La normativa antiriciclaggio è principalmente disciplinata dal Decreto Legislativo 231/2007, che recepisce la Direttiva 2005/60/CE relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario per il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Tuttavia, nel corso del tempo, sono stati introdotti importanti aggiornamenti con il Decreto Legislativo 90/2017, che ha implementato la Direttiva 2015/849/UE e con il D.LGS N.125/2019.
Il tema dell’antiriciclaggio è un tema molto sentito in Italia, specie dalla politica che nel corso degli anni è intervenuta a più riprese sul tema regolamentandolo con diverse normative.
Le normative antiriciclaggio in Italia
- Decreto Legislativo 231/2007: Questo decreto ha istituito norme per la prevenzione e la repressione del riciclaggio di denaro. Le disposizioni si applicano a vari soggetti, tra cui gli intermediari finanziari, le banche, le assicurazioni, gli organismi di pagamento e altri operatori del settore finanziario;
- Decreto Legislativo 90/2017: Questo decreto ha introdotto importanti modifiche alla normativa antiriciclaggio in conformità con la Direttiva europea 2015/849/UE.
Tra le novità si può innanzitutto constatare un ampliamento del campo di applicazione per includere nuove categorie di soggetti, come i fornitori di servizi di cambio tra valute virtuali e i portafogli elettronici.
Sono stati introdotti poi maggiori obblighi di adeguata verifica della clientela e di segnalazione di operazioni sospette ed è stato creato un Registro degli esercenti di servizi di cambio tra valute virtuali presso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).
Quanto all’Autorità di Vigilanza esiste in Italia l’Autorità di Informazione Finanziaria (UIF): organismo italiano responsabile per la prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. L’UIF è competente per la ricezione e l’analisi delle segnalazioni di operazioni sospette.
La normativa di cui al Decreto Legislativo 90/2017 prevede sanzioni penali e amministrative per le violazioni delle disposizioni antiriciclaggio. Le sanzioni possono includere multe e, in alcuni casi, possono portare al sequestro dei beni.
- Decreto Legislativo 92/2017: recante Disposizioni per l’esercizio dell’attività di compro oro, in attuazione dell’articolo 15, comma 2, lettera l), della legge 12 agosto 2016, n. 170;
- Decreto Legislativo 125/2019: Modifiche ed integrazioni ai decreti legislativi 25 maggio 2017, n. 90 e n. 92, recanti attuazione della direttiva (UE) 2015/849, nonchè attuazione della direttiva (UE) 2018/843.
La Legge n. 231/2007
Il Decreto Legislativo 231/2007 è una normativa italiana che disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni, anche prive di personalità giuridica, per reati commessi nell’interesse o a vantaggio delle stesse. Questo decreto è stato emanato per attuare la Direttiva 2005/60/CE relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario per il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Detta legge impone un’analisi dettagliata della struttura e delle attività dell’organizzazione per valutare la sua conformità alla normativa. Questa analisi comprende la revisione delle politiche, dei processi aziendali e dei controlli interni.
Le verifiche condotte sulla base della 231 possono includere la progettazione e l’implementazione di sistemi di gestione adeguati, che includono procedure e misure atte a prevenire reati specifici come corruzione, frode, riciclaggio di denaro e altri illeciti.
Sempre sulla base di quanto previsto dalla normativa può essere prevista l’elaborazione di Codici Etici e Procedure Interne che definiscono chiaramente gli standard di condotta aziendale e i protocolli per affrontare situazioni che potrebbero portare a violazioni.
Gli esperti possono poi rivedere i contratti, le relazioni aziendali e i processi di selezione e gestione dei fornitori per identificare e mitigare i rischi di corruzione e altri reati.
Può essere implementato un Sistema di Monitoraggio e Reporting per individuare tempestivamente eventuali comportamenti non conformi e attuare le azioni correttive necessarie e possono infine essere condotte valutazioni dei rischi per identificare le aree a maggiore rischio di violazioni della legge e sviluppare strategie per mitigare questi rischi.
L’obiettivo della Legge 231 è quindi quello di aiutare le organizzazioni a creare un ambiente aziendale etico, a ridurre i rischi legali e a garantire la conformità alle leggi anticorruzione e antiriciclaggio.
I punti chiave del Decreto Legislativo 231/2007 sono quindi:
- Responsabilità Amministrativa delle Persone Giuridiche: la legge introduce il concetto di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche per specifici reati, come corruzione, frode, riciclaggio di denaro, e altri reati finanziari.
- Sanzioni: Le persone giuridiche possono essere soggette a sanzioni amministrative, come multe, confisca e divieto temporaneo o permanente di svolgere attività commerciali. L’importo delle sanzioni può variare in base alla gravità del reato e alle circostanze specifiche.
- Strutture Organizzative per la Prevenzione: Il Decreto Legislativo 231/2007 impone alle persone giuridiche di adottare misure organizzative e di controllo interno per prevenire i reati indicati nella normativa. Ciò include l’istituzione di organi di vigilanza e controllo e l’adozione di modelli organizzativi e di gestione idonei a prevenire i reati.
- Ruolo dell’Organo di Vigilanza: Le organizzazioni devono designare un “Organo di Vigilanza” con il compito di vigilare sull’efficacia e sull’adeguatezza dei modelli di organizzazione adottati, segnalando eventuali irregolarità o inefficienze.
- Società Collegate e Controllate: Il Decreto Legislativo 231/2007 si applica anche alle società collegate o controllate, richiedendo che adottino misure simili di prevenzione dei reati.
- Adozione di Modelli di Organizzazione e di Gestione: Le persone giuridiche devono adottare “modelli di organizzazione e di gestione” che contengano misure idonee a prevenire i reati indicati. Questi modelli devono essere aggiornati e adeguati alle caratteristiche dell’organizzazione.
- Verifica dell’Efficacia: Le persone giuridiche devono periodicamente verificare l’efficacia dei modelli di organizzazione e di gestione, apportando eventuali modifiche o aggiornamenti necessari.
- Protezione dei Dipendenti Segnalatori: Il Decreto Legislativo 231/2007 prevede misure di protezione per i dipendenti che segnalano in buona fede condotte irregolari o illegali all’interno dell’organizzazione.
È importante sottolineare che il Decreto Legislativo 231/2007 è stato successivamente modificato e integrato da altre normative, vedi il Decreto Legislativo n.90/2017 che ha recepito la Direttiva europea 2015/849/UE, rafforzando le misure di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. Tra le principali novità introdotte vi è l’estensione delle norme antiriciclaggio a nuove categorie di soggetti, inclusi i fornitori di servizi di cambio tra valute virtuali e i portafogli elettronici e il Decreto Legislativo 125/2019 che ha introdotto ulteriori modifiche alla normativa antiriciclaggio, recependo la Direttiva (UE) 2018/843.
Le novità introdotte dal D.lgs. n. 125/2019
Il D. Lgs. 4 ottobre 2019, n. 125, ha modificato il decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 apportando importanti novità. Tra le quali:
- Divieto di emissione ed utilizzo di prodotti di moneta elettronica anonimi, vedi le carte prepagate anonime che potrebbero essere facilmente utilizzabili per la commissione di reati.
- Le sanzioni per l’omissione di segnalazione che divengono applicabili, oltre che nei confronti del personale di intermediari bancari finanziari e di società fiduciaria, anche ai revisori responsabili di incarichi di revisione delle società di revisione legale.
Il Decreto affida poi a Banca d’Italia e Ivass la possibilità di irrogare sanzioni anche nei confronti di soggetti che esercitano funzioni di amministrazione, controllo e direzione dell’intermediario vigilato.
Inoltre viene potenziato anche il ruolo della Consob, è stata infatti prevista per quest’ultima la possibilità di irrogare sanzioni sia nei confronti dei revisori legali delle società di revisione con incarichi di revisione su enti di interesse pubblico o su enti sottoposti a regime intermedio sia verso titolari di funzioni di amministrazione, direzione e controllo.