L'articolo 15 del DDL di Bilancio 2026 restringe la rateizzazione delle plusvalenze sui beni strumentali: dal periodo d'imposta 2026 serviranno cinque anni di possesso (anziché tre) per spalmare la plusvalenza, riducibile in massimo tre esercizi (anziché cinque).
La bozza del DDL di Bilancio 2026, presentata dal Governo, riscrive integralmente il comma 4 dell'articolo 86 del TUIR, modificando i requisiti temporali per la rateizzazione delle plusvalenze realizzate da imprese e professionisti soggetti IRES e IRPEF. Il testo non è ancora approvato definitivamente dal Parlamento né pubblicato in Gazzetta Ufficiale, pertanto rimane in stato di bozza. Le modifiche entreranno in vigore dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2025, interessando quindi le cessioni dal 2026 per i contribuenti con esercizio solare.
L'intervento mira a una razionalizzazione della disciplina delle plusvalenze sui beni strumentali, con l'obiettivo dichiarato di anticipare il gettito fiscale attraverso la riduzione dei periodi di dilazione. Le disposizioni si inseriscono nel più ampio contesto della Manovra 2026, che tocca numerose aree della fiscalità d'impresa.
Plusvalenze su beni strumentali: la stretta 2026
Le modifiche impattano direttamente i tempi e le modalità di tassazione delle plusvalenze su beni relativi all'impresa. Dal 2026 le plusvalenze su beni strumentali, materiali e immateriali, saranno rateizzabili in quote costanti nell'esercizio di realizzo e nei due successivi (totale massimo tre esercizi), a condizione che i beni siano stati posseduti per almeno cinque anni. Attualmente la rateizzazione è possibile fino a cinque esercizi con possesso minimo triennale.
Per le immobilizzazioni finanziarie diverse da quelle che fruiscono del regime PEX, la rateizzazione in tre esercizi opera se il bene risulta iscritto tra le immobilizzazioni negli ultimi cinque bilanci, anziché nei tre attuali. Le plusvalenze su partecipazioni PEX rimangono escluse dalla disciplina della rateizzazione per la quota esente.
Restano invariate le regole per cessioni di azienda o rami d'azienda, che continuano a beneficiare di rateizzazione fino a cinque esercizi con possesso minimo triennale. Anche le plusvalenze su diritti sportivi delle società professionistiche rimangono rateizzabili in cinque esercizi con possesso biennale, limitatamente alla parte corrispondente al corrispettivo in denaro. Escluse anche le plusvalenze derivanti da assegnazione o destinazione a finalità estranee all’esercizio di impresa.
Consideriamo un bene strumentale acquistato il 1° gennaio 2022 e ceduto il 1° dicembre 2025: si applica il regime attuale, con possibilità di rateizzare la plusvalenza in cinque esercizi avendo superato il triennio di possesso. Se la stessa cessione avviene nel 2026, il contribuente dovrà attendere almeno il 1° gennaio 2027 per beneficiare della rateizzazione, ora ridotta a tre esercizi.
Tempistiche e iter degli atti
Il DDL di Bilancio 2026 è stato p...
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