Continuità aziendale

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    Che cos’è il principio di continuità aziendale?

    Il postulato della continuità aziendale è un concetto giuridico che si riferisce alla presunzione che un’impresa o un’organizzazione continuerà a operare in modo normale, anche in caso di cambiamenti nella proprietà o nella gestione. In altre parole, si assume che l’impresa o l’organizzazione continuerà a svolgere le sue attività senza interruzione, indipendentemente dai cambiamenti nella sua struttura proprietaria o gestionale.

    Il postulato della continuità aziendale viene spesso utilizzato in ambito giuridico per determinare le conseguenze di una determinata azione o evento sull’impresa o sull’organizzazione. Ad esempio, può essere applicato per determinare se un’impresa o un’organizzazione è responsabile di un debito o di un impegno preso in precedenza, o per stabilire se un contratto o un accordo è ancora valido in seguito a un cambiamento nella proprietà o nella gestione.

    Inoltre, il postulato della continuità aziendale viene spesso utilizzato per proteggere gli interessi dei creditori e dei fornitori di un’impresa o di un’organizzazione, poiché questi ultimi devono poter contare sulla continuità delle attività dell’impresa o dell’organizzazione per ottenere il pagamento dei debiti o per ottenere il compimento degli impegni presi.

    Chi valuta la continuità aziendale?

    La continuità aziendale viene valutata da diversi soggetti a seconda delle circostanze e del contesto in cui viene considerata.

    In generale, la continuità aziendale viene valutata dalle autorità giudiziarie o dai tribunali in caso di controversie legali che coinvolgono l’impresa o l’organizzazione. In questi casi, i giudici o gli arbitri valutano se l’impresa o l’organizzazione ha mantenuto la continuità delle sue attività e se questa continuità può avere un’influenza sulla questione in discussione.

    Inoltre, la continuità aziendale può essere valutata da esperti o consulenti indipendenti, come avvocati o consulenti aziendali, che vengono incaricati di fornire una valutazione della continuità delle attività dell’impresa o dell’organizzazione in un determinato contesto.

    Infine, la continuità aziendale può essere valutata anche da istituzioni finanziarie o dalle autorità di regolamentazione, come le banche o le autorità di vigilanza, che utilizzano questa valutazione per determinare il livello di rischio associato all’impresa o all’organizzazione e per decidere se concedere finanziamenti o autorizzazioni.

    Quale è il principio contabile italiano che disciplina l’utilizzo del postulato della continuità aziendale?

    In Italia, il principio contabile che disciplina l’utilizzo del postulato della continuità aziendale è il Principio Contabile Nazionale (PCN) n. 8 “Continuità aziendale e valutazione delle attività e passività“.

    Il PCN n. 8 stabilisce che le imprese devono assumere che l’azienda continuerà a operare per tutto il periodo di previsione e che le attività e le passività devono essere valutate sulla base di questa ipotesi. Tuttavia, il PCN n. 8 specifica anche che questa ipotesi deve essere revocata se ci sono indizi sostanziali che l’azienda non continuerà a operare come previsto. Inoltre, il PCN n. 8 stabilisce che le imprese devono considerare l’effetto delle variazioni delle condizioni economiche e finanziarie future sull’azienda, come ad esempio il tasso di inflazione o il tasso di interesse, e che queste variazioni devono essere riflesse nella valutazione delle attività e delle passività.

    Il PCN n. 8 è parte del sistema dei principi contabili nazionali adottato in Italia, che fornisce le linee guida per la redazione del bilancio d’esercizio delle imprese italiane.

    Quale normativa ha l’obiettivo di garantire la continuità aziendale delle piccole e medie imprese?

    In Italia, la normativa che ha l’obiettivo di garantire la continuità aziendale delle piccole e medie imprese (PMI) è contenuta principalmente nella Legge 27 dicembre 2006, n. 296 (cosiddetta “Legge sulla crisi di impresa e dell’insolvenza“). Questa legge ha introdotto una serie di misure e strumenti giuridici volti a favorire il superamento della crisi aziendale e a evitare il fallimento delle imprese, in particolare delle PMI.

    Tra le misure previste dalla legge per garantire la continuità aziendale delle PMI, si possono menzionare:

    • La procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento: questa procedura consente alle imprese in difficoltà di ottenere un piano di rientro dei debiti, attraverso un accordo con i creditori.
    • La procedura di concordato preventivo: questa procedura permette alle imprese di ottenere un accordo con i creditori per il pagamento dei debiti in modo dilazionato, al fine di evitare il fallimento.
    • Il fallimento ordinario: in caso di impossibilità di raggiungere un accordo con i creditori, l’impresa può ricorrere alla procedura fallimentare, che prevede la liquidazione dei beni aziendali per il pagamento dei creditori. Tuttavia, anche in questo caso, la legge prevede alcune misure per favorire la continuità aziendale, ad esempio attraverso la cessione dell’azienda o del ramo d’azienda a terzi.

    Oltre a queste misure, la legge prevede anche altri strumenti giuridici per favorire la continuità aziendale delle PMI, ad esempio la cessione del quinto dello stipendio o la cessione del credito. Inoltre, a livello europeo, esistono diverse iniziative volte a sostenere la continuità aziendale delle PMI, come il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) e il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (EFSI), che forniscono finanziamenti a tasso agevolato alle PMI per favorire la loro crescita e sviluppo.

    La verifica della continuità aziendale da parte del revisore legale

    La verifica della continuità aziendale è una attività svolta dal revisore legale durante la revisione dei bilanci delle imprese. Il revisore legale è un professionista indipendente che ha il compito di esaminare e verificare la correttezza e la veridicità dei bilanci delle imprese, al fine di garantire che essi rappresentino in modo fedele e trasparente la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa.

    La verifica della continuità aziendale è una parte importante della revisione dei bilanci, poiché consente di valutare se l’impresa è in grado di continuare la propria attività in modo sostenibile nel medio-lungo periodo. In particolare, il revisore legale deve verificare se l’impresa ha le risorse finanziarie sufficienti per far fronte ai propri impegni e se è in grado di generare profitti in modo stabile nel tempo.

    Per effettuare la verifica della continuità aziendale, il revisore legale utilizza diverse tecniche di analisi, come l’analisi delle tendenze storiche, l’analisi dei flussi di cassa e l’analisi della struttura finanziaria dell’impresa. In base ai risultati ottenuti, il revisore legale può formulare un parere sulla continuità aziendale dell’impresa, che viene riportato nel rapporto di revisione.

    In caso di dubbi sulla continuità aziendale dell’impresa, il revisore legale può formulare un parere con riserva, che indica la presenza di incertezze sulla sostenibilità dell’attività aziendale nel medio-lungo periodo. In questi casi, è opportuno che l’impresa adotti le opportune misure per garantire la continuità aziendale, ad esempio attraverso la ricerca di nuove fonti di finanziamento o la revisione della propria strategia aziendale.

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