L’Uniemens è una comunicazione importante che riguarda tutte le aziende con lavoratori operanti, i dati trasmetti all’INPS fanno riferimento alle retribuzioni e ai contributi versati da parte dell’azienda stessa, questo permette all’INPS di fare un successivo controllo sulla base dei dati forniti.


Per definire il concetto di Uniemens, occorre fare riferimento alla legge numero 326 del 2003, la quale ha introdotto l’obbligo per i datori di lavoro di effettuare mensilmente la comunicazione all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) dei dati retributivi e delle informazioni necessarie per il calcolo dei contributi.

La comunicazione serve a fornire all’INPS le informazioni retributive e contributive rilevanti per il sistema previdenziale e calcolare l’ammontare dei contributi da versare.

A partire dal maggio 2010, l’INPS ha introdotto un sistema unificato per la presentazione delle dichiarazioni mensili relative ai lavoratori dipendenti, noto come “denuncia UNIEMENS”. Questo sistema ha sostituito i due moduli precedentemente utilizzati, ovvero il DM10/2 ed EMENS.

Come vedremo l’articolo tratterà di alcuni concetti che riguardano l’invio tardivo o l’omissione del flusso Uniemens e come questo fatto influenzi gli eventi futuri.

Chi è tenuto a inviare l’Uniemens?

L’obbligo di inviare l’Uniemens riguarda tutti i datori di lavoro del settore privato e non prevede eccezioni. L’azienda può eseguire questa operazione internamente o delegarla a un professionista di fiducia.

Quali sono i vantaggi dell’Uniemens?

La dichiarazione mensile Uniemens raccoglie le informazioni retributive e contributive a livello individuale per ogni lavoratore. In particolare, questo processo offre i seguenti vantaggi:

  • Riduce la duplicazione dei dati tra i due flussi di informazione;
  • Semplifica le informazioni utilizzando i dati di base dei singoli lavoratori presenti nei sistemi di gestione delle paghe;
  • Elimina la necessità di verifiche di congruità tra i dati retributivi e contributivi, sia per l’INPS che per le aziende (Confronto Cumuli);
  • Semplifica le procedure aziendali legate alla trasmissione, gestione, elaborazione e controllo dei dati;
  • Fornisce all’INPS un maggiore accesso alle informazioni individuali, consentendo all’istituto di svolgere le proprie funzioni istituzionali in modo completo e tempestivo.

Quando bisogna inviare il flusso Uniemens?

Il flusso Uniemens deve essere inviato all’INPS entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di riferimento. Tuttavia, se l’ultimo giorno del mese è un giorno festivo, il termine di presentazione viene prorogato al primo giorno lavorativo del mese successivo. Nel dettaglio:

Per i lavoratori dipendenti, il mese di competenza è quello in cui è stata emessa la busta paga. Per i lavoratori parasubordinati, il mese di competenza è quello in cui è stato erogato il compenso.

Come effettuare la comunicazione Uniemens?

L’invio della dichiarazione mensile tramite il flusso UNIEMENS deve avvenire online attraverso il servizio dedicato fornito dall’INPS. Si tratta di uno strumento disponibile all’indirizzo specifico, che consente di verificare e controllare il file XML precedentemente creato dal datore di lavoro o dal consulente. Una volta completate le verifiche, lo strumento genera il file definitivo da inviare tramite il portale INPS.

Quali sono le sanzioni per chi non invia l’Uniemens?

Nel caso in cui il datore di lavoro non rispetti i tempi di invio dell’Uniemens, si configura un reato di evasione contributiva. Questo può manifestarsi come:

  • Omissione contributiva, se l’azienda presenta spontaneamente la dichiarazione entro 12 mesi dalla scadenza e prima che l’INPS formalizzi una contestazione;
  • Evasione contributiva vera e propria, nel caso in cui il flusso UNIEMENS non venga trasmesso o venga trasmesso solo in risposta a una richiesta formale da parte dell’Istituto.

Evasione Contributiva e Flusso Uniemens: implicazioni e possibilità di correzione

L’obbligo di trasmettere il flusso Uniemens è un elemento cruciale per garantire la corretta gestione dei contributi previdenziali, ma ciò che spesso sfugge all’attenzione è l’importanza di rispettare i tempi e fornire dati accurati. La non conformità a queste norme può comportare conseguenze legali serie, come evidenziato nella circolare INPS N. 106 del 3 luglio 2017.

L’evasione contributiva e il Flusso Uniemens

La circolare INPS N. 106 del 3 luglio 2017 sottolinea che l’omessa trasmissione o la trasmissione ritardata o non veritiera del flusso Uniemens costituiscono un’ipotesi di evasione contributiva. Tuttavia, è importante notare, come già spiegato nel paragrafo precedente, che è possibile per il contribuente dimostrare la mancanza di intento fraudolento. In altre parole, non tutti i casi di non conformità sono automaticamente considerati come evasione contributiva.

Un importante precedente nella giurisprudenza, la sentenza della Cassazione sezione lavoro n. 28966/2011, ha equiparato l’omissione dell’adempimento di comunicazione all’evasione contributiva vera e propria. Questo perché nascondere deliberatamente i dati per evitare il pagamento corretto dei contributi rende impossibile per l’Istituto conoscere gli elementi necessari per calcolare l’obbligo contributivo.

Il Collegamento Funzionale tra Denunce Obbligatorie e Contributi

La Cassazione sostiene l’esistenza di un collegamento funzionale tra le denunce obbligatorie e il pagamento dei contributi dovuti. La mancata presentazione delle denunce obbligatorie fa presumere l’intenzione del soggetto di nascondere le informazioni necessarie. Tuttavia, è sempre possibile dimostrare l’assenza di volontà fraudolenta. In tal caso, la corretta compilazione del Libro unico del lavoro non è sufficiente; spetta al giudice di merito giudicare la situazione.

Possibilità di Correzione e Riduzione delle sanzioni

Si ricorda che è possibile correggere un comportamento omissivo attraverso la presentazione della denuncia entro 12 mesi dalla scadenza prevista e il versamento dei relativi contributi nei successivi 30 giorni, prima di qualsiasi notifica di contestazioni da parte dell’INPS. In questa circostanza, le sanzioni civili saranno meno severe.

In sintesi, la conformità con l’obbligo di trasmettere il flusso Uniemens è di fondamentale importanza per evitare problemi legali e sanzioni. Tuttavia, è possibile dimostrare l’assenza di intento fraudolento e, in caso di non conformità, è sempre consigliabile consultare un professionista esperto per adottare le misure correttive appropriate e ridurre le possibili sanzioni.

Domande frequenti

Per definire il concetto di Uniemens, occorre fare riferimento a quale legge?

È stato introdotto in risposta alla legge numero 326 del 2003, che ha reso obbligatoria questa comunicazione per i datori di lavoro al fine di calcolare i contributi previdenziali.

A chi si applica l’obbligo di inviare Uniemens?

L’obbligo di inviare Uniemens riguarda tutti i datori di lavoro del settore privato, senza eccezioni. L’azienda può gestire internamente questa comunicazione o delegarla a un professionista.

Quali sono i benefici della dichiarazione mensile Uniemens?

I vantaggi dell’Uniemens includono la riduzione della duplicazione dei dati, la semplificazione delle informazioni grazie ai dati di base dei lavoratori, l’eliminazione delle verifiche di congruità tra dati retributivi e contributivi, la semplificazione delle procedure aziendali e un migliore accesso alle informazioni per l’INPS.

Quali sono i tempi per l’invio del flusso Uniemens?

Il flusso Uniemens deve essere inviato all’INPS entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di riferimento. Se l’ultimo giorno del mese è un giorno festivo, il termine viene prorogato al primo giorno lavorativo del mese successivo. Per i lavoratori dipendenti, il mese di competenza è quello dell’emissione della busta paga, mentre per i parasubordinati è quello del pagamento del compenso.

Cosa succede se un datore di lavoro non rispetta i tempi di invio dell’Uniemens?

In caso di mancato rispetto dei tempi di invio, si configura un reato di evasione contributiva, che può essere un’omissione contributiva o un’evoluzione contributiva vera e propria, a seconda delle circostanze. Tuttavia, è possibile correggere la situazione entro 12 mesi dalla scadenza prevista e ridurre le sanzioni civili. La non conformità può comportare conseguenze legali serie, come indicato nella circolare INPS N. 106 del 3 luglio 2017.

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