L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, il 10 febbraio 2023, ha chiarito chi può accedere alla Rottamazione Quarter nel 2023 e molti altri dubbi che assillano i contribuenti.
La buona notizia è che tutti possono beneficiare della nuova tregua fiscale, prevista dalla Legge di Bilancio 2023: in particolare, chi non è riuscito a inviare la domanda per la Rottamazione ter, chiusa alla fine dell’anno scorso e deve ancora saldare i carichi di riscossione affidati all’agente dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.
Rientrano nella nuova pace fiscale anche i cittadini che, nei primi giorni di dicembre, hanno tentato di pagare i debiti rimanenti ma a causa di un malfunzionamento del servizio online dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, non ci sono riusciti.
Le domande per la definizione agevolata delle cartelle possono essere inviate entro il 20 aprile di quest’anno e la prima rata (o la rata unica) deve essere saldata il 31 luglio 2023.
Capiamo subito chi può accedere alla nuova Rottamazione delle cartelle 2023 e quali sono le scadenze da rispettare, nel corso dell’anno, per essere in regola con i pagamenti.
Indice degli Argomenti
- Rottamazione quarter: chi si salva grazie alla pace fiscale 2023
- Saldo e stralcio delle cartelle fino a 1000 euro
- Come pagare le somme dovute grazie alla Rottamazione quarter
- Quando si pagano i bollettini delle rate dovute?
- Rottamazione quarter: cosa fare se si è già presentata domanda di rateizzazione nel 2022
Rottamazione quarter: chi si salva grazie alla pace fiscale 2023
Con un comunicato stampa datato 20 gennaio 2023, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha dato il via alla nuova Rottamazione delle cartelle 2023.
I cittadini interessati possono inoltrare la richiesta per la definizione agevolata delle cartelle tramite apposito form online entro il 30 aprile 2023.In questo modo, i contribuenti possono sanare i debiti accumulati dal 1°gennaio 2000 al 30 giugno 2022 nei confronti di un Ente statale e affidati alla riscossione da parte dell’agente Ex Equitalia, ora ADER.
Possono inoltrare la domanda anche i cittadini che devono saldare:
- cartelle non riassorbite in precedenti rottamazioni che risultano, di conseguenza, decadute per mancato pagamento;
- oppure cartelle non pagate in caso di oggettivo impedimento, dovuto al malfunzionamento dei servizi telematici.
La sanatoria prevista dal Governo nel 2023 (art. 1, commi 231 – 252 della Legge n. 197/2022) prevede di rottamare oltre alle cartelle di pagamento, anche gli accertamenti esecutivi e gli avvisi di addebito INPS.
Ciò significa che la pace fiscale 2023 riguarda le somme non pagate relative a:
- imposte quali Irpef, Ires, IVA;
- tributi locali (quali l’IMU, la TARI, la vecchia TARSU);
- bollo e multe dell’auto.
Quali cartelle sono escluse dalla rottamazione
Non rientrano nella tregua fiscale 2023, i carichi affidati all’agente della riscossione prima del 1° gennaio 2020 e dopo il 30 giugno 2022. Ma anche i carichi per:
- crediti che derivano da pronunce di condanna della Corte dei conti;
- multe e sanzioni pecuniarie da provvedimenti o sentenze penali di condanna;
- sanzioni diverse da quelle spettanti per violazioni tributarie;
- sanzioni per obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali;
- dazi doganali e IVA all’importazione (rispetto all’ex art. 5 del D.L. n. 119/2018);
- risorse tradizionali proprie (previste dall’articolo 2, paragrafo 1, lettera a) delle decisioni 2007/436/CE Euratom del Consiglio del 7 giugno 2007 e 2014/335/UE Euratom del Consiglio del 26 maggio 2014);
- somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato (art. 16 del regolamento UE 2015/1589 del Consiglio del 13 luglio 2015).
Saldo e stralcio delle cartelle fino a 1000 euro
A partire da quest’anno, entro il limite di 1.000 euro, le cartelle di carichi affidati all’agente della riscossione tra il 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 sono stralciate automaticamente: in sostanza, il contribuente non deve pagare alcuna somma, grazie al saldo e stralcio ottenendo una sorta di condono sui debiti contratti con il Fisco.
Ma come si determina il limite di 1000 euro?
Tale somma è calcolata in relazione agli importi dei singoli carichi contenuti nella stessa cartella e non dell’importo complessivo della cartella. Quindi, nel caso in cui una singola cartella comprenda più imposte, il tetto di 1000 euro viene considerato per singola somma dovuta.
Di conseguenza, se ci sono più imposte da pagare entro i 1.000 euro all’interno di una sola cartella, tutti i debiti vengono annullati.
Se è presente una sola imposta entro i 1000 euro, quella singola imposta verrà annullata con il saldo e stralcio mentre le rimanenti dovranno essere saldate.
Ad esempio, se la cartella contiene un’imposta IRPEF ancora da saldare, dal valore di 800 euro, questo debito è automaticamente estinto grazie al saldo e stralcio.
Se invece, all’interno della stessa cartella, si trovano contemporaneamente imposte di 900 euro e, allo stesso tempo, di 3000 euro solo la prima sarà estinta automaticamente. L’ultima dovrà essere pagata per intero o tramite un piano di rateizzazione.
Come pagare le somme dovute grazie alla Rottamazione quarter
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto la possibilità di pagare il debito residuo senza:
- corrispondere altre sanzioni;
- interessi di mora;
- l’aggio (gli oneri di riscossione che crescono in percentuale, andando a ritroso nel tempo).
Nei fatti, il contribuente deve pagare solo la maggiore imposta contestata; le spese di rimborso per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento e gli interessi di dilazione al 2%, in caso di rateizzazione della somma dovuta.
Infatti, il contribuente può decidere di saldare il suo debito in un’unica soluzione o in un massimo di 18 rate, distribuite nell’arco di 5 anni. Se si opta per la rateizzazione, occorre versare rate trimestrali di importo pari al 10% della somma complessivamente dovuta.
Chi presenta domanda per la rottamazione delle cartelle entro il 30 aprile, riceverà l’esito entro il 30 giugno. Questa data è anche il termine entro il quale l’Agenzia delle Entrate-Riscossione deve:
- dichiarare l’ammontare delle somme dovute;
- elargire i bollettini di pagamento, in base al piano di rate scelto;
- liquidare gli importi da versare, al netto di quelli già pagati e di quelli stralciati.
Quando si pagano i bollettini delle rate dovute?
La prima rata va pagata il 31 luglio 2023 (o l’unica rata se opta per questa soluzione). La seconda rata e quelle successive devono essere saldate il:
- 30 novembre 2023;
- 28 febbraio 2024;
- 31 maggio 2024;
- 31 luglio 2024;
- 30 novembre 2024.
Le rate ripartono con la stessa cadenza, ogni anno, dopo il 2024 e fino al 2028 se si è scelto il piano di rateizzazione quinquennale.
In caso di pagamento tardivo o mancato pagamento superiore a 5 giorni, la definizione agevolata risulta inefficace e i versamenti sono considerati a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto.
Come si pagano le somme dovute per la rottamazione delle cartelle?
Questa è una delle domande principali che assillano i cittadini. Le somme dovute si possono pagare in molti modi differenti ossia tramite:
- sito istituzionale;
- app Equiclick;
- domiciliazione sul conto corrente;
- moduli di pagamento distribuiti tramite i circuiti classici di pagamento (Poste, banche, home banking, tabaccai, ricevitorie)
- sportelli bancomat ATM che hanno aderito ai servizi CBILL;
- sportelli postali;
- una delle sedi presenti sul territorio nazionale dell’Agenzia delle Entrate-Sportello Riscossione (su appuntamento).
Rottamazione quarter: cosa fare se si è già presentata domanda di rateizzazione nel 2022
Una volta presentata la domanda per la Rottamazione quarter sono sospese le somme dovute in caso di rateizzazioni in corso non saldate fino alla scadenza della prima rata 2023 (o dell’unica rata).
Detto meglio, non occorre più pagare le rate di precedenti risoluzioni agevolate: vengono automaticamente revocate, nel caso in cui la domanda del cittadino venga accolta dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Inoltre, con la presentazione delle domande l’Ente non avvierà nuove procedure cautelari o esecutive nei confronti del contribuente.
Se la domanda viene respinta, al contrario, si tornerà al vecchio piano di pagamento rateizzato.