Saldo IMU 2024 con versamento al 16 dicembre

Il 16 dicembre 2024 scade il termine per...

Che cos’è l’interpello disapplicativo?

L'art. 11 co. 2 della Legge n. 212/00 consente...

Avvisi bonari nel cassetto fiscale: le istruzioni

Con il Provvedimento n. 419815 del 19 novembre l'Agenzia...

Conto cointestato: come funziona?

Fisco NazionaleConto cointestato: come funziona?

Un conto corrente cointestato fa si che due o più persone ne siano titolari e possano usarlo in comune.


Un conto corrente cointestato rappresenta una soluzione finanziaria condivisa che permette a due o più individui di gestire in maniera congiunta le loro risorse finanziarie. In questa configurazione, ciascun cointestatario possiede il diritto di operare sul conto, rendendolo uno strumento particolarmente utile per coppie, famiglie o partner commerciali che necessitano di una gestione comune delle proprie finanze.

Questo tipo di conto offre numerosi vantaggi, come la facilità di accesso ai fondi da parte di tutti i cointestatari e una maggiore semplicità nella gestione delle spese condivise. Tuttavia, è fondamentale considerare anche gli aspetti legali e fiscali correlati, nonché le responsabilità congiunte che ne derivano. La scelta di aprire un conto corrente cointestato non deve essere presa alla leggera e richiede un’attenta valutazione delle implicazioni che comporta.

Attraverso questo articolo, esploreremo in dettaglio le caratteristiche, i benefici e le potenziali sfide associate ai conti correnti cointestati, fornendo così un quadro chiaro e approfondito che possa aiutare i lettori a prendere decisioni informate.

Conto cointestato: cos’è e come funziona

Il conto cointestato comporta che nello stesso conto corrente possano intervenire più soggetti, tramite un accordo con la banca. Nel momento in cui si decide di aprire un conto cointestato, è necessario che entrambe le persone coinvolte presentino i propri dati e informazioni personali alla banca, e depositino le proprie firme.

Il conto cointestato non è di un’unica tipologia, ma può differenziarsi in:

  • Conto corrente cointestato a firma congiunta: in questo caso è possibile svolgere diversi tipi di operazioni solamente se c’è il consenso dichiarato di entrambi gli intestatari;
  • Conto corrente cointestato a firma disgiunta: questa modalità permette agli intestatari di compiere le operazioni indipendentemente, ovvero senza il consenso esplicito dell’altro.

Premesso che è possibile in qualsiasi momento passare da una tipologia all’altra, in ogni caso è necessario valutare attentamente quale tipologia di conto aprire nel caso di conto cointestato. Questa forma di conto corrente è particolarmente utilizzata in famiglia, soprattutto tra due coniugi, per depositare le somme derivate dal lavoro in un unico luogo.

Ogni banca propone conti correnti secondo le proprie modalità e regole, inclusi i conti correnti cointestati. Al pari di un conto corrente aperto in banca, è possibile che un conto venga cointestato anche quando si opta per un conto postale, secondo lo specifico servizio erogato.

Cointestato e divorzio

Quando un conto cointestato viene aperto da due coniugi, bisogna tenere presenti alcune eventualità che possono accadere, anche spiacevoli. Per esempio nel caso di divorzio, di chi sono le somme contenute nel conto corrente? La questione è ancora fonte di dibattito: solitamente si propone la divisione al 50% del conto, tuttavia esiste la possibilità che solamente uno dei due coniugi avesse versato denaro.

In questo caso è possibile che le somme vengano divise in modo diverso, e in base all’accordo tra i due soggetti, può scaturire la necessità del versamento di un assegno di mantenimento.

Caratteristiche del conto cointestato

  • Titolarità: Tutti i cointestatari hanno la piena titolarità del conto e possono:
    • Effettuare versamenti e prelievi
    • Disporre pagamenti
    • Ricevere bonifici
    • Accedere a carte di debito e/o credito
    • Gestire il conto online
  • Firma: Al momento dell’apertura del conto, si decide se impostare la firma congiunta o disgiunta:
    • Firma congiunta: tutte le operazioni richiedono la firma di tutti i cointestatari.
    • Firma disgiunta: ogni cointestatario può operare autonomamente sul conto.
  • Proprietà del denaro: In caso di firma congiunta, la proprietà del denaro sul conto è presunta al 50% per ciascun cointestatario. In caso di firma disgiunta, la proprietà può essere diversa e va specificata all’apertura del conto.

Vantaggi e svantaggi

Chi può aprire un conto cointestato?

Un conto corrente cointestato può essere aperto da due o più individui che desiderano condividere la titolarità e la gestione di un unico conto bancario. Questa forma di conto è comune tra coniugi, partner, familiari stretti o soci in affari. Ogni titolare ha il diritto di accedere al conto e di effettuare operazioni bancarie, sebbene le condizioni specifiche possano variare a seconda dell’accordo tra le parti e delle politiche della banca.

La flessibilità del conto cointestato lo rende una scelta pratica per la gestione congiunta delle finanze, come la spesa domestica comune o gli investimenti condivisi. Tuttavia, è importante notare che ciascun titolare è anche legalmente responsabile delle attività sul conto, inclusi eventuali debiti o scoperti. Pertanto, la scelta di aprire un conto cointestato richiede fiducia reciproca e una chiara comprensione delle responsabilità condivise tra i titolari.

Conto cointestato in caso di successione

In caso di decesso di un cointestatario di un conto corrente cointestato, le procedure e le conseguenze riguardano i seguenti passaggi chiave:

  1. Notifica alla banca: È fondamentale notificare la banca del decesso del cointestatario il prima possibile. La banca potrebbe richiedere una copia del certificato di morte;
  2. Accesso al conto: il conto a firma congiunta resta “congelato, in attesa di individuare i suoi eredi legittimi e concludere le pratiche successorie. Dopodiché, il conto deve essere chiuso e gli eredi potranno decidere se aprire un nuovo conto corrente. Se il conto corrente cointestato è a firma disgiunta, invece, l’individuazione degli eredi blocca solo la quota intestata al cointestatario deceduto. Gli altri cointestatari possono operare, concluse le pratiche successorie occorrerà estinguere il rapporto cointestato con il deceduto;
  3. Dichiarazione di successione: gli eredi sono chiamati a verificare se è necessaria o meno la presentazione della dichiarazione di successione. Questa deve essere presentata entro un anno dal decesso del cointestatario, ed è necessaria (la ricevuta di trasmissione telematica), per lo sblocco del conto. Tuttavia, occorre tenere presenti i due regimi di gestione del conto:
    • Conto corrente cointestato con clausola di accrescimento: alla morte di uno dei cointestatari, la totalità del saldo e degli strumenti finanziari associati al conto (come azioni, obbligazioni, fondi comuni etc) si trasferisce automaticamente al cointestatario superstite. Il cointestatario sopravvissuto diventa l’unico proprietario di tutti i beni presenti sul conto, senza che questi entrino a far parte dell’asse ereditario del defunto;
    • Conto corrente cointestato senza clausola di accrescimento: alla morte di uno dei cointestatari, la sua quota del conto (di solito il 50%, a meno che non sia specificato diversamente) entra a far parte del suo patrimonio ereditario e viene distribuita secondo il testamento o le leggi sulla successione. Il cointestatario superstite mantiene la proprietà della sua quota.

Esonero dalla dichiarazione di successione

La dichiarazione di successione non deve essere presentata se il soggetto deceduto ha un patrimonio ereditario complessivo non eccedente i 100.000 euro (salva la presenza di beni immobili o diritti reali insistenti su beni immobili).

Per approfondire: “Esonero dall’imposta di successione“.

Conto cointestato e ISEE: cosa bisogna dichiarare

Nel contesto dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) la dichiarazione dei conti correnti cointestati assume una particolare rilevanza. Infatti, tutti i conti correnti, inclusi quelli cointestati, devono essere inclusi nella dichiarazione patrimoniale ai fini dell’ISEE. Ciò significa che il saldo del conto alla data di riferimento deve essere indicato nella dichiarazione.

Per i conti cointestati, è necessario dichiarare solo la quota parte di competenza del dichiarante. Ad esempio, se il conto è cointestato tra due persone, in genere si presume che ciascuna abbia diritto alla metà del saldo, salvo diversi accordi documentabili. Se esiste un accordo tra i cointestatari che attribuisce una percentuale di proprietà diversa dal 50%, questo accordo dovrebbe essere documentato e presentato, se richiesto, per giustificare una diversa ripartizione nella dichiarazione ISEE.

Conto cointestato a rischio controlli del fisco

I controlli del fisco sui conti correnti cointestati in Italia rientrano nell’ambito delle attività di verifica e controllo della situazione fiscale dei contribuenti. Ecco alcuni aspetti chiave:

  1. Motivi dei controlli: Il fisco può esaminare i conti correnti cointestati per vari motivi, tra cui la prevenzione e l’individuazione di evasione fiscale, riciclaggio di denaro, o altre attività illegali. Inoltre, i controlli possono essere finalizzati a verificare la coerenza tra i redditi dichiarati e le movimentazioni bancarie;
  2. Accesso ai dati bancari: Le autorità fiscali hanno il diritto di accedere ai dati bancari dei contribuenti, inclusi i conti cointestati, in determinate circostanze. Questo accesso è regolato da normative specifiche che mirano a bilanciare la necessità di controllo fiscale con il diritto alla privacy dei cittadini;
  3. Analisi delle movimentazioni: Durante un controllo, il fisco può analizzare le movimentazioni del conto, come versamenti e prelievi significativi, per identificare eventuali anomalie o discrepanze con quanto dichiarato ai fini fiscali.
  4. Ripartizione della titolarità: Nei conti cointestati, il fisco può indagare sulla reale titolarità dei fondi. Se, per esempio, un cointestatario non dichiara redditi o possiede redditi bassi ma movimenta ingenti somme attraverso il conto cointestato, questo potrebbe sollevare dei sospetti;
  5. Presunzione di cointestazione al 50%: A meno che non venga dimostrato diversamente, si presume generalmente che ogni cointestatario detenga il 50% del conto. Tuttavia, il fisco può indagare su questa presunzione se sospetta che non rifletta la realtà della titolarità dei fondi;
  6. Implicazioni per l’ISEE e altre Dichiarazioni: Le informazioni sui conti cointestati possono avere implicazioni per la dichiarazione ISEE e altre dichiarazioni fiscali, quindi il fisco può controllare la coerenza tra queste dichiarazioni e i dati bancari;
  7. Comunicazione di Operazioni Sospette: Le banche sono tenute a segnalare al fisco operazioni sospette o anomale, che possono poi essere oggetto di ulteriori indagini.
  8. Diritto alla difesa: I contribuenti hanno il diritto di difendersi e di fornire spiegazioni o documentazione in caso di controllo fiscale.

Consigli

  • Se hai un conto corrente cointestato, è importante essere consapevoli dei potenziali controlli del fisco.
  • È consigliabile mantenere una gestione ordinata del conto e conservare la documentazione relativa alle movimentazioni.
  • In caso di dubbi, è opportuno rivolgersi a un commercialista o ad un altro professionista esperto in materia fiscale.

Conclusioni

Il conto corrente cointestato rappresenta una soluzione efficace e pratica per la gestione congiunta delle finanze, sia in ambito familiare che professionale. Offre numerosi vantaggi, come la facilità di accesso ai fondi da parte di tutti i titolari e la semplicità nella gestione delle spese comuni. Tuttavia, è importante considerare attentamente le implicazioni legali e fiscali prima di aprire un conto cointestato. Ogni titolare deve essere consapevole delle proprie responsabilità e diritti, così come delle potenziali complicazioni in caso di decesso di un cointestatario o di controlli fiscali. Una comprensione chiara delle normative vigenti e, se necessario, la consulenza di un esperto, possono aiutare a navigare in questo ambito con maggiore sicurezza e consapevolezza.

Domande frequenti

Chi può aprire un conto cointestato?

Qualsiasi coppia di individui o più persone, come coniugi, partner, familiari o soci in affari, possono aprire un conto cointestato.

Come si gestisce la titolarità in caso di decesso di un cointestatario?

In caso di decesso, la parte del defunto nel conto può passare ai cointestatari superstiti o entrare a far parte dell’eredità, a seconda del tipo di cointestazione.

Quali sono le implicazioni fiscali di un conto cointestato?

I cointestatari devono dichiarare la propria quota del conto nei documenti fiscali come l’ISEE. Inoltre, il conto può essere soggetto a controlli fiscali per assicurare la correttezza delle dichiarazioni.

È possibile modificare i cointestatari di un conto?

Sì, è possibile aggiungere o rimuovere cointestatari, ma ciò richiede l’accordo di tutti i titolari attuali e potrebbe necessitare la modifica del contratto con la banca.

Come viene divisa la titolarità dei fondi in un conto cointestato?

Normalmente, si presume una divisione equa (50/50) tra i cointestatari, a meno che non sia stabilito diversamente da un accordo specifico.

Modulo di contatto

    Ho letto l’informativa Privacy e autorizzo il trattamento dei miei dati personali per le finalità ivi indicate.

    I più letti della settimana

    Abbonati a Fiscomania

    Oltre 500, tra studi e professionisti, hanno scelto di abbonarsi a Fiscomania per non perdere i contenuti riservati e beneficiare dei vantaggi.
    Abbonati anche tu a Fiscomania.com oppure
    Accedi con il tuo account.
    I nostri tools

    Importante

    Fiscomania.com ha raccolto, con ragionevole cura, le informazioni contenute nel sito. Il materiale offerto (coperto da leggi sul copyright) è destinato ai lettori, solo a scopo informativo. Non può in nessun caso sostituire una adeguata consulenza o parere professionale che resta indispensabile. Il portale non accetta alcuna responsabilità in relazione all’utilizzo di tale pubblicazioni senza la collaborazione dei suoi professionisti. Si prega di leggere Termini e condizioni e informativa sulla privacy.

     

    Elisa Migliorini
    Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
    Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
    Leggi anche

    Patti parasociali: cosa sono? come funzionano?

    I patti parasociali sono strumenti giuridici fondamentali nel mondo degli affari, capaci di influenzare significativamente la gestione delle società....

    Procedura amichevole MAP sulla doppia imposizione

    La procedura amichevole MAP (“Mutual Agreement Procedure”) rappresenta una delle principali soluzioni per risolvere le controversie fiscali internazionali, specialmente...

    Che cos’è la remissione in bonis?

    La remissione in bonis è una forma particolare di ravvedimento operoso, introdotta con l'art.2, comma 1, D.L. n. 16/12. Lo scopo è...

    Fattura in reverse charge: esempio, fac simile e bollo

    Il regime IVA del reverse charge è applicato in diverse attività economiche. Si va dall'edilizia, con l'inversione contabile nel...

    Credito estero parametrato al reddito imponibile: le casistiche

    L'applicazione concreta in dichiarazione dei redditi del credito per imposte pagate all'estero presenta sempre diversi profili di criticità. Una...

    Ruling preventivo per le imprese con attività internazionale

    Nel contesto economico odierno, le imprese con attività internazionali affrontano sfide fiscali complesse. Il ruling internazionale emerge come uno...