Decreto carburanti: incentivi fino a 60 mila euro per colonnine elettriche

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Approdato ieri, 4 settembre, in Consiglio dei Ministri la riforma dei distributori con il Decreto carburanti. Il Governo Meloni punta ad una riqualificazione ecologica della rete di impianti delle stazioni di servizio, con un occhio di riguardo alle tecnologie green, come le ricariche elettriche per veicoli con potenza pari o superiore a 90 kilowatt e i biocarburanti. Gli incentivi per la riconversione dei distributori di benzina includono un contributo fino a 60.000 euro, che coprirà fino al 50% delle spese sostenute dalle stazioni di servizio che installeranno infrastrutture per la ricarica elettrica entro il 31 dicembre 2027.

Il decreto, composto da 10 articoli, prevede stanziamenti fino a 47 milioni di euro all’anno tra il 2025 e il 2027 per raggiungere l’obiettivo di ammodernamento ecologico.

Si tratta di un passo significativo per posizionare l’Italia all’avanguardia verso il cambiamento climatico, incentivando il ricorso a materie sostenibili con una riduzione delle emissioni di CO2. Questa misura si inserisce nel più ampio contesto di politiche ambientali che l’Unione Europea sta portando avanti per arrivare entro il 2050 all’obiettivo di un continente completamente green.

Vediamo di seguito quali novità sono trapelate dalla bozza del provvedimento.

Le novità in arrivo

La mossa dell’Esecutivo rappresenta sicuramente un’innovazione, aggiungendo un tassello in più nella direzione degli incentivi alla transizione verso la decarbonizzazione dei trasporti.

Gli incentivi per la riconversione dei distributori di benzina includono un contributo fino a 60.000 euro, che coprirà fino al 50% delle spese sostenute dalle stazioni di servizio che installeranno infrastrutture per la ricarica elettrica entro il 31 dicembre 2027. Il contributo prevede ulteriori 10.000 euro se, oltre alle colonnine elettriche, verrà installato almeno un distributore di biocarburanti liquidi o gassosi.

In caso di chiusura degli impianti, il decreto prevede anche un indennizzo fino a 20.000 euro, proporzionato alla durata del rapporto in corso e agli investimenti effettuati, garantendo così un indennizzo per i gestori che decidono di cessare l’attività.

Le risorse per favorire la mobilità elettrica

Uno degli aspetti centrali riguarda poi  l’istituzione di un Fondo per la trasformazione della rete carburanti verso la mobilità elettrica. Si parla di una dotazione di 140 milioni di euro per il triennio che va dal 2025 al 2027. Il fondo sarà gestito dal Ministero dell’Ambiente, che coordinerà la distribuzione delle risorse per garantire la transizione delle stazioni di servizio verso modelli di distribuzione più ecologici.

Le risorse saranno impiegate per incentivare l’installazione di impianti di ricarica elettrica e la conversione verso i biocarburanti, con un occhio di riguardo anche alla gestione degli impatti economici per i gestori di stazioni di servizio, che potranno accedere ai contributi se completeranno le riconversioni entro il termine del 2027.

Nel decreto anche nuove regole sull’autorizzazione per la distribuzione dei carburanti

Il decreto legge in esame prevede anche nuove regole per quanto riguarda l’autorizzazione per la distribuzione dei carburanti, ai fini della quale dovranno essere rispettati specifici requisiti e verranno effettuate opportune verifiche antimafia. Tra le condizioni viene stabilito che a partire dal 1° gennaio 2025 non sarà più possibile aprire nuovi distributori senza che vi sia la presenza di almeno un vettore energetico alternativo ai combustibili fossili, come le colonnine di ricarica elettrica o distributori di biocarburanti. L’autorizzazione deve essere rilasciata dall’ente territoriale competente.

Le autorizzazioni già rilasciate prima dell’entrata in vigore del decreto manterranno la validità, ma saranno revocate se emergono irregolarità durante i controlli. L’amministrazione darà 90 giorni di tempo per correggere le eventuali mancanze prima della revoca, ponendo in essere anche i dovuti ed eventuali interventi di bonifica ambientale.

La decadenza dell’autorizzazione comporta l’obbligo di smantellare le attrezzature, accertare e bonificare eventuali contaminazioni del sottosuolo, e ripristinare le superfici pubbliche e demaniali occupate dagli impianti. Questa procedura è prevista salvo diverse disposizioni negli atti autorizzativi o in caso di subentro di un nuovo titolare, come indicato nella bozza.

Il commento delle associazioni di categoria

Il nuovo decreto sembra trovare in generale il consenso delle associazioni di categoria.

Siamo favorevoli a riconvertire la rete distributiva e a razionalizzarla, a condizione che non siano introdotti sottobanco vincoli alle aperture attraverso un giro di vite delle autorizzazioni amministrative. La riforma deve aumentare la concorrenza, non ridurla”. Queste le parole di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, rese ad Agenpress, il quale si è anche voluto soffermare sull’importanza di prevedere vantaggi anche per i consumatori, puntando il dito contro una buona iniziativa (quella dell’App Carburanti), prevista dal decreto-legge 14 gennaio 2023 n. 5 e poi sparita dalla circolazione.

Entusiasta anche Assoutenti. “Le linee essenziali del provvedimento vanno nella direzione da noi auspicata, perché prevedono misure tese a migliorare la distribuzione degli impianti sul territorio e aumentare i profitti degli operatori”, ha commentato il presidente dell’associazione Gabriele Melluso, che ha anche aggiunto:

“Gli incentivi per la trasformazione degli impianti in stazioni dedicate alla mobilità green e le misure in favore dei carburanti bio rappresentano un importante passo verso l’ambiente e la sostenibilità. Con la razionalizzazione nel comparto della distribuzione dei carburanti si incrementa la capacità commerciale degli impianti, e per questo ci aspettiamo benefici diretti sia per i prezzi di benzina e gasolio alla pompa, sia per i listini al dettaglio dei prodotti trasportati, considerato che l’88% della merce in Italia viaggia su gomma. E proprio sul fronte dei prezzi, se da un lato con la riforma della rete si completa un processo iniziato oltre trent’anni fa, dall’altro manca ancora chiarezza sulla formazione dei listini prima dell’arrivo alle pompe, dalla fase di estrazione alla vendita negli impianti, indispensabile per garantire che i costi della benzina siano più allineati all’andamento del petrolio. Oggi così non è e il mercato del Platts risulta ancora fortemente influenzato da fenomeni speculativi. Le aziende partecipate dallo Stato che operano nel settore dei carburanti potrebbero guidare il processo di trasparenza sui reali costi di produzione”.

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Sabrina Maestri
Sabrina Maestri
Classe 1986, vogherese, aspirante consulente del lavoro. Appassionata di giornalismo, scrivo da anni per portali di informazione e testate giornalistiche online occupandomi di temi legati al mondo del lavoro, al fisco e bonus fiscali.
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