Prorogato ancora per tutto il 2024 il trattamento pensionistico anticipato Ape sociale. Cambia il requisito anagrafico che viene innalzato a 63 anni e 5 mesi, mentre resta invariato il requisito di contribuzione minima di 30 anni. Non viene poi ampliata la categoria di lavoratori che svolgono mansioni gravose.
Confermata anche per il 2024 l’Ape sociale, l’uscita pensionistica anticipata riservata ad alcune categorie di lavoratori. Sono previste però alcune novità in merito ai requisiti.
La sua ultima scadenza era stata fissata al termine dello scorso anno, invece la nuova manovra finanziaria l’ha prorogata fino al 31 dicembre 2024 introducendo alcuni cambiamenti.
Vediamo quindi tutti i dettagli con riguardo ai requisiti, i beneficiari e la presentazione delle domande con i relativi importi.
Indice degli Argomenti
L’Ape sociale è un sussidio economico introdotto dall’art. 1, co. 179 della Legge n. 232/16 erogato dall’INPS, entro dei limiti di spesa, a soggetti in determinate condizioni previste dalla legge che abbiano compiuto almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 o 36 anni di contributi (a seconda dei casi) che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero. L’indennità è corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.
Requisiti Ape sociale
Requisito di età | 63 anni e 5 mesi |
Requisito contributivo | – 30 anni per i dipendenti disoccupati, gli invalidi civili e i caregivers – 36 anni per gli altri lavoratori che svolgono mansioni gravose |
L’APE sociale è prevista in favore degli iscritti presso l’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, ai fondi ad essa esclusivi o sostitutivi, le gestioni speciali dei lavoratori autonomi e la gestione separata dell’INPS. Pertanto, il sussidio è previsto in favore sia dei lavoratori dipendenti (pubblici e privati), sia ai lavoratori autonomi e parasubordinati con la sola esclusione dei liberi professionisti iscritti ad ordini e collegi.
Novità 2024
La Legge di Bilancio 2024 ha confermato la misura anche per il nuovo anno ma ha previsto una stretta sui requisiti di accesso, con l’età anagrafica minima che sale da 63 a 63 anni e 5 mesi. Il trattamento nel 2024 spetterà, fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata, a tutti i soggetti in specifiche condizioni con almeno 63,5 anni d’età e 30 di contributi e che non siano già titolari di pensioni dirette.
Si tratta dei lavoratori che svolgono mansioni gravose (al momento della domanda la professione deve essere stata svolta per almeno 7 anni negli ultimi 10 o per almeno 6 anni negli ultimi 7), degli invalidi civili al 74 per cento, dei caregivers e dei dipendenti disoccupati che hanno esaurito il relativo trattamento.
In questa manovra finanziaria non si è assistito ad alcun ampliamento delle categorie di lavoratori con mansioni gravose come invece era stato riconosciuto dalla Legge di Bilancio 2022 e confermato da quella dello scorso anno. Dal 2024 si torna quindi al vecchio elenco ridotto. Restano quindi escluse dal trattamento pensionistico categorie come ad esempio i docenti di scuola primaria e dell’infanzia e i tecnici della salute.
Non sono state rinnovate neppure le riduzioni contributive per edili e ceramisti.
Possono accedere al trattamento in parola i soggetti residenti in Italia, non titolari di alcun trattamento pensionistico diretto, in uno dei seguenti quattro profili di tutela:
- Cittadini disoccupati;
- Cittadini invalidi civili;
- Cittadini che assistono un famigliare convivente in una situazione di handicap grave, o un famigliare convivente con almeno 70 anni di età. Si tratta di cittadini definiti come caregivers;
- Cittadini lavoratori dipendenti.
Le mansioni gravose
Come abbiamo detto nella platea di beneficiari dell’Ape sociale 2024 rientrano i lavoratori che svolgono mansioni gravose. La loro individuazione è definita dall’Allegato C della Legge n. 232/16, che elenchiamo qui di seguito:
- Operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
- Conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
- Conciatori di pelli e di pellicce;
- Conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
- Conduttori di mezzi pesanti e camion;
- Personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
- Addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
- Insegnanti della scuola dell’infanzia e educatori degli asili nido;
- Facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
- Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
- Operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
Questi soggetti possono richiedere l’accesso all’Ape Sociale con 36 anni di contributi, mentre per alcune categorie, come quelle dell’edilizia, è possibile accedervi dopo aver versato 32 anni di contributi.
Disoccupati
Comprende i disoccupati che abbiano almeno 63 anni di età e 30 anni di contribuzione e si trovino in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di conciliazione obbligatoria e occorre che sia esaurita la prestazione di disoccupazione loro spettante. Inoltre, possono beneficiarne anche i lavoratori la cui disoccupazione sia conseguenza della scadenza di un contratto a termine a condizione che nei tre anni precedenti la cessazione del rapporto, abbiano avuto periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi.
Caregivers
Caregivers che abbiano almeno 63 anni di età e 30 anni di contribuzione e, al momento della richiesta, assistere da almeno sei mesi, il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Sono inclusi anche i soggetti che assistono, un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Invalidi civili
Invalidi civili con almeno 63 anni di età e 30 anni di contribuzione ed essere stati riconosciuti invalidi civili di grado almeno pari al 74%.
Lavori gravosi
Ovvero, lavoratori dipendenti con almeno 63 anni di età e 36 anni di contribuzione e, alla data di presentazione della domanda, abbiano svolto una o più delle professioni indicate nel decreto del Ministero del Lavoro 5 febbraio 2018 oppure, per effetto di una modifica contenuta nella legge n. 234/2021 dal 1° gennaio 2022, nell’Allegato n. 3 alla legge n. 234/2021 per almeno sei anni negli ultimi sette oppure per almeno sette anni negli ultimi dieci.
Per gli operai edili, come indicati nel contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti delle imprese edili ed affini, per i ceramisti (classificazione Istat 6.3.2.1.2) e per i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta (classificazione Istat 7.1.3.3) l’anzianità contributiva è ridotta a 32 anni.
I datori di lavoro sono tenuti a consegnare ai dipendenti che svolgono un lavoro di tipo usurante un documento che attesta la tipologia del lavoro, per l’accesso all’Ape Sociale.
I requisiti di contribuzione
Entrando nel dettaglio dei requisiti di contribuzione minima richiesti per poter beneficiare dell’Ape sociale, questi restano invariati rispetto agli anni precedenti e cambiano a seconda della categoria di appartenenza:
- Almeno 30 anni per i dipendenti disoccupati, gli invalidi civili e i caregivers;
- Almeno 36 anni per gli altri lavoratori che svolgono mansioni gravose.
Per le lavoratrici madri di tutte le categorie, poi, è prevista un’ulteriore riduzione del requisito contributivo pari ad un anno per ogni figlio (massimo 2 anni).
L’Ape Sociale prevede un trattamento economico di accompagnamento alla vecchiaia, o fino alla maturazione dei requisiti per la pensione anticipata, pari al rateo della pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione, se inferiore a 1.500 euro. Se invece è superiore, l’assegno sarà di 1.500 euro. Si ricorda che l’indennità viene erogata dall’Inps ogni mese per 12 mensilità annue. Chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2024 dovrà presentare prima la domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso e poi la richiesta vera e propria. Le finestre temporali disponibili sono le seguenti:
- 1° gennaio – 31 marzo;
- 1° aprile – 15 luglio;
- 16 luglio – 30 novembre.
È possibile inviare la domanda in via telematica accedendo al sito dell’Inps con credenziali SPID, CIE o CNS, oppure tramite Caf o patronato. In caso di esito positivo la prestazione viene erogata a partire dal primo giorno del mese successivo all’invio della richiesta.
Nel caso in cui i contributi siano versati presso più gestioni interessate dall’Ape Sociale, la rata mensile della pensione viene calcolata per la parte spettante a ciascuna gestione in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione maturati.
Va poi precisato che l’ultima novità introdotta dalla Legge n. 213/23 riguarda l’incumulabilità totale della prestazione con il reddito da lavoro, sia dipendente sia autonomo. Fino al 2023 era compatibile nei limiti di 8.000 e 4.800 euro. Fanno eccezione solamente i redditi da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui.
Si attende la consueta circolare Inps con tutti i dettagli.
Domanda di certificazione
Antecedentemente alla presentazione della domanda di liquidazione dell’indennità Ape sociale, occorre presentare la domanda di certificazione del diritto alla prestazione. Occorre presentare all’INPS:
- Istanza di riconoscimento delle condizioni per il diritto all’Ape sociale;
- Autodichiarazione di possesso dei requisiti anagrafici, contributivi e soggettivi al momento della domanda o, alternativamente, entro il 31 dicembre dell’anno considerato;
- Documentazione speciale che certifichi il possesso dei requisiti soggettivi, di cui all’art. 5 D.P.C.M. n. 88/2017, differente in base alla categoria di appartenenza.
Conclusioni
In definitiva per tutto il 2024 esisterà ancora l’uscita pensionistica anticipata dell’Ape sociale. Ad essere stata rinnovata è stata l’età anagrafica, che sale a 63 anni e 5 mesi. Quanto ai beneficiari, con riguardo ai lavoratori che svolgono mansioni gravose, si torna all’elenco ridotto indicato dalla legge di bilancio 2017.
Nessuna novità invece sul fronte del requisito di contribuzione minima, che resta fissato a 30 anni di contributi. Come al solito poi gli interessati potranno presentare domande o autonomamente accedendo alla propria area riservata del sito Inps oppure avvalendosi di un Caf o di un patronato territoriale.
Domande frequenti
L’Ape Sociale è una misura di anticipo pensionistico in Italia, introdotta per aiutare specifiche categorie di lavoratori a lasciare anticipatamente il lavoro prima di raggiungere l’età pensionabile ufficiale. Offre un’indennità finanziaria gestita dall’INPS fino a quando il lavoratore non raggiunge l’età per la pensione di vecchiaia o non accede ad altre forme di pensionamento.
Nel 2024, l’età minima per l’Ape Sociale è 63 anni e 5 mesi. I requisiti di contribuzione variano in base alla categoria: almeno 30 anni per disoccupati, invalidi civili e caregivers, e almeno 36 anni per altri lavoratori con mansioni gravose. Per le lavoratrici madri, c’è una riduzione del requisito contributivo di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.
Possono beneficiare dell’Ape Sociale i lavoratori dipendenti con mansioni gravose, gli invalidi civili al 74%, i dipendenti disoccupati che hanno esaurito il trattamento di NASpI, e i caregivers che assistono un familiare da almeno 6 mesi
La domanda per l’Ape Sociale deve essere presentata all’INPS. È importante consultare il sito dell’INPS o rivolgersi a un consulente del lavoro per ulteriori dettagli e per capire i termini e le modalità di presentazione della domanda.
L’Ape Sociale è generalmente incompatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni e condizioni specifiche che possono variare. È consigliabile verificare i dettagli con l’INPS o un consulente del lavoro.