Il Disegno di Legge di Bilancio, attualmente in discussione in Parlamento, prevede la proroga della detassazione dei premi di produttività fino al 2024, mantenendo l’aliquota agevolata al 5% anziché al 10% dell’imposta ordinaria. L’importo massimo delle somme soggette alla tassazione agevolata, fissato a 3.000 euro lordi all’anno, resta invariato.


La conferma della proroga della detassazione dei premi di produttività fino al 2024 rappresenta una buona notizia per i lavoratori dipendenti. Questa misura permette loro di beneficiare di un’agevolazione fiscale attraverso l’applicazione di un’ulteriore imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali a un‘aliquota agevolata del 5%, invece del 10% previsto per l’imposta ordinaria.

È importante sottolineare che questa agevolazione fiscale riguarda specificamente i premi di risultato, la cui erogazione è legata a miglioramenti nella produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione, nonché somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa. Inoltre, l’imposta massima applicabile alle somme soggette a tassazione agevolata rimarrà invariata, fissata a un massimo di 3.000 euro lordi all’anno.

Questa misura ha interessato nel 2023 circa 1,6 milioni di lavoratori. Ma cosa si prevede per il prossimo anno? Scopriamolo insieme.

Detassazione dei premi di produttività: come funziona

La proroga della detassazione dei premi di produttività per il 2024 rappresenta un importante vantaggio per i lavoratori dipendenti. Questa agevolazione fiscale consente l’applicazione di un’imposta sostitutiva agevolata al 5%, ma ci sono condizioni specifiche da rispettare. Nello specifico, i premi di produttività devono essere strettamente collegati a incrementi misurabili e verificabili in base a cinque elementi chiave:

  • Produttività;
  • Redditività;
  • Qualità;
  • Efficienza ed innovazione;
  • Partecipazione agli utili.

Inoltre, è fondamentale che questi premi siano erogati in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali definiti dall’art. 51 del d.lgs. del 15 giugno 2015. Questo significa che l’agevolazione fiscale è applicabile solo se i premi di produttività sono distribuiti in conformità a contratti aziendali o territoriali negoziati dalle associazioni sindacali nazionali più rappresentative o da rappresentanze sindacali aziendali o RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) all’interno dell’azienda.

L’entusiasmo per questa agevolazione si riflette anche tra le aziende, come dimostrato dall’aumento dei contratti di produttività depositati nell’ultimo anno. I dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a inizio ottobre indicano un passaggio da circa 6.000 a circa 8.000 contratti depositati.

Da un punto di vista individuale, è importante notare che l’agevolazione fiscale si applica ai premi fino a 3.000 euro lordi annui. Questo importo tiene conto dell’imponibile fiscale al netto del contributo INPS a carico del lavoratore, che ammonta allo 0,19% o al 9,49%. Tuttavia, questa soglia può aumentare a 4.000 euro se l’azienda coinvolge pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro, offrendo così ulteriori vantaggi fiscali ai dipendenti.

Detassazione dei premi di produttività: requisiti di reddito

L’accesso alla detassazione dei premi di produttività comporta il rispetto di specifiche condizioni, con l’obiettivo di garantire che il beneficio fiscale sia rivolto a chi ne ha maggiormente bisogno e che rispetta determinati requisiti.

Innanzitutto, l’applicazione dell’aliquota agevolata al 5% è riservata esclusivamente ai lavoratori dipendenti con un reddito da lavoro dipendente che non superi i 80.000 euro nell’anno fiscale precedente. Questo significa che per usufruire dell’agevolazione fiscale, il reddito del lavoratore nell’anno precedente deve essere inferiore o uguale a tale importo. Inoltre, è importante sottolineare che il lavoratore ha la possibilità di rinunciare all’agevolazione fiscale del 5% mediante una dichiarazione scritta.

Oltre al limite di reddito, è essenziale considerare anche eventuali somme premiali soggette a tassazione sostitutiva IRPEF. Questo significa che i premi di produttività dovrebbero essere valutati insieme ad altre somme rientranti in questa categoria al fine di determinare se si rispettano i limiti previsti per l’applicazione dell’agevolazione.

Un aspetto particolarmente rilevante da considerare è l’inclusione del periodo obbligatorio di congedo di maternità nel calcolo dei premi di produttività ai fini dell’applicazione dell’agevolazione fiscale. Questo significa che i lavoratori che hanno avuto periodi di congedo di maternità possono comunque beneficiare dell’agevolazione, con l’obiettivo di garantire un trattamento equo.

Conclusione

L’approvazione della proroga della detassazione dei premi di produttività con un’imposta sostitutiva al 5% per il prossimo anno, ossia il 2024, è un elemento di notevole interesse. Questa estensione è prevista all’interno del Disegno di Legge di Bilancio, che sarà definitivamente approvato entro la fine dell’anno.

La proroga della detassazione dei premi di produttività fino al 2024 comporta il rinnovo dell’imposta sostitutiva agevolata del 5% invece del 10% previsto per l’imposta ordinaria. Questa agevolazione riguarda specificamente i premi di risultato collegati a miglioramenti nella produttività, redditività, qualità, efficienza, innovazione e partecipazione agli utili. Inoltre, l’applicazione dell’aliquota agevolata è applicabile solo quando i premi sono distribuiti in conformità dei contratti collettivi negoziati da associazioni sindacali rappresentative a livello nazionale o da rappresentanze sindacali aziendali o RSU.

Sussistono poi dei limiti individuali. La detassazione dei premi di produttività si applica ai lavoratori dipendenti che hanno maturato premi fino a 3.000 euro lordi all’anno e contano su un reddito da lavoro dipendente non superiore a 80.000 euro nell’anno fiscale precedente.

Secondo i dati forniti dal Senato nella relazione tecnica, si stima che l’estensione della detassazione dei premi di produttività comporti una perdita di gettito fiscale stimata intorno ai 229 milioni di euro. Pertanto, il dibattito su questa misura potrebbe comportare ulteriori discussioni e possibili modifiche nel corso del processo legislativo.

Nel complesso, questa proroga mira a sostenere i lavoratori dipendenti con redditi moderati, offrendo loro la possibilità di beneficiare di un’ulteriore agevolazione fiscale attraverso un’aliquota agevolata del 5% sui premi di produttività, a condizione che il reddito rientri nei limiti previsti e che non sia stata effettuata una rinuncia formale all’agevolazione.

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