che non fanno parte del FMI sono Cuba (ex membro fondatore), Liechtenstein, Monaco e Corea del Nord.