Settembre è ormai alle porte e importanti cambiamenti si profilano per il Fisco a seguito dell’approvazione definitiva della Delega al Governo per la riforma fiscale. L’obiettivo chiave dell’esecutivo è concentrarsi sull’attuazione di decreti attuativi e si attendono i primi schemi già entro il 20 settembre. Il Governo è pronto? Quali saranno i punti chiave della manovra? Scopriamolo insieme.
In seguito alla Riforma Fiscale, la riorganizzazione del sistema fiscale si presenta come un obiettivo centrale e il Governo si impegna a realizzarla mediante l’emissione di decreti attuativi accuratamente concepiti. L’arrivo delle prime proposte d’intervento è previsto entro il 20 settembre, grazie all’istituzione delle 13 commissioni nominate dal viceministro Leo.
La Riforma Fiscale si pone obiettivi ambiziosi: dal cambiamento dell’Irpef all’apertura della strada alla Flat Tax, dal superamento di Ires e Irap alla lotta all’evasione. Il Governo ha assunto con determinazione il compito di ristrutturare il sistema tributario entro 24 mesi tramite decreti attuativi specifici. Sebbene a prima vista il periodo di due anni possa sembrare sufficiente, è essenziale agire con cautela. Gli interventi proposti dal Governo sono ambiziosi e richiedono notevoli risorse finanziarie. Analizziamo come il governo intende intervenire.
Riforma Fiscale, il nodo delle coperture finanziarie
L’autunno che ci aspetta sarà complesso e la questione delle risorse finanziarie rappresenta un intricato nodo da affrontare. Sussiste una questione significativa legata all’individuazione delle risorse finanziarie necessarie per sostenere le misure proposte. I primi decreti attuativi punteranno sulle parti della riforma che non necessitano di risorse aggiuntive, ma non sarà sufficiente. La riforma fiscale dovrà necessariamente fare i conti con la manovra di bilancio, la quale avrà altresì il compito di identificare le adeguate fonti di finanziamento necessarie.
La necessità di individuare le risorse finanziare si collega, inoltre, al rischio che potrebbe correre il governo di non rispettare l’impegno elettorale relativo alla diminuzione dello sgravio del carico fiscale. Già inizialmente l’esecutivo ha deviato da una flat tax per tutti a una diminuzione delle aliquote Irpef. Ha messo poi sul piatto la detassazione di tredicesime, straordinari e premi di produzione. L’esecutivo ha anche previsto il superamento di Irap e Ires, allo scopo di ridurre l’onere fiscale sulle aziende.
Sorgono inevitabilmente due questioni: dove saranno individuate le risorse finanziarie? di che entità dovranno essere? La sfida che l’esecutivo dovrà affrontare risulta tutt’altro che semplice.
Legge Delega: da dove partirà il governo?
Tra pochi giorni, il 29 agosto, la legge 111/23 entrerà in vigore, e tuttavia, rimane ancora da capire il percorso che il governo intenderà intraprendere per l’attuazione della Legge Delega. Una delle prospettive che si stanno valutando riguarda la semplificazione del calendario degli adempimenti fiscali, attualmente gravato da oltre 1.500 scadenze. Ecco gli obiettivi di questo intervento:
- contribuire a snellire le procedure;
- fornire un vantaggio anche per le Partite IVA;
- mitigare l’onere fiscale concentrato in alcune date specifiche.
Per quanto riguarda i primi testi unici derivanti da questa riforma, è possibile che giungano sul tavolo già entro la fine dell’anno in corso o all’inizio del 2024. La Riforma Fiscale contempla, inoltre, l’introduzione del pagamento a rate del secondo acconto di novembre dell’Irpef. L’obiettivo è avviare un processo di semplificazione che coinvolga anche le Partite IVA e che riduca l’entità del carico fiscale concentrato in determinate scadenze. Nello specifico, si sta considerando la possibilità di suddividere gli acconti di novembre in rate, con un limite massimo di 500mila euro.
Riforma fiscale, la lotta all’evasione fiscale e il PnRR
Il secondo punto del percorso, che si ipotizza il governo seguirà per attuare la Legge Delega, si concentra sulla lotta all’evasione. L’esecutivo intende promuovere già nel 2024 il concordato preventivo e l’adempimento collaborativo tra le parti, mediante l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale.
Il viceministro Maurizio Leo si espresso più volte sull’importanza d’intervenire in modo proattivo contro l’evasione fiscale:
Il contrasto all’evasione fiscale si basa su 3 elementi principali:
- promozione di un approccio più collaborativo tra contribuenti e Fisco;
- utilizzo di nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale, per ottimizzare le procedure;
- introduzione della dichiarazione precompilata.
È importante tenere presente che la Riforma Fiscale si inserisce all’interno di obblighi internazionali, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Permane, infatti, la variabile incerta riguardo all’impegno delineato dal PnRR, ovvero la riduzione del divario fiscale. Sebbene sia vero che tra le modifiche richieste dal governo italiano a Bruxelles vi sia una dilazione nella riduzione del gap fiscale a vantaggio di un maggiore impegno verso la conformità fiscale, resta incerto se tale proposta sarà accettata dall’Unione Europea, con il rischio di non poter accedere a ulteriori finanziamenti provenienti dall’Unione Europea.
La Riforma Fiscale si pone, anche nell’ottica di rispettare gli impegni con l’UE, l’obiettivo di aumentare gli incassi di 2,8 miliardi entro il 2025 attraverso misure per contrastare l’evasione fiscale. Sono previsti 1,3 miliardi in più per il 2023 rispetto al 2022, e a seguire 400 milioni in più nel 2024 e 300 nel 2025. Il ruolo degli obblighi internazionali diventa di notevole rilevanza e sarà importante vedere come il governo deciderà di affrontarli.