Professionisti e partite Iva potranno richiedere un “bonus” di importo massimo di 800 euro se registrano un calo di fatturato, per gli autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS. Con la manovra viene ampliata la platea di beneficiari rispetto a quanto previsto con l’ISCRO.


Una novità della legge di bilancio riguarda l‘indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, abbreviata in Iscro. Si tratta di una sorta di cassa integrazione elargita a professionisti e partite Iva a partire dal periodo pandemico, che ora diventerà strutturale grazie ad una previsione contenuta in manovra. La misura continuerà ad essere corrisposta in presenza di un calo di reddito.

La platea dei beneficiari sarà inoltre allargata, prevedendo che a godere del “bonus” siano anche tutti quei professionisti e partite Iva che semplicemente hanno un reddito inferiore ai 12 mila euro. Oltre ad alcuni piccoli interventi di modifica la misura cambierà anche nome e si chiamerà “indennità di discontinuità reddituale“.

Vediamo quindi nel dettaglio in cosa consiste questo bonus partite Iva, a chi è rivolto nello specifico e le modalità per poterne fare richiesta.

Che cos’è l’ISCRO?

L’ISCRO è stata introdotta in via sperimentale dalla Legge di Bilancio 2021 per il triennio 2021-2023, ma non ha raggiunto gli obiettivi prefissati. Nel 2021 sono state presentate 8.400 richieste di cui ben il 40% è stato respinto. Nel 2022, il numero di domande è sceso drasticamente a soli 2.500. La situazione non è quindi delle più rosee.

Si sospetta che i requisiti eccessivamente rigidi abbiano ostacolato l’accesso a questa agevolazione per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata dell’INPS. Si ipotizza quindi di rivedere i requisiti d’accesso, al fine di renderli meno stringenti, in caso di rinnovo dell’agevolazione per il prossimo anno. La revisione dell’ISCRO 2024 si basa sull’analisi dei dati raccolti durante il triennio di riferimento e prevede eventuali modifiche alle condizioni di accesso all’ISCRO per il futuro. Scopriamo insieme come.

Ecco una panoramica dei requisiti richiesti:

  • Iscrizione alla Gestione Separata INPS: è essenziale non essere iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie e non essere beneficiari di trattamenti pensionistici diretti né di Reddito di Cittadinanza;
  • Partita IVA attiva da almeno quattro anni: si riferisce all’attività che ha giustificato l’iscrizione alla gestione previdenziale in corso, alla data di presentazione della domanda;
  • Requisiti reddituali: coloro che richiedono l’ISCRO devono dimostrare di avere ottenuto un reddito da lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei due anni precedenti all’anno di riferimento;
  • Reddito dichiarato: è necessario che il richiedente abbia dichiarato un reddito nell’anno precedente alla presentazione della domanda non superiore a un limite specifico. Inizialmente, questo limite era fissato a 12.000,00 euro, ma potrebbe variare annualmente in base all’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati;
  • Contribuzione previdenziale: è indispensabile essere in regola con i contributi previdenziali obbligatori.

Beneficiari e importo ISCRO 2024

Come abbiamo detto si tratta di una misura già sperimentata negli anni passati, dapprima con la pandemia poi con la crisi della guerra in Ucraina. Questa specie di cassa integrazione per i professionisti e le piccole partite Iva che perdono il lavoro e vedono quindi crollare il proprio reddito comporta un assegno che va da 250 a 800 euro e che sarà erogato dall’Inps per sei mesi.

Le partite Iva devono essere regolarmente iscritte alla Gestione separata dell’Inps ed esercitare come professione abituale attività di lavoro autonomo. L’importo versato è calcolato in rapporto al reddito dichiarato, ma sotto la soglia 12mila euro annui, tetto innalzato nella Legge di Bilancio rispetto agli attuali 8.145 euro. Questa rappresenta un’importante novità rispetto al passato, permettendo di ampliare la platea dei beneficiari.

L’Inps precisa sul proprio sito, secondo la norma in vigore finora, che il “limite prende in considerazione solo il reddito derivante dallo svolgimento dell’attività lavorativa autonoma ed esposto nella dichiarazione dei redditi nel quadro RE, RH o LM, nel caso rispettivamente di attività professionale individuale, partecipazione a studi associati o soggetti in regime forfettario. Il suddetto limite non prende in considerazione altre tipologie di reddito quale il reddito da lavoro dipendente o parasubordinato o di partecipazione a impresa”.

Come viene calcolata l’indennità

L’indennità in questione sarà pari al 25 per cento dei redditi, su base semestrale, dichiarati dal professionista o dalla Partita Iva nei due anni precedenti all’anno prima di quello in cui è stata effettuata la domanda. Il risultato di questo conteggio avrà un doppio limite, uno inferiore e uno superiore.

L’assegno che sarà versato dall’Inps non potrà infatti superare gli 800 euro al mese per sei mesi, ma non potrà nemmeno essere inferiore a 250 euro.

Regole per ottenere il bonus

Per ottenere l’aiuto basterà fare domanda all’Inps, avendo però determinati requisiti. Per poter presentare la domanda, la partita Iva dovrà essere stata attivata da almeno tre anni. Inoltre, chi richiede l’Iscro non dovrà essere titolare di una pensione e non dovrà nemmeno percepire l’assegno di inclusione.

In aggiunta il richiedente dovrà poi dimostrare di essere in regola con la contribuzione obbligatoria. Se nel corso dell’erogazione dell’indennità la partita Iva dovesse essere chiusa, allora il pagamento verrebbe immediatamente interrotto e le eventuali mensilità pagate successivamente alla chiusura verrebbero recuperate.

Da ultimo, una novità prevista dalla legge di bilancio, è quella secondo cui vi è l’obbligo da parte dei richiedenti di dimostrare di aver subito una perdita del proprio fatturato di almeno il 70% rispetto ai due anni precedenti: fino ad oggi si doveva invece solo aver prodotto, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito da lavoro autonomo inferiore al 50 per cento della media dei redditi conseguiti nei tre anni prima.

Il venir meno, in qualunque momento, dei requisiti necessari per richiedere l’ISCRO comporta la decadenza della stessa.

Quando potrebbe essere corrisposto l’aiuto

Appena la legge di bilancio verrà approvata entro il 31 dicembre 2023, la misura contenente il bonus partite Iva potrà essere operativa.

Secondo quanto prevede la norma, l’Inps dovrà corrispondere l’Iscro a partire dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda. La relazione tecnica che accompagna la manovra calcola che nel primo anno di applicazione di questa misura, dovrebbero richiedere il beneficio circa 4.500 persone. Ma come verrà finanziato l’Iscro? A partire dal primo gennaio del 2024, sarà applicato un contributo dello 0,35 per cento sui redditi da lavoro autonomo.

Va inoltre precisato che ogni anno il lavoratore deve presentare la domanda all’Inps entro il 31 ottobre per richiedere nuovamente l’aiuto se verserà ancora in una situazione di calo del fatturato. L’INPS passa poi la richiesta all’Agenzia delle Entrate, deputata a verificare che sia tutto in regola.

Vantaggi

Il bonus si traduce in una serie di vantaggi tangibili per i lavoratori autonomi:

  • Liquidità immediata per sostenere le spese correnti.
  • Riduzione del carico fiscale annuo.
  • Incentivo all’attività professionale in periodi di flessione economica

Inoltre l’aiuto in questione dovrebbe avere un effetto stimolante sull’economia, sostenendo l’attività dei professionisti e incentivando la domanda di servizi garantendo:

  • Sostegno al potere d’acquisto dei lavoratori autonomi;
  • Stimolo all’offerta di servizi professionali;
  • Contributo alla stabilità economica dei settori più vulnerabili.

Conclusioni

Arriva il “paracadute” a favore di professionisti e partite Iva che si sono visti nell’ultimo periodo un calo reddituale con difficoltà economiche nel proprio lavoro. L’aiuto dovrebbe rappresentare l’equivalente della cassa integrazione dei lavoratori dipendenti, ma in una iniziale forma ridotta, e avrà un importo fino ad un massimo di 800 euro al mese, per una durata massima di sei mesi, ma varierà molto a seconda del reddito dichiarato negli anni precedenti.

La misura non verrà corrisposta in maniera automatica ma previa apposita richiesta all’Inps da parte degli interessati. Con l’approvazione della legge di bilancio il bonus partite Iva diventerà strutturale.

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