La rottamazione quinquies sarà inserita nella prossima Legge di Bilancio e potrebbe essere riservata solo ad alcuni contribuenti, ovvero sono coloro che hanno debiti più corposi. Saranno esclusi anche i recidivi seriali, cioè coloro che hanno aderito varie volte alle rottamazioni ma non hanno portato a termie i versamenti.
I recidivi seriali sono circa il 60% dei contribuenti e hanno debiti non estinti in almeno dieci annualità diverse, e il 77% di coloro che ricevono nuove cartelle erano già coinvolto nei tre anni precedenti. Solo il 20% degli atti è depenalizzato tempestivamente.
Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, al 31 gennaio 2025 il debito residuo da riscossione supera 1.279,8 miliardi di euro, di questi, il 40% è ritenuto di difficile riscossione.
La bozza del provvedimento potrebbe essere pronta a inizio settembre 2025, con chiusura delle adesioni attesa tra gennaio e aprile 2026. I primi pagamenti potranno partire da giugno 2026.
Rottamazione quinquies per i contribuenti più credibili
La nuova rottamazione non sarà più prevista per i rottamatori seriali, per chi ha già utilizzato le sanatorie per bloccare pignoramenti o fermi amministrativi e poi non ha finito i pagamenti verrebbe escluso.
Per i debiti sopra i 50.000 euro, si valuta un anticipo obbligatorio del 5% dell’importo del debito come prova dell’impegno a saldare il restante importo. Ci saranno anche sgravi su sanzioni e interessi per questi grandi debitori.
E’ prevista la possibilità di effettuare un piano rateale fino a 10 anni (120 rate mensili), con una tolleranza fino a 8 rate non consecutive prima della perdita del beneficio.
Per i debiti più esigui sarà prevista una sorta di saldo e stralcio, ovvero sarà prevista la cancellazione automatica per le cartelle di importo inferiore a 5.000 euro.
Il viceministro ha dichiarato che la rottamazione quinquies non sarà per tutti. Stanno valutando la possibilità di escludere dalla rottamazione quinquies coloro che hanno le risorse economiche, ma risultano inadempienti. L’obiettivo è evitare di far aderire contribuenti che sfruttano l’adesione per posticipare le azioni esecutive.
Inoltre, la legge 91 del 2022 prevede che coloro che sono decaduti da dilazioni concesse dopo il 16 luglio 2022 non possono più dilazionare il debito se prima non saldano tutte le eventuali rate scadute e non pagate.