Avevamo parlato in un articolo precedente della possibilità di una nuova patrimoniale, misura eccezionale che viene messa in campo dallo stato in situazioni di emergenza, per recuperare fondi. La patrimoniale di fatto è una tassa, applicata una tantum o su un preciso periodo, di cui gli italiani temono l’applicazione.
Indubbiamente la situazione in cui l’Italia, come altri paesi d’Europa e del mondo, si sta trovando, è di portata eccezionale. Lo scoppio della pandemia ha causato problemi sia di natura sanitaria che economica.
La limitazione alle attività e lo stop agli spostamenti ha provocato infine proteste nelle principali città italiane, sempre più colpite dalla crisi.
In questo frangente lo stato ha erogato misure straordinarie di sostegno ai cittadini, che vanno dai ristori per le imprese ai bonus INPS per sostenere le famiglie. La situazione economica è precaria, e senza sussidi alle famiglie si rischia di raggiungere un livello di povertà e malcontento senza precedenti.
Il governo in passato ha stanziato 32 miliardi di euro per l’erogazione dei sussidi alla popolazione. E sta per stanziarne altri 40 miliardi per i prossimi mesi. La nota positiva è che per la stagione estiva si prospettano riaperture, di cui potrà beneficiarne soprattutto il turismo.
Perché si parla di patrimoniale
La patrimoniale, come abbiamo visto, è una misura applicabile in casi eccezionali. Può avvenire una tantum, o tramite tassa riscossa con specifici criteri per un dato periodo.
Il momento storico era straordinario, a causa delle trasformazioni economiche della lira, e gli italiani erano stati tassati sui conti correnti con una cifra prelevata una tantum. Indubbiamente la misura aveva destato non poca polemica tra i cittadini, e lo stesso rischia di accadere nel 2021.
Si sta parlando di patrimoniale per recuperare una parte dell’enorme debito che lo stato ha fatto per sostenere le misure di sussidio di emergenza. E l’ipotesi più accreditata è quella di un prelievo dai conti correnti dei cittadini, proprio come avvenne nel 1992.
La differenza, è che attualmente si parla di patrimoniale sui redditi più alti e sui grandi patrimoni, questo significa che non tutti gli italiani verrebbero coinvolti dall’odiata tassa. La proposta arriva non solo dall’Italia, ma dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) che ha come obiettivo la stabilità monetaria.
Perché patrimoniale sui redditi più alti
La patrimoniale che si sta ipotizzando, riguarderebbe dunque il prelievo forzoso solo per chi produce un reddito elevato o dispone di grandi patrimoni, alla luce del fatto che una patrimoniale applicata globalmente potrebbe danneggiare ulteriormente le fasce più povere di popolazione.
Ma l’ipotesi valuta anche l’applicazione di una vera e propria tassa sui conti correnti, variabile in base all’importo di cui il conto può disporre. Una misura più “equa” rispetto a quella che nel 1992 ha visto prelevare la medesima cifra da tutti i conti correnti.
L’FMI ha proposto una tassa patrimoniale sui conti correnti per finanziare le spese sostenute dagli stati per l’emergenza Covid-19. E in linea generale per alleggerire il debito pubblico.
L’FMI parla però di una tassa una tantum, da applicare soprattutto per limitare le disuguaglianze che stanno crescendo a livello economico. Come conferma lo stesso Fondo Monetario Internazionale, c’è sempre più distanza tra le condizioni economiche dei ricchi rispetto ai poveri, con differenze sociali sempre più marcate.
I ricchi sono sempre più ricchi, e i poveri, anche a causa della situazione pandemia, sono sempre più poveri.
La lotta al debito per le generazioni future
Uno dei problemi a cui si sta pensando, riguarda il debito pubblico, che si riverserà sulle giovani generazioni. Colmare questo tipo di debito non è cosa facile, e in Italia il suo valore ha un primato assoluto.
Nel 2021 il debito pubblico è di oltre 2.600 miliardi, in crescita esponenziale. Un aumento che minaccia di non fermarsi, soprattutto alla luce delle spese impiegate per fronteggiare l’emergenza virus. Ricordiamo che dal 2020 lo stato impiega sussidi in modo massiccio sia per le imprese che per i lavoratori e le famiglie, attraverso:
• Cassa integrazione;
• Bonus INPS: reddito di cittadinanza e di emergenza;
• Sostegni alle famiglie: bonus nido e bonus nascite;
• Sussidi per i lavoratori: 2.400 euro ai lavoratori stagionali;
• Sgravi fiscali: incentivi per le assunzioni delle categorie più svantaggiate.
Per quanto riguarda questo ultimo punto poi, sappiamo che è in previsione un’ulteriore riforma fiscale, accompagnata da quella per il mercato del lavoro.
Alla luce di tutti gli aiuti impiegati, e dell’applicazione di altri 40 miliardi a sostegno dei cittadini, il debito pubblico rischia ulteriori impennate. E l’applicazione di una patrimoniale straordinaria sui conti sembra essere l’unica soluzione per saldare i costi.
La patrimoniale non riguarderebbe unicamente l’Italia
L’ipotesi patrimoniale non riguarda solo il nostro paese, perché l’FMI suggerisce che l’applicazione di questa misura è necessaria su larga scala, per favorire una distribuzione monetaria più equa. Il virus, in maggiore o minore scala, ha coinvolto pressoché tutto il mondo. L’ipotesi di aggiungere una tassa sui più ricchi, secondo l’FMI, è significativa per dare un messaggio di uguaglianza.
Bisogna anche tenere conto del fatto che sono aumentati negli ultimi anni i miliardari. E imporre una tassa sui ricchi sembrerebbe un modo per arginare le differenze sociali che si sono generate anche a causa della pandemia.
La tassa sarebbe applicabile non solo sui singoli individui, ma anche sulle aziende che di fatto si sono arricchite durante i mesi di emergenza, come le grandi multinazionali. Se da un lato il rischio patrimoniale sembra quasi concretizzato, dall’altro la misura andrebbe ad intaccare solamente i grandi ricchi, e a sostenere i sussidi applicati per la lotta alla pandemia.
In questi giorni in Italia si parla anche di riaperture. Con le ultime disposizioni del governo, nei prossimi mesi vedremo aperture scaglionate in base al settore. Potranno ripartire molte attività che hanno subito chiusure per mesi, tra cui l’ambito ristorativo.
Le riaperture sono state richieste in larga misura, dalle proteste dei cittadini italiani nelle principali città. E sono auspicabili anche per far ripartire il settore turistico in vista della bella stagione.
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