Un tema che sta a cuore agli italiani in questi giorni è il Recovery Plan: si tratta del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il governo sta decidendo di adottarlo come provvedimento per la gestione di diversi aspetti di natura pubblica e privata. Il documento nel dettaglio contiene tutte le azioni che lo Stato Italiano metterà in pratica, in base alla situazione economica e gli obiettivi previsti su diversi fronti.

Si è parlato molto di Recovery Plan e in questi mesi, e con il governo di Mario Draghi prenderà forma in queste ore. Il piano di ripresa e resilienza proposto dal governo è già in trattativa. E include alcune importanti misure che verranno applicate a livello fiscale ed economico. La direzione è quella della ripresa necessaria, a seguito della crisi dettata dallo scoppio della pandemia.

Sappiamo che l’Europa comunque aveva espresso incertezza soprattutto per quanto riguarda l’eventuale riforma fiscale prevista dal Recovery Plan. In particolare sappiamo che l’Europa ha visto non di buon occhio la decisione di non applicare una tassazione IMU sulla prima casa sui cittadini italiani.

A proposito della tassazione IMU e dell’ipotesi di applicazione di una patrimoniale, sappiamo che l’Europa non vede in modo positivo le esenzioni applicate fino ad oggi. Le considera di fatto discriminatorie verso gli altri stati.


Recovery Plan e intesa con l’Europa

Le prime informazioni che ci arrivano sulle trattative con l’Europa sono positive. Il premier Mario Draghi ha comunicato di aver raggiunto un’intesa con Bruxelles su un piano di oltre 200 miliardi, su cui si baserà la ripresa dell’Italia.

I fondi saranno quindi destinati alla ripresa economica. Sono stati erogati già negli scorsi mesi numerosi ristori e bonus per le attività sospese e le famiglie in difficoltà, ma questi sembrano non bastare. Una importante proroga arriva sul fronte superbonus 110%: il governo si impegna a valutarne l’applicazione fino al 2023. Ricordiamo che questo particolare bonus è già stato adottato negli scorsi mesi per favorire un’agevolazione fiscale importante sulle ristrutturazioni. E gli italiani hanno scelto di utilizzarlo molto frequentemente.

Arriva un semaforo verde quindi dall’Unione Europea, che approva il Recovery Plan in alcuni aspetti importanti. Non sono mancate le tensioni per dare il via al piano proposto dal governo Draghi, ma sappiamo che presto verranno introdotti nuovi investimenti su moltissimi fronti.

I punti principali del Recovery Plan

In linea generale, il Recovery Plan è il testo integrale che prevede l’applicazione di un fondo speciale europeo, il Recovery Fund, da destinare interamente alla ripresa economica. Ogni paese dell’Unione Europea poi decide come applicare i fondi per la partenza del proprio paese, e al momento sappiamo che in Italia si seguiranno alcuni punti principali:

Proroga del superbonus 110% fino al 2023;
Riforma delle pensioni: prevede l’abolizione di “Quota 100” a fine 2021,con l’introduzione di una nuova formula di pensione anticipata, specifica per i lavori detti logoranti;
Cashback di stato: non verrà rifinanziato;
• Fondi specifici verranno investiti per la lotta alla disuguaglianza femminile e per includere nel mercato del lavoro i giovani;
• Riforma della Pubblica Amministrazione;
• Applicazione di una maggiore digitalizzazione e innovazione, anche nella sfera fiscale.

Da queste iniziative vediamo che il Recovery Plan punta a degli obiettivi su larga scala, le cui misure principali sono volte a lottare contro la crisi economica e sociale derivata dallo scoppio della pandemia.

Crescita economica e lotta alla povertà

Sappiamo che gli obiettivi principali che seguirà il Recovery Plan sono stati approvati dalla Commissione Europea, e la lotta alla povertà è la principale meta da raggiungere nei prossimi mesi. Si prevede anche di ottenere un raddoppio della crescita economica italiana e di aumentare il tasso di occupazione che al momento in Italia è del 63%.

Ricordiamo che con lo scoppio della pandemia si sono accentuate moltissimo le disuguaglianze sociali già presenti negli scorsi anni, in particolare quelli che coinvolgono le donne nel mondo del lavoro e i giovani.

Un altro dato preoccupante relativo al nostro paese, di cui il Recovery Plan in parte si occuperà, è la crescita demografica. Il tasso di natalità attualmente si trova ai minimi storici in Italia, e il Recovery Plan prevede delle agevolazioni fiscali ed economiche per favorire le nuove nascite.

Allo stesso modo si prospetta l’applicazione di misure per garantire ai giovani una migliore istruzione e un miglior collegamento con il mercato del lavoro.

Il testo integrale del Recovery Plan è disponibile ai cittadini on-line e già dall’indice possiamo vedere che sono presenti, oltre alle politiche di lotta alla povertà e all’inserimento di giovani e donne nel mercato del lavoro, anche riforme per rafforzare l’applicazione della digitalizzazione.

Ricordiamo che proprio grazie alla digitalizzazione moltissimi italiani hanno potuto continuare a lavorare in Smart Working, da casa durante i periodi più critici della pandemia. La lotta alla povertà va anche in questa direzione, favorendo l’occupazione nei settori digitali.

Misure per la didattica: le novità

Per quanto riguarda la didattica, abbiamo visto un’applicazione su larga scala della didattica a distanza nei momenti più critici della diffusione della del virus. Da un lato questo è stato uno strumento valido per favorire una continuazione alla formazione dei giovani. Dall’altro non sono stati pochi i problemi di organizzazione in questo senso.

La mancanza di competenze digitali e di strumenti tecnologici sono stati i primi problemi, soprattutto nei primi mesi del 2020. La Commissione Europea ha confermato anche l’applicazione di nuove disposizioni formative per i docenti. La scuola si dovrà innovare seguendo le nuove necessità digitali, sotto forma di una vera e propria transizione al digitale promossa dal Ministero dell’Istruzione. Saranno coinvolte tutte le istituzioni pubbliche in questo cambiamento.

Ricordiamo che l’Italia purtroppo è uno dei paesi meno digitalizzati dell’Europa, ed è rimasta indietro con i tempi per troppi anni su queste tematiche.

Recovery plan e riforma fiscale

Uno dei punti centrali del Recovery Plan sta nella riforma del fisco. La riforma fiscale è volta a portare maggiore equità nella tassazione, che attualmente applicata sugli italiani. In particolare sappiamo che la maggior parte dei fondi derivanti dalle tasse fanno riferimento all’IRPEF, la tassazione sul mercato del lavoro. Si prevede che l’IRPEF rimanga una tassa progressiva, che varierà cioè in base all’effettivo reddito guadagnato.

Attualmente questa tassa ha delle quote molto elevate, ed è un vero e proprio macigno per molte imprese italiane. Lo stato vuole bilanciare questa situazione attuando una lotta all’evasione fiscale che è già iniziata dal 2020.

Se da un lato infatti la tassazione sul mercato del lavoro raggiunge quote elevatissime, è anche vero che l’evasione fiscale su questo particolare ambito è altissima, e lo stato vuole continuare la lotta agli evasori fiscali. Successive evoluzioni della riforma fiscale saranno comunicate nei prossimi mesi. Ma sappiamo che allo stesso modo del fisco, anche il lavoro e la pubblica amministrazione saranno coinvolti da profondi cambiamenti.

Uno dei problemi principali che si dovrà risolvere è quello dell’enorme impatto che ha la burocrazia sull’efficienza delle procedure amministrative. Infine, ultima ma non meno importante, una delle misure previste dal Recovery Plan è l’applicazione di nuovi interventi per la rigenerazione urbana, con una attuazione di nuove normative ambientali. Le pressioni dell’Europa non sono mai mancate negli ultimi mesi su questo. La sostenibilità ambientale è una delle principali mete che ogni paese dell’Unione Europea dovrà impegnarsi a raggiungere.

Lascia una Risposta