Buone notizie sul fronte Tari. Anche per il 2024 è previsto un bonus rivolto alle famiglie rientranti in una fascia reddituale bassa. Non occorre presentare alcuna domanda online in quanto l’agevolazione viene concessa automaticamente ai cittadini in possesso di un ISEE inferiore a 9.530 euro oppure inferiore a 20.000 euro ma con almeno 4 figli a carico.
Stiamo parlando della tassa comunale sui rifiuti destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti istituita dalla legge di stabilità per l’anno 2014 (art. 1, co. 639 e ss., Legge 27 dicembre 2013, n. 147). E poter godere di un’agevolazione sul suo pagamento non può che essere di sollievo a chi già versa in una situazione disagiata, soprattutto se guardiamo a quelle amministrazioni comunali che ne hanno anche aumentato l’importo negli ultimi tempi. Le statistiche degli ultimi 5 anni in particolare hanno parlato, in media, di un aumento del +7,7% sul territorio nazionale.
Vediamo di seguito in cosa consiste il bonus Tari 2024 e come poterne beneficiare.
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Bonus Tari 2024: di cosa si tratta
Il bonus Tari permette di avere la tassa ridotta e l’esenzione dal versamento. L’agevolazione è stata introdotta dal decreto Fiscale 2020 (decreto legge n. 124/2019), ma in realtà si tratta di un beneficio previsto solo sulla carta visto che è demandata alla discrezionalità dei singoli Comuni. Non ovunque quindi sarà concesso.
Insieme quindi al bonus idrico e al bonus luce e gas, anche lo sconto Tari dovrebbe rientrare nel bonus sociale per i nuclei familiari con Isee basso. Al pari del bonus sociale viene applicato in automatico alle famiglie che rientrano in determinati requisiti reddituali. In ogni caso, così come per le esenzioni per la Tari, si deve fare riferimento alle regole previste dal proprio Comune di residenza.
Quali sono i requisiti?
Possono beneficiare di questo bonus, i nuclei familiari in possesso di ISEE:
- Fino a 9.530€;
- Fino a 20.000€ nel caso di almeno quattro figli a carico.
Si tratta degli stessi requisiti richiesti per il bonus luce, gas e acqua.
A prescindere però da questi aspetti non è detto che si possa beneficiare del bonus Tari. I vari Comuni non sono infatti obbligati a riconoscerlo ai propri cittadini perché su scala nazionale non è previsto nulla. L’agevolazione sulla tassa rifiuti è a discrezione del Comune perché, se da una parte c’è una norma nazionale che ha lanciato il beneficio, dall’altra non è stato mai emanato un provvedimento che ne detti regole e funzionamento.
Quando sarà attuato?
Nessun dubbio su quelle che sono le sue caratteristiche e la possibilità di averne accesso. Manca però un passaggio fondamentale affinchè il bonus Tari diventi operativo a tutti gli effetti.
L’attuazione pratica del bonus Tari rimane ancora incerta. La normativa richiede l’emanazione di un apposito Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), proposto dai Ministeri del Lavoro, dell’Ambiente e dell’Economia, per definire i principi e i criteri guida per l’ARERA. Tuttavia, tale decreto non è stato ancora pubblicato, nonostante la scadenza originariamente prevista per il 23 aprile 2020. E ad oggi non si hanno notizie sull’emanazione del DPCM attuativo.
Nell’attesa anche per il 2024 sono i singoli enti locali ad intervenire singolarmente e discrezionalmente, essendo gli unici ad avere voce in capitolo sull’applicazione o meno dello sconto. Nel Comune di Milano, ad esempio, sono previste esenzioni per la Tari che poco hanno a vedere con il bonus sociale, visto che il Comune riconosce agevolazioni e sconti a nullatenenti o titolari di pensioni integrate al minimo. Un altro esempio è rappresentato dal Comune di Roma che prevede l’esonero solo per nuclei familiari con Isee fino a 6.500 euro.
In altri Comuni oltre alla soglia Isee è richiesto che nel nucleo ci sia almeno un disabile per avere diritto all’esenzione, altri ancora si sono adeguati ai requisiti del bonus sociale per riconoscere il beneficio.
In definitiva il risultato è quello di una frammentazione delle politiche di supporto, con una variabilità significativa nell’accesso ai benefici da parte dei cittadini che ne avrebbero più bisogno.
A quanto ammonta il Bonus Tari?
Non esiste un importo dell’agevolazione stabilito a priori. Come è facile intuire infatti l’ammontare del bonus dipende dal proprio Comune di residenza. Gli enti locali, infatti, possono ritoccare (al rialzo) anche l’Isee minimo per riconoscere lo sconto oltre che la percentuale di beneficio da applicare.
Ci sono Comuni che prevedono, ad esempio, entro determinati limiti Isee anche l’esenzione totale dal pagamento del tributo, mentre altri possono prevedere una percentuale di sconto sulla Tari dovuta. Proprio per questo motivo è necessario consultare il sito istituzionale del proprio Comune per capire cosa e quanto spetta per i nuclei familiari con Isee basso in ambito Tari.
Come beneficiarne
A differenza di quanto accade per altre agevolazioni che richiedono l’invio o il caricamento del Bonus Tari, lo sconto TARI viene concesso automaticamente alle famiglie che soddisfano determinati requisiti basati sul reddito, come previsto dal Decreto Fiscale del 2021 che ha introdotto il Bonus Sociale automatico.
Per ottenere il Bonus TARI, è necessario assicurarsi solo di avere un ISEE aggiornato, in quanto questo è il parametro utilizzato per valutare l’ammissibilità. In questo senso quindi è opportuno recarsi al CAF per poter verificare lo stato del proprio ISEE e comprendere se si possa rientrare o meno tra coloro che possono beneficiare del bonus Tari 2024.
Bisogna sottolineare che l’entità del bonus Tari può variare a seconda del Comune di residenza: si tratta infatti di un tributo locale, il che significa che l’applicazione delle aliquote è gestita in modo indipendente che possono determinare le tariffe e le esenzioni.
Alcuni Comuni offrono sconti significativi o addirittura l’esenzione completa dal pagamento, mentre altri applicano sconti più modesti. Per ottenere tutte le informazioni necessarie, è consigliabile consultare il sito web ufficiale del comune di residenza.
Al tempo stesso non bisogna sottovalutare la possibilità di richiedere uno sconto sulla TARI nel momento in cui si riesce a dimostrare con prove fotografiche e documentali che il servizio di raccolta rifiuti carente, discontinuo o inesistente.
La rateizzazione
In alternativa al bonus Tari, per chi non dovesse rientrare nell’agevolazione, sono previste altre modalità attraverso godere comunque di benefici ai fini del pagamento del tributo. Spesso si ricorre infatti alla rateizzazione.
Possono accedervi anche coloro che non hanno i requisiti in termini di ISEE per accedere al bonus ma desiderano suddividere il pagamento in più tranche, soprattutto se l’importo è particolarmente significativo e ingente. La procedura può essere gestita tramite CAF oppure con il professionista di riferimento.
Conclusioni
Tra le agevolazioni rivolte alle famiglie che versano in una situazione economica disagiata troviamo il bonus Tari. L’agevolazione è stata introdotta nel 2020 ma non ancora attuata tramite apposito decreto. Da allora sono i singoli comuni a gestirne in maniera discrezionale il riconoscimento.
Proprio per questo non esiste un importo stabilito a livello nazionale. Il tutto è demandato all’autonomia delle amministrazioni locali.
Resta la possibilità di chiedere la rateizzazione del tributo qualora non si dovesse rientrare tra i requisiti richiesti per il bonus Tari.