La valutazione di convenienza tra i regimi fiscali per chi apre partita IVA non è mai semplice. Il nostro legislatore ha previsto diversi regimi fiscali applicabili a chi decide di mettersi in proprio. Considerate le tantissime richieste che ci arrivano su questo argomento abbiamo deciso di dedicare questo articolo nel fornire alcuni test da effettuare per valutare la convenienza per l'applicazione del regime forfettario.
Attualmente, infatti, questo regime fiscale è quello che offre la tassazione migliore. Tuttavia, non è detto che questo regime sia quello più conveniente fiscalmente in ogni caso. Di seguito, il nostro test di convenienza fiscale. Qualora al termine dello stesso tu abbia ancora dubbi puoi contattarci per ricevere una consulenza personalizzata, ed eventualmente essere seguito da un dottore Commercialista esperto per la tua attività di lavoro autonomo o di impresa.
Test di convenienza per il regime forfettario
In questo test abbiamo raccolto sette domande che devi porti se stai per aprire una partita IVA per valutare la convenienza nell'applicazione del regime forfettario. Se hai dubbi sul rispetto dei requisiti previsti per il regime forfettario, puoi confrontarti con il tuo Commercialista, oppure contattarci per ricevere una consulenza personalizzata. Ogni situazione, infatti, è diversa e deve essere valutata nel suo complesso, sia in relazione alle condizioni personali del soggetto che di quelle dell'attività che sta svolgendo.
Di seguito il nostro test per la valutazione di convenienza verso il regime forfettario.
1) Il contribuente può beneficiare di deduzioni o detrazioni IRPEF significative?
Chi opta per il forfettario versa un'imposta sostitutiva (al 15% o, per le start-up, al 5%), da cui non è possibile “scaricare” gli oneri detraibili o deducibili che abbattono l'IRPEF. Caso classico da valutare riguarda le detrazioni fiscali per l'edilizia (ristrutturazioni, con detrazione 50%, riqualificazione energetica, al 65%, oppure i lavori che concorrono alla detrazione al 110%). Allo stesso modo oneri deducibili da considerare sono quelli legati ai contributi versati a forme di previdenza complementare, oppure le detrazioni per coniuge a carico o per figli a carico di età superiore ai 21 anni (quelli di età inferiore concorrono all'assegno unico ed universale).
L'aspetto da valutare è l'impatto di questi oneri sul reddito del contribuente per capire quale potrebbe essere l'onere fiscale che si può risparmiare con una tassazione IRPEF (rispetto al forfettario). Questa valutazione è influenza dalla possibilità, per il contribuente di percepire ulteriori redditi imponibili IRPEF, che potrebbero permettere di usufruire del forfettario e continuare a sfruttare questi oneri deducibili e detraibili. E' il caso di redditi da lavoro dipendente (sotto la soglia prevista per l'applicazione del forfettario, o redditi fondiari). In ogni caso, indispensabile è una valutazione comparativa tra tassazione IRPEF e tassazione flat. Se l'IRP...

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