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Bonus affitto 2025: rifinanziato Fondo morosità incolpevole

NewsBonus affitto 2025: rifinanziato Fondo morosità incolpevole

La Legge di Bilancio ha rifinanziato il fondo morosità incolpevole finalizzato a sostenere i contribuenti che non hanno potuto pagare i canoni d’affitto a causa del peggioramento della loro situazione economica.

Il Fondo è volto a sostenere le famiglie destinatarie di sfratto per morosità a causa della sopravvenuta impossibilità a pagare i canoni di locazione. Sono stati destinati al Fondo 30 milioni di euro. 20 milioni sono previsti per il 2025, 10 potranno essere utilizzati nel 2026. La procedura resta la stessa degli anni passati, è necessaria la pubblicazione di un decreto ministeriale, successivamente occorre l’intervento da parte di Comuni e Regioni.

Fondo per morosità incolpevole: bonus affitti 2025

Il Fondo, istituito nel 2013, ha l’obiettivo di aiutare le famiglie destinatarie di sfratto per morosità a fronte della sopravvenuta impossibilità di pagare i canoni di affitto.

Il contributo può arrivare fino a 12.000 euro.

L’avvio della misura è subordinata alla pubblicazione di un decreto attuativo da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il MEF, entro il 31 gennaio 2025. Nel decreto dovranno essere ridefinite le regole per l’accesso al bonus.

Così come previsto dalla Legge di Bilancio 2025, il decreto attuativo deve elencare i criteri e modalità di utilizzo delle risorse. L’erogazione dovrà avvenire entro il 31 luglio di ciascuna delle annualità di riferimento e i beneficiari sono coloro che al momento di presentazione della domanda si trovino in uno stato di bisogno collegato alla perdita totale o alla riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare.

E’ il decreto a definire anche il numero massimo di annualità consecutive per le quali è possibile accedere al bonus affitto da parte dell’inquilino. In alternativa, sarà stabilita la possibilità di accesso al contributo direttamente al proprietario.

Chi sono i beneficiari?

Il bonus affitto non sarà una misura aperta a tutti, ma sarà limitata a chi rispetta determinati requisiti. 

La misura sarà destinata soltanto a coloro che a causa della sopravvenuta impossibilità non riescano più a pagare i canoni di locazione (morosi incolpevoli). Inoltre, occorre essere destinatari di un provvedimento di sfratto per morosità. L’accesso al Fondo è riconosciuto a chi ha subito una rilevante perdita di reddito, a causa di:

  • Perdita del lavoro per licenziamento;
  • Mancato rinnovo dei contratti a termine o di lavoro atipico;
  • Malattia grave,
  • Cassa integrazione;
  • Infortunio;
  • Cessazioni di attività libero-professionali;
  • Decesso di un componente del nucleo familiare.

Per poter richiedere il contributo affitti è necessario comunque il rispetto di determinati requisiti di reddito.

Resta compito dei Comuni e delle Regioni di stabilire regole e criteri operativi per l’accesso e anche i tempi per fare domanda. Nel 2024 occorreva presentare richiesta al Comune di residenza in base alle regole previste dagli specifici bandi emanati dagli enti locali. Di norma si possono consultare negli avvisi dell’Albo pretorio online di ogni Comune. La richiesta poteva essere presentata anche attraverso i Caf e i patronati.

La procedura di accesso e i requisiti dovrebbero restare invariati, tuttavia, occorre attendere il decreto ministeriale e le regole da parte di Comuni e Regioni.

Requisiti

Per poter beneficiare del contributo affitti i requisiti dovrebbero rimanere invariati rispetto al passato, ovvero, essere in possesso di:

  • ISEE non superiore a 26.000 euro;
  • Destinatario di intimazione di sfratto per morosità con citazione per la convalida;
  • Titolare di contratto di locazione di unità immobiliare a uso abitativo regolarmente registrato (esclusi gli immobili appartenenti alle categorie catastali A1, A8 e A9) e che risieda nell’alloggio oggetto della procedura di rilascio da almeno un anno;
  • Avere cittadinanza italiana, di un Paese dell’UE, ovvero, nei casi di cittadini non appartenenti all’UE, possieda un regolare titolo di soggiorno.

Chi presenta domanda e tutti i componenti del nucleo familiare non dovranno essere titolari di diritto di proprietà, usufrutto, uso o abitazione nella provincia di residenza di altro immobile fruibile e adeguato alle esigenze del proprio nucleo familiare.

Hanno priorità le domande presentate da richiedenti che all’interno del proprio nucleo familiare hanno almeno un componente:

  • Con più di 75 anni;
  • Minore;
  • Invalidità accertata pari almeno al 74%;
  • In carico ai servizi sociali o alle ASL competenti per l’attuazione di un progetto assistenziale individuale.
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    Elisa Migliorini
    Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
    Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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