Sono in arrivo le lettere di compliance da parte dell’Agenzia delle Entrate in caso di omessa dichiarazione IVA 2023 o mancata compilazione del Quadro VE in relazione al periodo d’imposta 2022. L’Agenzia delle Entrate invita i contribuenti, che ne riceveranno comunicazione, a verificare la correttezza dei dati ed eventualmente giustificare l’anomalia.

L’Agenzia dell’Entrate chiarisce tutto nel provvedimento n. 210441 del 13 giugno 2023 e offre l’opportunità a questi contribuenti di regolarizzare la propria posizione e inviare in modo tardivo la dichiarazione entro il 31 luglio 2023, al fine di rimediare alle irregolarità tramite ravvedimento operoso.

Omessa dichiarazione IVA 2023, le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate fornisce le istruzioni per regolarizzare la propria posizione e beneficiare della riduzione delle sanzioni al fine di favorire l’adempimento spontaneo. Troviamo tutte le informazioni nel provvedimento n. 210441 del 13 giugno 2023 relativo all’attuazione dell’articolo 1, commi da 634 a 636, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 – “Comunicazioni per la promozione dell’adempimento spontaneo nei confronti dei soggetti per i quali risulta la mancata presentazione della dichiarazione IVA relativa al periodo d’imposta 2022, ovvero la presentazione della stessa senza la compilazione del quadro VE o con operazioni attive dichiarate per un ammontare inferiore a 1000 euro“.

Al punto 1.1 del provvedimento, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che effettuerà i controlli mediante l’incrocio dei dati provenienti da:

  • fatture elettroniche;
  • operazioni di cessione di beni e di prestazione di servizi effettuate e ricevute verso e da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato;
  • corrispettivi giornalieri trasmessi dai contribuenti soggetti passivi IVA.

L’obiettivo che si pone è quello di controllare se sussistono uno dei seguenti elementi:

  • omessa dichiarazione IVA 2023 per l’anno d’imposta 2022;
  • presentazione della dichiarazione IVA senza il quadro VE;
  • operazioni attive dichiarate per un ammontare inferiore a 1000 euro, ovvero “minore rispetto all’ammontare delle cessioni rilevanti ai fini IVA effettuate nel medesimo periodo d’imposta“.

In questi casi, l’Agenzia delle Entrate informerà i contribuenti coinvolti mediante lettere di compliance e fornirà le informazioni necessarie affinché possano giustificare eventuali discordanze mediante la presentazione di elementi, fatti e circostanze di cui l’Agenzia delle Entrate non è a conoscenza, con l’invito a mettersi in regola.

Il punto 1.2. riporta i dati che possono essere inclusi nelle comunicazioni per giustificare l’omessa dichiarazione IVA nei confronti dell’amministrazione finanziaria, ovvero:

  • codice fiscale e denominazione/cognome e nome del contribuente;
  • numero identificativo della comunicazione e anno d’imposta;
  • data e protocollo telematico della dichiarazione IVA trasmessa per il periodo di imposta 2022;
  • data di elaborazione della comunicazione in caso di mancata presentazione della dichiarazione IVA entro i termini prescritti.

Lettere di compliance, come avviene l’invio

L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione due modalità di accesso alle informazioni relative all’omessa dichiarazione Iva 2023. In prima battuta, le lettere di compliance saranno inviate tramite PEC al domicilio digitale dei contribuenti interessati.

La comunicazione sarà disponibile anche all’interno del Cassetto Fiscale del contribuente. Ecco il percorso da seguire sul sito web dell’Agenzia dell’Entrate per visionare le informazioni:

  • autentificazione all’interno dell’area riservata denominata “Cassetto fiscale“;
  • accesso alla sezione “Fatture e Corrispettivi”.

I contribuenti hanno la facoltà di utilizzare intermediari autorizzati per inviare comunicazioni per richiedere informazioni o segnalare elementi, fatti e circostanze che non sono a disposizione dell’Agenzia dell’Entrate, mediante l’invio di una comunicazione tramite PEC. Come precisato al punto 3.1 del provvedimento, non è possibile rispondere direttamente alla comunicazione ricevuta, in quanto la casella di posta non è abilitata a ricevere e-mail in entrata.

Omessa dichiarazione IVA 2023, come regolarizzare la posizione entro il 31 luglio

Il punto 5 del provvedimento del 13 giugno specifica le modalità con cui il contribuente può regolarizzare la propria posizione, in seguito a eventuali errori o omissioni, e beneficiare della riduzione delle sanzioni previste per tali violazioni. I contribuenti, che non hanno inoltrato la dichiarazione IVA entro i tempi stabiliti, devono inviare la dichiarazione IVA entro il 31 luglio 2023, con il versamento delle sanzioni in misura ridotta, come previsto dall’articolo 13, comma 1 lettera c), del Dlgs n. 472/1997.

Perché si fa riferimento proprio al 31 luglio 2023? La risposta è semplice. La presentazione della dichiarazione IVA 2023 deve essere effettuata entro 90 giorni dalla scadenza del termine ordinario, inizialmente previsto per il 30 aprile 2023, ma poi posticipato al 2 maggio, in quanto cadeva di domenica. Il termine ultimo per regolarizzare la propria posizione diventa quindi il 31 luglio 2023.

Anche per i contribuenti che non hanno compilato il Quadro VE o che hanno dichiarato operazioni attive per un importo inferiore a 1.000 euro, il termine del 31 luglio rimane valido. In tali situazioni, è possibile regolarizzare la propria posizione mediante il ravvedimento operoso, che consente di beneficiare di una diminuzione delle sanzioni proporzionale al tempo trascorso dall’accertamento delle violazioni.

Risulta fondamentale evidenziare che sarà possibile procedere con la regolarizzazione anche qualora la violazione sia già stata accertata o siano state avviate attività di controllo come accessi, ispezioni o verifiche, di cui i contribuenti interessati siano stati ufficialmente informati. Tuttavia, non sarà consentito effettuare la regolarizzazione nel caso di ricezione di un atto di accertamento o di una comunicazione di irregolarità successivi a controlli formali.

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