Da 75 euro a 260 euro in più nella prossima dichiarazione dei redditi a causa dell’acconto Irpef non dovuto. Tale situazione permetterà di ottenere alle casse dello Stato 4,3 miliardi di euro.
Tra poco si apre la fase della dichiarazione dei redditi e l’importo delle imposte dovute è calcolato sommando il saldo delle imposte dovute sui redditi dell’anno precedente all’acconto di quelle per l’anno in corso. Con la dichiarazione dei redditi 2025 si versa il saldo delle tasse dovute sui redditi prodotti nel 2024 e, al contempo, l’acconto di quelle dovute per i redditi 2025.
Per gli acconti Irpef da versare nel 2025 e nel 2026 si dovranno utilizzare le quattro aliquote in vigore fino al 31 dicembre 2023 applicando il vecchio sistema di tassazione. I lavoratori che verseranno in più nel 2025 si vedranno restituire quanto versato in eccesso il prossimo anno.
Acconto IRPEF 2025: Chi dovrà pagare di più?
Il governo ha applicato le vecchie regole dell’Irpef vigenti nel 2023 che prevedono aliquote più alte e detrazioni più basse. In questo modo molti contribuenti si troveranno a pagare più tasse. Il problema è da cercare nel decreto che ha previsto l’applicazione delle 3 aliquote Irpef. Nel decreto 216 del 2023, infatti, all’articolo 1, comma 4 prevede che:
Nella determinazione degli acconti dovuti ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e relative addizionali per i periodi d’imposta 2024 e 2025 si assume, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata non applicando le disposizioni dei commi 1 e 2.
Per le dichiarazioni dei redditi 2025 e 2026 pertanto, quando si determina l’acconto l’Irpef non si deve considerare l’Irpef a 3 aliquote, ma con le quattro aliquote in vigore fino al 31 dicembre 2023. Il decreto tuttavia, era una misura temporanea, che sarebbe rimasta in vigore solo per il 2024.
La Legge di Bilancio 2025 ha confermato il taglio dell’Irpef anche per quest’anno e lo ha reso anche strutturale.
Quanto si pagherà di più?
Il ministro Giancarlo Giorgetti ha ammesso che il problema c’è, ma che è solo temporaneo e non riguarderà tutti i contribuenti. Per chi ha un reddito fino a 15.000 euro non ci saranno ripercussioni dato che l’aliquota è rimasta invariata rispetto al 2023. I problemi riguardano chiunque abbia un reddito superiore ai 15.000 euro.
Nel 2023, con le vecchie aliquote, per redditi tra 15.000 e 28.000 euro l’aliquota era al 25%. Con il taglio delle aliquote chiunque ha un reddito superiore ai 15.000 euro ha visto ridursi l’aliquota dello scaglione 15.000/28.000 euro del 2%.
Questo significa che applicando le vecchie aliquote si troverà a pagare l’acconto di un massimo di 260 euro in più, riguarda solo chi ha redditi da 28.000 negli altri casi la somma da pagare in più è minore.
I contribuenti con 15-29 mila euro di reddito dovranno pagare 100 euro. I contribuenti con reddito sopra 29.000 euro ne dovranno pagare 260. In totale si tratta di 9,2 milioni di contribuenti interessati.
2,8 miliardi di imposte non dovute
Sono circa 9,5 milioni i contribuenti coinvolti e verseranno 2,8 miliardi di imposte non dovute. La buona notizia è che questi soldi torneranno indietro il prossimo anno, in quanto, si tratta di un disallineamento temporaneo, spiegano dalle parti del ministero dell’Economia.