L’assegno di incollocabilità è una prestazione di natura economica che viene destinata a persone invalide a causa di un infortunio o per malattia professionale, e non possono essere regolarmente assunte. L’assegno di incollocabilità è collegato direttamente ad una rendita INAIL, ovvero l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.
Recentemente il Ministero del Lavoro ha stabilito che l’erogazione mensile spetta per la somma di 263,27 euro, alla pari della cifra che era già presente per lo scorso anno. Tuttavia non tutti possono accedere a questa prestazione economica, ma ci sono alcuni parametri di cui tenere conto.
Ad esempio è necessario avere un’età inferiore ai 65 anni, e precise percentuali di inabilità al lavoro stabilite a causa di un infortunio o una malattia lavorativa. In ogni caso è necessario rivolgersi alla sede INAIL più vicina per poter richiedere questa particolare erogazione economica.
Esistono inoltre particolari sanzioni nel caso in cui il datore di lavoro non comunichi per tempo all’INAIL l’avvenuto infortunio o malattia sul lavoro di uno o più dei propri dipendenti subordinati. Vediamo in questo articolo come funziona l’assegno di incollocabilità, a chi è rivolto e come è possibile richiederlo. Questo assegno, va ricordato, è disponibile per i lavoratori dipendenti con rendita INAIL.
Assegno di incollocabilità: di cosa si tratta e quando si chiede
L’assegno di incollocabilità è previsto nei casi in cui il soggetto lavoratore si trova in stato di infortunio sul lavoro, o malattia lavorativa. In questo caso, se il lavoratore è impossibilitato al lavoro, quindi è escluso dall’assunzione obbligatoria, può rivolgersi all’INAIL.
La norma prevede che tutti i datori di lavoro devono necessariamente applicare un’assicurazione sui propri lavoratori dipendenti quando svolgono attività, specialmente se rischiose per la sicurezza e la salute. In questo caso interviene L’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, l’INAIL.
L’INAIL tutela i lavoratori che si trovano in una situazione di infortunio o malattia sul lavoro, garantendo proprio l’erogazione di alcune mensilità come assicurazione. L’obbligo assicurativo INAIL è esteso a moltissime aziende, in particolare quelle dedicate al sistema produttivo e di erogazione di servizi.
L’assegno di incollocabilità viene erogato mensilmente a chi ne ha diritto, e per quest’anno la cifra stabilita conferma quella dell’anno scorso, di 263,27 euro.
Assegno di incollocabilità: requisiti
Per poter accedere all’Assegno di Incollocabilità INAIL è necessario rispondere a determinati requisiti:
- Avere un’età inferiore a 65 anni;
- Avere un grado di inabilità al lavoro almeno del 34%, nel caso di infortunio o malattia sul lavoro denunciata precedentemente al 2007;
- Avere un grado di inabilità al lavoro, con menomazione dell’integrità psicofisica, almeno del 20% per malattia sul lavoro o infortunio successivi al 2007.
L’assegno di incollocabilità viene erogato ogni mese insieme a quella che è la rendita diretta per inabilità, e gli importi vengono stabiliti ogni anno. Per il 2021 è stata consigliata la soglia già esistente, e si tratta di un importo che viene mensilmente corrisposto tramite conto corrente bancario o postale, oppure su carte prepagate idonee.
Per chi riceve una rendita all’estero è possibile che l’importo venga corrisposto anche tramite istituti convenzionati con l’ente previdenziale INPS. Risulta anche possibile per piccole cifre ricevere le mensilità in contanti.
Assegno di incollocabilità: come funziona per i datori di lavoro
I datori di lavoro sono obbligati a mettere in sicurezza tutti i propri dipendenti, seguendo le attuali norme esistenti per il settore specifico in cui si opera. Per poter ricevere la tutela dell’assicurazione bisogna rientrare nelle categorie di lavori definiti come rischiosi, essere di fatto dipendenti tramite rapporto contrattuale, ricevere una retribuzione e svolgere mansioni specifiche.
Alcune tutele possono essere percepite anche dai lavoratori autonomi, in particolare i lavoratori del settore agricolo. Per ogni mansione svolta può esistere un rischio di infortunio derivato da situazioni diverse. Risulta quindi fondamentale che il datore di lavoro si rivolga all’INAIL per i propri lavoratori dipendenti per garantire una tutela assicurativa.
I lavoratori coinvolti dall’infortunio devono tempestivamente comunicare l’evento al datore di lavoro e al medico curante o al medico aziendale. Sarà il medico a dover comunicare qual è il periodo di inabilità al lavoro, periodo che garantirà l’accesso all’assegno di invalidità.
Il datore di lavoro, una volta ricevuto tale documento dal medico curante, deve necessariamente comunicarlo all’INAIL, come spiega il sito ufficiale:
“Il datore di lavoro ha l’obbligo di inoltrare la denuncia/comunicazione di infortunio entro due giorni dalla ricezione dei riferimenti del certificato medico (numero identificativo del certificato, data di rilascio e periodo di prognosi) già trasmesso per via telematica all’Istituto direttamente dal medico o dalla struttura sanitaria competente al rilascio.”
Malattia professionale: definizione e sanzioni
Per poter ricevere l’Assegno di incollocabilità, è necessario rispettare i criteri visti prima, che indicano qual è la percentuale di inabilità necessaria a ricevere l’erogazione. Anche per le malattie professionali, l’INAIL provvede ad erogare prestazioni economiche, sanitarie o di riabilitazione.
Tuttavia non tutte le malattie possono essere definite come professionali, perché esistono specifiche indicazioni su quali malattie vi rientrano, come spiega l’INAIL:
“La malattia professionale è una patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo (causa diluita e non causa violenta e concentrata nel tempo). La stessa causa deve essere diretta ed efficiente, cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente: il Testo Unico, infatti, parla di malattie contratte nell’esercizio e a causa delle lavorazioni rischiose.”
Mentre l’infortunio sul lavoro fa riferimento ad un evento specifico, la malattia professionale può derivare dallo svolgimento di una mansione perpetuata nel tempo. Il datore di lavoro è responsabile delle comunicazioni verso l’INAIL che riguardano gli infortuni e la malattia sul lavoro, documentata dall’attestazione medica di uno o più dipendenti.
In caso di mancata comunicazione tempestiva, il datore di lavoro rischia di ricevere anche importanti sanzioni amministrative, in base al caso specifico. La sanzione può variare da qualche centinaio di euro fino a più di 7.000 euro.
Il datore di lavoro, secondo la normativa, è obbligato alla comunicazione entro 5 giorni dalla ricezione della comunicazione che riguarda l’infortunio o la malattia dal lavoratore. Successivamente, il lavoratore potrà ricevere l’assegno di incollocabilità se pertinente.