Con l’avvicinarsi dell’approvazione della Legge di Bilancio 2023 per alcune partite IVA il 2023 sarà più dolce. Sono diverse le normative fiscali che il Governo ha preparato per chi ha un’attività in proprio, in modo da garantire a tanti contribuenti una tassazione più agevolata nel 2023.
Tra le tante agevolazioni previste, è in arrivo l’introduzione della flat tax per i lavoratori autonomi, sia in regime forfettario sia in regime ordinario, anche se in modalità differenti.
Il Governo Meloni punta, quindi, a inserire nella Manovra Finanziaria 2023 un sistema di tassazione agevolato anche per le partite IVA a regime ordinario, più penalizzate dalle tasse.
Inoltre, dal 2023, i contribuenti titolari di partita IVA forfettaria andranno incontro a un’altra importante novità: la clausola antielusione per chi supera il limite di fatturato stabilito dalla legge.
Andiamo a scoprire i dettagli.
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Partite IVA 2023: la flat tax per i professionisti autonomi
La nuova Legge di Bilancio 2023 contiene una novità interessante per i lavoratori autonomi, soprattutto per le partite IVA in regime ordinario: la flat tax.
Infatti, il sistema di tassazione agevolato o flat tax viene esteso, dal 2023, anche alle partite IVA che hanno adottato il regime ordinario, nel corso di quest’ultimo anno fiscale.
La nuova tassazione prevista dal Governo Meloni farebbe respirare molti liberi professionisti strozzati dal fisco, incentivando i contribuenti a pagare le tasse (e contribuendo indirettamente alla lotta contro l’evasione fiscale).
Tuttavia, non bisogna confondere la tassa piatta con l’aliquota agevolata per il pagamento delle tasse, a cui hanno accesso le partite IVA forfettarie. Queste ultime, infatti, pagano un’aliquota fissa al 15% sul fatturato, che corrisponde alla percentuale di tasse da versare nelle casse dello Stato. Nel 2023, questo regime di tassazione rimarrà lo stesso.
Ricordiamo, invece, che i professionisti in regime ordinario devono pagare le tasse in base agli scaglioni Irpef, con aliquote che variano dal 23 fino al 43%, in base al fatturato.
Inoltre, rispetto ai forfettari, i lavoratori autonomi in regime ordinario devono emettere l’IVA in fattura e hanno la possibilità di detrarre più spese e costi.
Come funziona, quindi, la flat tax per questo tipo di partite IVA? Come cambierà il regime di tassazione per gli autonomi in regime ordinario?
Scopriamolo subito.
La flat tax per le partite IVA 2023: cosa cambia per i professionisti in regime ordinario
Come accennato, per le partite IVA in regime ordinario, il calcolo dell’imposta sostitutiva avviene in modo differente, rispetto alle partite IVA in regime forfettario.
Lo stesso vale, in caso di applicazione della flat tax. Le tasse, in questo caso, vengono calcolate applicando un’aliquota fissa del 15%:
- su una base imponibile non superiore a 40.000 euro;
- pari alla differenza tra il reddito d’impresa e di lavoro autonomo percepito nel 2023 e il reddito di lavoro autonomo del valore più elevato, percepito nel triennio precedente.
Detto in altre parole, la flat tax viene applicata solo sull’aliquota incrementale del reddito percepito negli ultimi tre anni. Per questo si chiama flat tax incrementale.
I contribuenti in regime ordinario, non soggetti quindi a regime forfettario nel 2022, possono assoggettare l’aliquota del 15% ad una parte di incremento del reddito registrato nel 2023 rispetto al reddito più alto registrano negli ultimi 3 anni e per una cifra non superiore a 40.000 euro.
Inoltre, per questo reddito più alto è prevista una franchigia del 5% soggetta alla tassazione Irpef ordinaria.
Una domanda sorge spontanea a questo punto: la flat tax conviene davvero?
I vantaggi della tassa piatta
Grazie alla flat tax, i contribuenti andrebbero incontro ad un carico fiscale minore.
Ma prima di scegliere questa opzione è bene valutare la propria condizione reddituale e a quale scaglione Irpef si è soggetti.
Senza alcun dubbio, la flat tax conviene maggiormente a quelle partite IVA:
- soggette all’aliquota marginale Irpef;
- che percepiscono un reddito sicuro e costante, non soggetto a grandi variazioni da un anno all’altro. Detto in parole povere, ai liberi professionisti che percepiscono entrate fisse e hanno un business già avviato almeno da qualche anno.
Per valutare correttamente la propria posizione fiscale e scegliere se adottare la flat tax, è sempre meglio rivolgersi ad un consulente fiscale esperto, in grado di dare un giudizio obiettivo sulla propria attività.
Come cambierà la flat tax?
Fino ad ora abbiamo parlato di liberi professionisti in regime ordinario, accennando solamente alle partite ive forfettarie. Tuttavia, c’è un importante cambiamento in arrivo anche per chi adotta questo regime fiscale agevolato.
Infatti, nel 2023, dovrebbe cadere il limite di fatturato fissato negli anni precedenti a 65.000 euro per le partite IVA forfettarie. Si potrà fatturare fino a 85.000 e mantenere l’aliquota al:
- 5% nel caso in cui l’attività è aperta da 5 anni;
- 15% nel caso in cui l’attività è avviata da più di 5 anni.
Partite IVA forfettarie 2023: la norma antielusione in caso di sforamento di fatturato
Abbiamo lasciato per ultima la novità fiscale principale del prossimo anno: la norma antielusione in caso di sforamento di fatturato. Questa regola andrebbe a beneficio di molte attività indipendenti garantendo maggiore giustizia fiscale nei prossimi anni.
La norma prevede che, in caso di sforamento del fatturato al di sotto del limite di 100.000 euro, il contribuente possa restare nel regime forfettario fino all’anno fiscale successivo.
Questo significa che fino a 100.000 euro, il contribuente continuerà a pagare le tasse con aliquota agevolata (del 5% o 15%) fino a quando passerà al regime ordinario di tassazione nell’anno successivo.
Fino ad ora, se il lavoratore autonomo avesse percepito un reddito superiore a 65.000 euro, sarebbe dovuto passare al regime ordinario, l’anno successivo. Dal 2023, questo limite potrebbe crollare definitivamente.
Tuttavia, questa regola deve essere ancora confermata: restiamo in attesa dell’approvazione della Legge di Bilancio 2023, in arrivo nei prossimi giorni.
Per concludere, ricordiamo che, nel 2023 viene esteso l’obbligo definitivo di fatturazione elettronica anche per i forfettari, con delle attenuanti per certe categorie professionali (professioni sanitarie).
Partite IVA apri e chiudi
Per quanto riguarda le Partite IVA apri e chiudi, mediante una modifica introdotta, il professionista non sarà chiamato a rispondere i solido per la penalità di 3.000 euro.
La Legge di Bilancio ha l’obiettivo di contrastare le partite Iva create per effettuare operazioni non lecite. E’ previsto l’obbligo di versare una fideiussione triennale di almeno 50.000 euro per chi, dopo essere stato colpito da un provvedimento di cessazione, vuole riaprire la partita Iva.
Mediante le modifiche apportate la sanzione aggiuntiva di 3.000 euro alla chiusura disposta dal Fisco sarà solo a carico del contribuente e non risponderà in solido anche il professionista che ha presentato la dichiarazione di inizio attività, come era originariamente previsto nel testo del Ddl di Bilancio.