Il c.d. Decreto d’agosto ha previsto rilevanti disposizioni in tema di lotta all’evasione fiscale. Oltre alla Lotteria degli scontrini, che già abbiamo analizzato, il cashback è l’altro metodo, che, invero, ha destato maggiore curiosità.

Una delle novità che ha suscitato immediato interesse è quella relativa al c.d. cashback. Introdotto con l’intento di incentivare i pagamenti non in contante, tale meccanismo prevede un rimborso del 10%, sugli acquisti effettuati e pagati con moneta elettronica.

Questo intervento si inserisce nel più ampio quadro di lotta alla micro-evasione fiscale, che ricorre a sistemi indiretti, volti a compulsare l’emissione dello scontrino fiscale e ad adottare metodi di pagamento tracciabili.

Vediamo ora come questo funziona e quali sono i metodi a cui puoi ricorrere.

Cashback

Cosa si intende per Cashback?

Il cashback di Natale è un metodo, sostanzialmente, di rimborso, in vigore per il periodo tra l’8 dicembre e il 31 dicembre 2020. Tale sistema, oltre a favorire i controlli fiscali,  dovrebbe anche incentivare gli acquisti nei negozi fisici in occasione delle festività natalizie.

Per accedere al predetto sistema, è necessario effettuare almeno 10 operazioni cashless, rispetto alle quali sarà riconosciuto il 10% di rimborso, su un massimo di 1.500 euro. Quindi potrai ottenere, in pratica, un ristoro pari ad un massimo di 150 euro.

Il primo accredito è previsto per febbraio 2021, ed avverrà sull’Iban indicato al momento dell’adesione all’iniziativa.

Quali sono le spese ammesse dal Cashback?

Il cashback è un sistema valido per quasi la totalità delle spese effettuate tramite pagamento in modalità elettronica, salvo che gli acquisti online. Come già affermato, infatti, una delle funzioni del rimborso è incentivare gli acquisti nei negozi fisici, che, a causa dell’emergenza sanitaria, hanno subito forti perdite economiche. Tra le spese rimborsabili rientrano:

  • bollette di luce e gas, il conto di Enel X Financial Services ha, infatti, aderito a Italia Cashless, cioè al piano volto ad introdurre il metodo in questione;
  • gli acquisti nei negozi, nei bar e nei ristoranti;
  • acquisti effettuati nei supermercati e nella grande distribuzione;
  • artigiani, ad esempio parrucchieri, idraulici, elettricisti, ecc;
  • pagamenti di prestazioni professionali, come le prestazione rese dai medici e avvocati;
  • rifornimenti di benzina.

In generale, concorrono al cashback anche tutte le spese che concorrono alla formazione di oneri deducibili o detraibili in dichiarazione dei redditi. Ad esempio, è possibile ottenere il cashback acquistando farmaci, pagando visite mediche specialistiche. Secondo quanto è possibile ricavare dalle FAQ pubblicate sul sito istituzionale (Italiacashless), sono validi tutti gli acquisti effettuati effettuati sul territorio nazionale attraverso i metodi di pagamento elettronico preventivamente attivati per l’operazione tramite dispositivi fisici di accettazione, come i Pos, forniti dagli operatori convenzionati all’iniziativa statale.

Sono, invece, esclusi, oltre gli acquisti su e-commerce, anche quelli effettuati nell’ambito dell’attività professionale, di impresa o arte.

Attenzione al contactless!

Il sistema di cashback è stato convenzionato con i principali metodi di pagamento, attraverso sistemi come l’app Io, o anche tramite Hype, potrai beneficiare del suddetto rimborso.

Quasi ogni carta di credito o debito principale in circolazione ha aderito all’iniziativa, tuttavia dovrai fare attenzione alle carte che adottano il c.d. metodo contactless, cioè quelle che permettono di pagare senza introdurre il dispositivo nel Pos.

Piuttosto comuni, queste consentono di effettuare il pagamento semplicemente avvicinandolo la carta. Tuttavia questo sistema potrebbe non consentirti di ottenere il rimborso, in quanto ancora non è convenzionato al cashback, a differenza dei dispositivi del circuito Pagobancomat.

Il contactless, infatti, si poggia al sistema Maestro, il quale, per il momento ancora non ha aderito all’iniziativa.

Mentre le carte che consentono la partecipazione sono:

  • Apple Pay;
  • Samsung Pay;
  • Google Pay;
  • Garmin Pay; 
  • Pagobancomat.

Nessun pericolo per i dati condivisi

Non sembrano esserci particolari timori relativi alla sicurezza dei dati dei cittadini che vengono immessi nelle banche dati del bonus cashback, volto alla riduzione dell’evasione fiscale ed alla limitazione dell’uso del contante. Il portale istituzionale assicura che non potranno esserci utilizzi diversi rispetto a quello di partecipazione all’operazione a cui si riferisce il trattamento dei dati. Dunque, nessun rischio di profilazione dei dati dei cittadini rispetto agli acquisti effettuati o di altre spiacevoli sorprese quali, ad esempio, una richiesta di chiarimenti da parte del fisco anche nel caso in cui gli importi spesi non siano supportati da adeguati redditi dichiarati. Tenuto conto, tuttavia, che la lotta all’evasione fiscale è ormai una vera e propria priorità nazionale, sarà opportuno utilizzare i due strumenti con la dovuta attenzione.

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