Quali Paesi non aderiscono al CRS?

Paesi che non aderiscono al Common Reporting Standard (CRS) e che garantiscono privacy bancaria, non aderendo allo scambio automatico di informazioni con l’Italia.

Il Common Reporting Standard è uno standard globale sviluppato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) per il trasferimento automatico di informazioni finanziarie tra le giurisdizioni al fine di combattere l’evasione fiscale internazionale.

Il CRS richiede alle istituzioni finanziarie di identificare i conti finanziari detenuti da persone fisiche e giuridiche residenti in giurisdizioni partecipanti e di fornire informazioni finanziarie rilevanti a queste giurisdizioni. L’obiettivo principale del CRS è assicurare che i contribuenti non possano nascondere redditi o patrimoni all’estero per eludere il pagamento delle imposte nel proprio paese di residenza. Ho già affrontato in dettaglio il funzionamento del CRS: “Common Reporting Standard (CRS): scambio automatico di informazioni“.

Le principali caratteristiche del CRS includono:

  1. Scambio automatico di informazioni: Le giurisdizioni partecipanti si impegnano a scambiare automaticamente le informazioni finanziarie dei contribuenti che sono residenti in un’altra giurisdizione partecipante. Questo scambio avviene attraverso un canale sicuro e standardizzato per garantire la confidenzialità e la correttezza delle informazioni trasferite.
  2. Dati finanziari da segnalare: Il CRS richiede alle istituzioni finanziarie di raccogliere e segnalare una serie di dati finanziari sui conti detenuti dai contribuenti, inclusi i saldi, gli interessi, i dividendi e i proventi di vendita di attività finanziarie.
  3. Diligenza nell’identificazione del cliente: Le istituzioni finanziarie devono condurre una dovuta diligenza per identificare i titolari dei conti e determinare la loro residenza fiscale. Ciò richiede l’ottenimento di informazioni accurate sui clienti e il confronto di tali informazioni con i requisiti di residenza fiscale del CRS.
  4. Giurisdizioni partecipanti: Un numero crescente di giurisdizioni in tutto il mondo ha adottato il CRS e ha stabilito accordi di scambio automatico di informazioni con altre giurisdizioni. Questo amplia la portata e l’efficacia dello scambio di informazioni finanziarie tra paesi, promuovendo la trasparenza fiscale e la cooperazione internazionale nel contrasto all’evasione fiscale.

L’implementazione del CRS è un passo significativo verso la trasparenza finanziaria e l’intensificazione degli sforzi globali per combattere l’evasione fiscale internazionale. La cooperazione internazionale e l’adesione alle disposizioni del CRS da parte delle istituzioni finanziarie e dei paesi partecipanti sono fondamentali per garantire l’efficacia di questo standard nella lotta all’evasione fiscale.

Qual è lo scopo del CRS?

Il Common Reporting Standard, CRS, richiede agli istituti finanziari di eseguire la raccolta e la segnalazione di informazioni sui conti finanziari e di partecipare allo scambio automatico di informazioni. Lo scopo del CRS è aiutare a combattere l’evasione fiscale e proteggere l’integrità dei sistemi fiscali. Ciò include la segnalazione all’autorità fiscale locale interessata.

I requisiti CRS sono l’ultima soluzione internazionale per reprimere i conti bancari offshore non divulgati, consentendo a interi paesi di imporre alle proprie banche di condividere i dati nel pool di informazioni, che viene fornito a ogni altro paese per tenere d’occhio i propri cittadini. È la fine del “conto bancario anonimo” di cui parlano spesso i media, ma che non esiste.

Finora, più di 100 paesi, tra cui la maggior parte dei paradisi fiscali e paradisi bancari offshore, hanno aderito e la maggior parte di questi sta già scambiando dati. Le banche, infatti, ogni anno sono obbligate a chiederti dove sei residente fiscale e non accetteranno più “da nessuna parte” come risposta. Le banche non hanno mai compreso il concetto di “viaggiatore perpetuo” o “nomade digitale” e CRS lo porta a un livello completamente nuovo.

Nell’articolo “Pianificazione fiscale per nomadi digitali“, ho cercato di spiegare perché essere residente nel nulla sta diventando piuttosto difficile da realizzare, sia dal punto di vista fiscale che operativo. Per gli imprenditori facoltosi, l’unica risposta possibile è sempre più quella di creare una base fissa in uno Stato ed ottenere un certificato di residenza fiscale nel Paese, adottando tutta una serie di attività che possano dimostrare il proprio radicamento in loco. Tuttavia, se questo non è possibile diventare complesso ipotizzare un trasferimento di residenza fiscale all’estero. Indirettamente, mantenere la residenza in un Paese che aderisce al CRS significa che l’autorità fiscale del Paese riceverà dagli altri Paesi aderenti informazioni su attività patrimoniali e finanziarie estere detenute dal contribuente, per incrociare i propri dati. Tuttavia, vi sono dei Paesi che ancora hanno deciso di non aderire a questo tipo di accordi e che può essere opportuno conoscere.

Paesi non CRS che non scambiano informazioni

L’OCSE elenca una serie di paesi che sono “in via di sviluppo” (tranne uno!) che non hanno ancora aderito al CRS. A titolo informativo abbiamo riportato di seguito alcuni di questi paesi che ad oggi non fanno parte dell’accordo sullo scambio di informazioni finanziarie ai fini fiscali. Questo significa che ad oggi le attività finanziarie detenute in uno di questi Paesi non sono scambiate (attenzione in modo automatico) con altri Paesi. Tuttavia, è importante evidenziare che molte autorità fiscali hanno siglato accordi di scambio di informazioni su richiesta. Per questo motivo, occorre prestare molta attenzione prima di effettuare investimenti in uno di questi Paesi e comunque farsi assistere da professionisti esperti, in attività finanziarie.

STATODESCRIZIONE
ArmeniaL’Armenia è un’eccellente destinazione bancaria emergente con o senza CRS. Aprire un conto lì è relativamente semplice e banche come Ameriabank ed Evoca Bank hanno un’eccellente esperienza del cliente che è migliore di molte banche occidentali. I tassi di interesse sulle valute locali sono alti e puoi ottenere un’esposizione sia alle valute occidentali (si pensi a USD ed euro) che a quelle orientali (si pensi ai rubli).
CambogiaLa Cambogia potrebbe essere una delle ultime economie di frontiera del mondo, ma questo status sta cambiando. L’economia della Cambogia non è in recessione dagli anni ’90 e molti capitali si stanno riversando nel paese, comprese solide banche locali e internazionali.
Repubblica DominicanaMolti espatriati canadesi e statunitensi si trasferiscono nella Repubblica Dominicana, alcuni ottengono permessi di soggiorno permanenti che richiedono depositi nelle banche dominicane. La Repubblica Dominicana è uno dei paesi non CRS con banche decenti.
GuatemalaAl momento non ha aderito al CRS ma, come altri Paesi, probabilmente vi aderirà nei prossimi anni.
Macedonia del NordLa Macedonia del Nord è uno dei paesi più favorevoli alle imprese nei Balcani e in Europa nel suo insieme, con aliquote flat tax basse e incentivi per le imprese. È un altro dei paesi non CRS che vale la pena considerare. 
FilippineEssendo una destinazione popolare per gli espatriati, le Filippine sono un posto facile per aprire un conto in banca. La catena di isole ha molte grandi banche internazionali e solide banche locali.
Stati Uniti d’AmericaGli Stati Uniti non hanno adottato il CRS, ma hanno invece implementato il Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA), una legislazione che richiede alle istituzioni finanziarie straniere di fornire informazioni finanziarie sui conti detenuti da cittadini statunitensi. Fondamentalmente, gli Stati Uniti condividono alcune informazioni, ma alle proprie condizioni. Gli Stati Uniti, e in particolare stati come il Delaware, sono stati a lungo conosciuti come “il più grande paradiso fiscale del mondo“.

È importante tenere presente che la situazione può cambiare nel tempo poiché i paesi possono rivedere le loro politiche e aderire al CRS o completare la loro implementazione in una fase successiva. Inoltre, è fondamentale consultare fonti aggiornate e affidabili per ottenere informazioni precise sullo stato di adesione al CRS dei singoli paesi.

Quale sarà il futuro degli accordi CRS?

Il futuro del Common Reporting Standard (CRS) presenta diverse sfide e opportunità nel contesto della lotta all’evasione fiscale internazionale e della trasparenza finanziaria. Di seguito, esploreremo alcune possibili direzioni che potrebbero caratterizzare il futuro del CRS:

  1. Espansione della partecipazione: Il CRS ha avuto un notevole successo nell’allargare la rete di giurisdizioni partecipanti. Nel futuro, è probabile che si assista a un ulteriore aumento del numero di paesi che aderiscono al CRS e implementano lo scambio automatico di informazioni finanziarie. Questo contribuirà a rendere più difficile per i contribuenti nascondere attività finanziarie all’estero;
  2. Maggiore standardizzazione e collaborazione: Il CRS potrebbe evolvere verso una maggiore standardizzazione dei requisiti di reporting e degli accordi di scambio di informazioni finanziarie. Ciò faciliterebbe la collaborazione tra le giurisdizioni partecipanti, semplificando i processi di reporting e riducendo gli oneri amministrativi per le istituzioni finanziarie. Una maggiore standardizzazione consentirebbe anche una migliore comparabilità delle informazioni finanziarie scambiate tra i paesi;
  3. Tecnologia e intelligenza artificiale: La continua evoluzione delle tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale e la blockchain, potrebbe avere un impatto significativo sul futuro del CRS. L’implementazione di soluzioni tecnologiche avanzate potrebbe migliorare l’efficienza e l’accuratezza del processo di reporting, semplificando la raccolta e l’elaborazione delle informazioni finanziarie. Ciò potrebbe consentire una maggiore tempestività nello scambio di dati e una migliore identificazione delle potenziali irregolarità fiscali;
  4. Rafforzamento delle misure antievasione: Nel futuro, è probabile che si assista a un costante rafforzamento delle misure antievasione e delle sanzioni nei confronti dei contribuenti che cercano di eludere l’obbligo di reporting finanziario. Le autorità fiscali continueranno a collaborare per individuare e perseguire le violazioni del CRS, al fine di garantire la conformità fiscale e la trasparenza finanziaria;
  5. Monitoraggio e valutazione: Sarà importante effettuare una costante valutazione del funzionamento del CRS e del suo impatto sulla lotta all’evasione fiscale. Le giurisdizioni partecipanti dovranno collaborare per monitorare l’efficacia dello scambio automatico di informazioni finanziarie e identificare eventuali aree di miglioramento. Ciò potrebbe comportare l’aggiornamento e l’adattamento del CRS per affrontare nuove sfide e lacune identificate nel sistema.

In conclusione, il futuro del Common Reporting Standard è orientato verso un maggiore scambio di informazioni finanziarie tra le giurisdizioni partecipanti e un rafforzamento della collaborazione internazionale per combattere l’evasione fiscale. Il progresso tecnologico e la standardizzazione dei processi potrebbero contribuire a rendere il CRS più efficiente ed efficace nel garantire la conformità fiscale e la trasparenza finanziaria a livello globale.

Fonte:
Federico Migliorini
Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.

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