Il Bonus Contributi 2023 offre uno sgravio fiscale per i lavoratori che percepiscono uno stipendio mensile inferiore ai 2.692 €. Introduce, inoltre, un secondo scaglione, che porta a un aumento dal 2% al 3% dello “sconto fiscale” a favore di coloro che hanno uno stipendio inferiore a 1.923 € mensili, con la possibilità di raggiungere in busta paga fino a quasi 700 € in più all’anno. Scopriamo insieme come funziona il Bonus Contributi 2023 e chi sono i beneficiari.
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Bonus contributi 2023, i beneficiari
Il Bonus Contributi 2023 scatta a favore dei lavoratori con uno stipendio mensile inferiore a 2.692 €, al fine di aumentare la percentuale dello stipendio netto dei beneficiari. Introduce uno sgravio fiscale, che cambia a seconda dello stipendio, che si riceve mensilmente e comprende anche tredicesima. In questo modo, i lavoratori che percepiscono meno a fine mese, andranno a versare meno tasse.
A fronte di uno sgravio dello 0,80% da gennaio a giugno e del 2% da luglio a dicembre, la misura è stata confermata nella legge di Bilancio 2023 per coloro che percepiscono meno di 2.692 €, ovvero contano su una RAL annua di circa 35.000 €. Inoltre, è stata introdotta un’importante novità: lo sgravio passa dal 2% al 3% per coloro che hanno uno stipendio mensile al di sotto di 1.923 €, circa 25.000 € annui. In questo modo, per il 2023, questi lavoratori si ritroveranno in busta paga una maggiorazione, che potrebbe raggiungere i 57 € al mese.
Per i lavoratori, che superano la cifra di 2.692 € mensili, non ci sono cambiamenti. Resta la quota tassata in busta paga pari al 9,19% per i lavoratori dipendenti in ambito privato e all’8,80% per quelli nel settore pubblico, con l’eccezione dei lavoratori domestici.
Bonus contributi, il meccanismo dei 2 scaglioni
Il Bonus Contributi 2023 introduce due scaglioni, che seguono il seguente meccanismo:
- per i lavoratori che percepiscono uno stipendio mensile compreso tra 1.923 € e 2.692 €: è stata fissata una riduzione dei contributi al 2%. Ciò comporta un aumento in busta di paga di 53,84 € al mese, fino a raggiungere 699,92 € all’anno, ovvero l’importo massimo previsto;
- per i lavoratori che percepiscono uno stipendio mensile inferiore a 1.923 €: si passa al 3% del bonus contributi.
Il Bonus Contributi 2023 si basa sul seguente principio: gli aumenti diminuiscono a fronte di uno stipendio minore. Ad esempio, se prendiamo come riferimento 1.600 € mensili, che viene ritenuto lo stipendio medio in Italia, il bonus contributi prevede 32 € in più al mese, fino a raggiungere 416 € all’anno. Se scendiamo a una retribuzione mensile di 1.000 €, la busta paga aumenta di 30 € al mese. Il beneficio netto è quindi più contenuto per le fasce più basse.
Inoltre, il bonus non intacca la quota di contributi versata per la pensione, che sarà calcolata come se il versamento fosse pieno.
Busta paga, il ruolo dei datori di lavoro
Il Bonus Contributi 2023 introduce un taglio della quota della contribuzione a carico del lavoratore. La componente previdenziale del 9,19% scende a:
- 6,19 % fino alla soglia dei 1.923 € mensili;
- 7,19 % per i lavoratori che non superano i 2.692 € al mese.
Entrano quindi in gioco di datori di lavoro. Difatti, il Bonus contributi 2023 amplia il ruolo dei datori di lavoro, che si fanno carico della quota restante, nella misura del 23,81% per il settore privato e del 24,20% per quello pubblico.
Bonus contributi 2023, dove si trova in busta paga
Non tutti i lavoratori si sono resi conto del bonus contributi, in quanto l’aumento in busta paga non è così rilevante da saltare subito all’occhio. Tuttavia, è importante imparare a leggere la busta paga e capire dove trovare l’importo relativo al bonus.
Anche se il bonus è partito da gennaio 2023, si è reso necessario attendere l’apposita circolare Inps con le indicazioni operative. I lavoratori potranno, quindi, vedere il bonus anche sottoforma di arretrati per i mesi in cui non è stato possibile percepirlo.
Normalmente la voce del bonus sarà presente nella parte inferiore della busta paga dei dipendenti, dove si trovano i calcoli relativi alle trattenute per contributi Inps a carico del lavoratore, Irpef e così via. L’esonero del 2% o 3% potrà presentarsi con diverse denominazioni, con i relativi riferimenti normativi.
In conclusione, il Bonus Contributi 2023 s’inserisce all’interno delle politiche del governo, che si pongono come obiettivo la riduzione del cuneo fiscale, ovvero la differenza tra importo lordo e netto dello stipendio in busta paga. Al momento, l’esecutivo è intervenuto sulla quota dei contributi a carico del lavoratore. L’obiettivo del governo è di agire sull’aliquota contributiva di cinque punti percentuali, per i quali serviranno quindi ingenti risorse. La strada da percorrere resta ancora lunga.