Conto cointestato: come funziona?

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Un conto corrente cointestato fa si che due o più persone ne siano titolari e possano usarlo in comune.


Un conto corrente cointestato rappresenta una soluzione finanziaria condivisa che permette a due o più individui di gestire in maniera congiunta le loro risorse finanziarie. In questa configurazione, ciascun cointestatario possiede il diritto di operare sul conto, rendendolo uno strumento particolarmente utile per coppie, famiglie o partner commerciali che necessitano di una gestione comune delle proprie finanze.

Questo tipo di conto offre numerosi vantaggi, come la facilità di accesso ai fondi da parte di tutti i cointestatari e una maggiore semplicità nella gestione delle spese condivise. Tuttavia, è fondamentale considerare anche gli aspetti legali e fiscali correlati, nonché le responsabilità congiunte che ne derivano. La scelta di aprire un conto corrente cointestato non deve essere presa alla leggera e richiede un’attenta valutazione delle implicazioni che comporta.

Attraverso questo articolo, esploreremo in dettaglio le caratteristiche, i benefici e le potenziali sfide associate ai conti correnti cointestati, fornendo così un quadro chiaro e approfondito che possa aiutare i lettori a prendere decisioni informate.

Conto cointestato: cos’è e come funziona

Il conto cointestato comporta che nello stesso conto corrente possano intervenire più soggetti, tramite un accordo con la banca. Nel momento in cui si decide di aprire questo tipo di conto corrente, è necessario che tutte le persone coinvolte presentino i propri dati e informazioni personali alla banca, e depositino le proprie firme.

Il conto cointestato non è di un’unica tipologia, ma può differenziarsi in:

  • Conto a firma congiunta: in questo caso è possibile svolgere diversi tipi di operazioni solamente se c’è il consenso dichiarato di tutti gli intestatari;
  • Conto a firma disgiunta: questa modalità permette agli intestatari di compiere le operazioni indipendentemente, ovvero senza il consenso esplicito dell’altro. Offre maggiore flessibilità, ma anche un minore controllo sui fondi depositati.

Premesso che è possibile in qualsiasi momento passare da una tipologia all’altra, in ogni caso è necessario valutare attentamente quale tipologia di conto aprire in relazione alle necessità proprie e degli altri cointestatari. Questa forma di conto corrente è particolarmente utilizzata in famiglia, soprattutto tra due coniugi, per depositare le somme derivate dal lavoro in un unico luogo. Per la scelta può essere di aiuto valutare la propria situazione con il proprio legale, il proprio commercialista, ma anche attraverso i consigli dei funzionari dell’istituto bancario.

Deve essere tenuto presente, che ogni banca propone conti correnti secondo le proprie modalità e regole, inclusi i conti correnti cointestati. Al pari di un conto corrente aperto in banca, è possibile che un conto venga intestato a più soggetti anche quando si opta per un conto postale, secondo lo specifico servizio erogato.

Co-intestazione tra coniugi e divorzio

Quando un conto corrente bancario viene aperto da due coniugi, bisogna tenere presenti alcune eventualità che possono accadere, anche spiacevoli. Per esempio nel caso di divorzio, di chi sono le somme contenute nel conto corrente? La questione è ancora fonte di dibattito: solitamente si propone la divisione al 50% del conto, tuttavia esiste la possibilità che solamente uno dei due coniugi avesse versato denaro.

In questo caso è possibile che le somme vengano divise in modo diverso, e in base all’accordo tra i due soggetti, può scaturire la necessità del versamento di un assegno di mantenimento.

Caratteristiche

Questa tipologia di conto corrente presenta delle caratteristiche peculiari che possiamo schematizzare nel modo seguente:

  • Titolarità: Tutti i cointestatari hanno la piena titolarità del conto e possono:
    • Effettuare versamenti e prelievi;
    • Disporre pagamenti;
    • Ricevere bonifici;
    • Accedere a carte di debito e/o credito;
    • Gestire il conto online;
  • Firma: Al momento dell’apertura del conto, si decide se impostare la firma congiunta o disgiunta:
    • Firma congiunta: tutte le operazioni richiedono la firma di tutti i cointestatari;
    • Firma disgiunta: ogni cointestatario può operare autonomamente sul conto;
  • Proprietà del denaro: In caso di firma congiunta, la proprietà del denaro sul conto è presunta al 50% per ciascun cointestatario. In caso di firma disgiunta, la proprietà può essere diversa e va specificata all’apertura del conto.

Vantaggi e svantaggi

VantaggiSvantaggi
Gestione condivisa: utile per coppie, famiglie, soci d’affariResponsabilità solidale: tutti i cointestatari sono responsabili per le eventuali pendenze del conto
Maggiore flessibilità: possibilità di delegare la gestione del conto ad altri cointestatariMancanza di privacy: tutti i cointestatari hanno accesso a tutte le informazioni del conto
Migliore accesso al credito: in alcuni casi, la cointestazione può facilitare l’ottenimento di un prestitoPossibili disaccordi: la gestione del conto può richiedere un buon livello di comunicazione e collaborazione tra i cointestatari

Soggetti che possono aprire il conto

Un conto corrente cointestato può essere aperto da due o più individui che desiderano condividere la titolarità e la gestione di un unico conto bancario. Questa forma di conto è comune tra coniugi, partner, familiari stretti o soci in affari. Ogni titolare ha il diritto di accedere al conto e di effettuare operazioni bancarie, sebbene le condizioni specifiche possano variare a seconda dell’accordo tra le parti e delle politiche della banca.

La flessibilità di questo conto corrente lo rende una scelta pratica per la gestione congiunta delle finanze, come la spesa domestica comune o gli investimenti condivisi. Tuttavia, è importante notare che ciascun titolare è anche legalmente responsabile delle attività sul conto, inclusi eventuali debiti o scoperti. Pertanto, la scelta di aprire questa particolare tipologia di conto richiede fiducia reciproca e una chiara comprensione delle responsabilità condivise tra i titolari.

Esempi di cointestatari

Un conto corrente può essere aperto da due o più persone, sia fisiche che giuridiche, senza necessità di vincoli di parentela o legami di coppia. Ecco alcuni esempi pratici:

  • Genitori e figli maggiorenni: Utile per gestire spese universitarie o per aiutare i figli a gestire i propri risparmi;
  • Marito e moglie: Ideale per gestire le spese familiari, come bollette e tasse, in modo condiviso;
  • Conviventi: Anche se non sposati, possono condividere un conto per gestire le spese domestiche;
  • Soci di un’azienda: In caso di piccole imprese, i soci possono condividere un conto per gestire le finanze aziendali;
  • Amici o coinquilini: Possono aprire un conto per gestire le spese condominiali o di affitto.

Documenti necessari

La documentazione necessaria, in generale, può variare da un istituto bancario all’altro. Tuttavia, possiamo individuare alcuni documenti che vengono sempre richiesti. Si tratta dei seguenti:

  1. Carta di identità: È il primo documento necessario per l’apertura del conto. Deve essere in corso di validità e può essere presentata sia in formato cartaceo che digitale, a seconda delle esigenze della banca;
  2. Codice fiscale: È obbligatorio per l’apertura di qualsiasi tipo di conto corrente. Può essere presentato in formato cartaceo o digitale, a seconda delle procedure della banca;
  3. Firma originale di tutti i cointestatari: Ogni titolare del conto deve depositare la propria firma originale presso la banca. Questo è un passaggio cruciale per confermare l’intestazione del conto;
  4. Altri documenti (facoltativi): Alcune banche potrebbero richiedere ulteriori documenti come la tessera sanitaria, il certificato di residenza, o copia della busta paga, specialmente per verificare l’identità o l’indirizzo del cliente.

La procedura di apertura può avvenire sia presso una filiale fisica che online, a seconda delle opzioni offerte dalla banca. In entrambi i casi, i documenti richiesti devono essere forniti in formato appropriato (cartaceo o digitale). Inoltre, deve essere tenuto in considerazione che non esiste un limite massimo al numero di persone che possono essere titolari di un conto corrente cointestato.

Conto cointestato in caso di successione

In caso di decesso di un cointestatario di un conto corrente cointestato, le procedure e le conseguenze riguardano i seguenti passaggi chiave:

  1. Notifica alla banca: È fondamentale notificare la banca del decesso del cointestatario il prima possibile. La banca potrebbe richiedere una copia del certificato di morte;
  2. Accesso al conto: il conto a firma congiunta resta “congelato, in attesa di individuare i suoi eredi legittimi e concludere le pratiche successorie. Dopodiché, il conto deve essere chiuso e gli eredi potranno decidere se aprire un nuovo conto corrente. Se il conto corrente è a firma disgiunta, invece, l’individuazione degli eredi blocca solo la quota intestata al cointestatario deceduto. Gli altri cointestatari possono operare, concluse le pratiche successorie occorrerà estinguere il rapporto bancario con il deceduto;
  3. Dichiarazione di successione: gli eredi sono chiamati a verificare se è necessaria o meno la presentazione della dichiarazione di successione. Questa deve essere presentata entro un anno dal decesso del cointestatario, ed è necessaria (la ricevuta di trasmissione telematica), per lo sblocco del conto. Tuttavia, occorre tenere presenti i due regimi di gestione del conto:
    • Conto corrente con clausola di accrescimento: alla morte di uno dei cointestatari, la totalità del saldo e degli strumenti finanziari associati al conto (come azioni, obbligazioni, fondi comuni etc) si trasferisce automaticamente al cointestatario superstite. Il cointestatario sopravvissuto diventa l’unico proprietario di tutti i beni presenti sul conto, senza che questi entrino a far parte dell’asse ereditario del defunto;
    • Conto corrente senza clausola di accrescimento: alla morte di uno dei cointestatari, la sua quota del conto (di solito il 50%, a meno che non sia specificato diversamente) entra a far parte del suo patrimonio ereditario e viene distribuita secondo il testamento o le leggi sulla successione. Il cointestatario superstite mantiene la proprietà della sua quota.

Esonero dalla dichiarazione di successione

La dichiarazione di successione non deve essere presentata se il soggetto deceduto ha un patrimonio ereditario complessivo non eccedente i 100.000 euro (salva la presenza di beni immobili o diritti reali insistenti su beni immobili).

Per approfondire: Esonero dall’imposta di successione.

Conto cointestato e ISEE: cosa bisogna dichiarare

Nel contesto dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) la dichiarazione dei conti correnti cointestati assume una particolare rilevanza. Infatti, tutti i conti correnti, inclusi quelli cointestati, devono essere inclusi nella dichiarazione patrimoniale ai fini dell’ISEE. Ciò significa che il saldo del conto alla data di riferimento deve essere indicato nella dichiarazione.

Per i conti cointestati, è necessario dichiarare solo la quota parte di competenza del dichiarante. Ad esempio, se il conto è cointestato tra due persone, in genere si presume che ciascuna abbia diritto alla metà del saldo, salvo diversi accordi documentabili. Se esiste un accordo tra i cointestatari che attribuisce una percentuale di proprietà diversa dal 50%, questo accordo dovrebbe essere documentato e presentato, se richiesto, per giustificare una diversa ripartizione nella dichiarazione ISEE.

Esempio:
Se hai un conto corrente che è intestato anche ad un’altra persona e la giacenza media è di 10.000 euro, devi dichiarare 5.000 euro nella tua DSU.

Rischi e controlli del fisco

I controlli del fisco sui conti correnti cointestati in Italia rientrano nell’ambito delle attività di verifica e controllo della situazione fiscale dei contribuenti. Ecco alcuni aspetti chiave:

  1. Motivi dei controlli: Il fisco può esaminare i conti correnti cointestati per vari motivi, tra cui la prevenzione e l’individuazione di evasione fiscale, riciclaggio di denaro, o altre attività illegali. Inoltre, i controlli possono essere finalizzati a verificare la coerenza tra i redditi dichiarati e le movimentazioni bancarie;
  2. Accesso ai dati bancari: Le autorità fiscali hanno il diritto di accedere ai dati bancari dei contribuenti, inclusi i conti cointestati, in determinate circostanze. Questo accesso è regolato da normative specifiche che mirano a bilanciare la necessità di controllo fiscale con il diritto alla privacy dei cittadini;
  3. Analisi delle movimentazioni: Durante un controllo, il fisco può analizzare le movimentazioni del conto, come versamenti e prelievi significativi, per identificare eventuali anomalie o discrepanze con quanto dichiarato ai fini fiscali.
  4. Ripartizione della titolarità: Nei conti cointestati, il fisco può indagare sulla reale titolarità dei fondi. Se, per esempio, un cointestatario non dichiara redditi o possiede redditi bassi ma movimenta ingenti somme attraverso il conto, questo potrebbe sollevare dei sospetti;
  5. Presunzione di cointestazione al 50%: A meno che non venga dimostrato diversamente, si presume generalmente che ogni cointestatario detenga il 50% del conto. Tuttavia, il fisco può indagare su questa presunzione se sospetta che non rifletta la realtà della titolarità dei fondi;
  6. Implicazioni per l’ISEE e altre Dichiarazioni: Le informazioni sui conti cointestati possono avere implicazioni per la dichiarazione ISEE e altre dichiarazioni fiscali, quindi il fisco può controllare la coerenza tra queste dichiarazioni e i dati bancari;
  7. Comunicazione di Operazioni Sospette: Le banche sono tenute a segnalare al fisco operazioni sospette o anomale, che possono poi essere oggetto di ulteriori indagini.
  8. Diritto alla difesa: I contribuenti hanno il diritto di difendersi e di fornire spiegazioni o documentazione in caso di controllo fiscale.

Consigli

Se hai un conto corrente cointestato, è importante essere consapevoli dei potenziali controlli del fisco. Pertanto è consigliabile mantenere una gestione ordinata del conto e conservare la documentazione relativa alle movimentazioni (es. estratti conto bancari). Molto spesso è sufficiente la documentazione degli ultimi 5 anni. In caso di dubbi, è opportuno rivolgersi a un commercialista o ad un altro professionista esperto in materia legale.

Consulenza fiscale online

Il conto corrente cointestato rappresenta una soluzione efficace e pratica per la gestione congiunta delle finanze, sia in ambito familiare che professionale. Offre numerosi vantaggi, come la facilità di accesso ai fondi da parte di tutti i titolari e la semplicità nella gestione delle spese comuni. Tuttavia, è importante considerare attentamente le implicazioni legali e fiscali prima di aprire un conto corrente. Ogni titolare deve essere consapevole delle proprie responsabilità e diritti, così come delle potenziali complicazioni in caso di decesso di un cointestatario o di controlli fiscali. Una comprensione chiara delle normative vigenti e, se necessario, la consulenza di un esperto, possono aiutare a navigare in questo ambito con maggiore sicurezza e consapevolezza.

Consulenza fiscale online|Fiscomania.com

Domande frequenti

Come si gestisce la titolarità in caso di decesso di un cointestatario?

In caso di decesso, la parte del defunto nel conto può passare ai cointestatari superstiti o entrare a far parte dell’eredità, a seconda del tipo di cointestazione.

Quali sono le implicazioni fiscali di un conto corrente?

I cointestatari devono dichiarare la propria quota del conto nei documenti fiscali come l’ISEE. Inoltre, il conto può essere soggetto a controlli fiscali per assicurare la correttezza delle dichiarazioni.

È possibile modificare i cointestatari di un conto?

Sì, è possibile aggiungere o rimuovere cointestatari, ma ciò richiede l’accordo di tutti i titolari attuali e potrebbe necessitare la modifica del contratto con la banca.

Come viene divisa la titolarità dei fondi in un conto cointestato?

Normalmente, si presume una divisione equa (50/50) tra i cointestatari, a meno che non sia stabilito diversamente da un accordo specifico.

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    Elisa Migliorini
    Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
    Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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