Col DDL Lavoro, tra le novità, spunta la maggiore facilità con cui regolarizzare la propria posizione contributiva con l’INPS grazie all’adempimento spontaneo delle irregolarità emerse in capo all’istituto.


Stanno per arrivare novità sul fronte contributivo, con riguardo a chi non si trova in regola con la propria posizione contributiva. Dopo aver ricevuto l’OK del Consiglio dei Ministri lo scorso 6 maggio, il DDL Lavoro, parcheggiato in ‘standby’ per 6 mesi, riprende l’iter parlamentare. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha infatti autorizzato la presentazione alle Camere, come si può apprendere dal sito del Quirinale. L’esame del provvedimento inizierà prima di tutto dalla Camera. Tra le novità contenute nel testo del disegno di legge in materia lavoro troviamo anche alcune normative che interessano l’INPS, riguardanti la possibilità di mettersi in regola con i contributi dell’istituto previdenziale.

La natura della previsione si fonderebbe sulla necessità per l’INPS di puntare alla semplificazione degli adempimenti per stimolare il rispetto degli obblighi contributivi. Ci saranno dunque tempi più lunghi e soprattutto sanzioni ridotte per chi, in via spontanea, deciderà di sanare le esposizioni contributive. Vediamo quindi nel dettaglio di cosa si tratta.

Contributi INPS: tempi più lunghi per la regolarizzazione e sanzioni ridotte

Con l’obiettivo di semplificare gli adempimenti, stimolare il rispetto degli obblighi contributivi e favorire la regolarizzazione spontanea delle anomalie, degli errori e delle omissioni, l’Istituto può inviare lettere di compliance ai contribuenti, informandoli dell’irregolarità, affinché questi provvedano all’adempimento spontaneo.

Come si legge nella bozza del testo, i contribuenti avranno 90 giorni di tempo a disposizione a partire dalla ricezione dell’avviso per contestare all’INPS la comunicazione, segnalando eventuali elementi, fatti e circostanze per confutare quanto comunicato. Oppure potranno aderire alla richiesta sanando le anomalie. Perché la regolarizzazione abbia effetto, però, è necessario il pagamento, entro i successivi 30 giorni, dei contributi dovuti maggiorati di una sanzione pari al 2,75%. In caso di pagamento a rate, la riduzione è subordinata al versamento della prima rata.

Contributi INPS: aumento dilazione fino a 60 rate mensili

Previste novità anche sul fronte della rateizzazione. Il DDL lavoro infatti prevede che a partire dal 2025 i debiti relativi a contributi, premi e accessori INPS e INAIL potranno essere pagati con più rate. I versamenti rateali, infatti, potranno essere consentiti fino ad un massimo di 60 rate mensili, anziché le 24 attuali. La dilazione si potrà protrarre quindi fino a 5 anni.

I casi in cui sarà possibile procedere con questa modalità saranno definiti da un apposito decreto ‘ad hoc’ del Ministero del Lavoro e del Ministero dell’Economia. I due Istituti (Inps e Inail), invece, avranno il compito di definire requisiti, criteri e modalità, anche attinenti al pagamento.

L’accertamento d’ufficio

Ultima novità riguarda gli accertamenti d’ufficio dell’Inps. Si tratterebbe di una misura di potenziamento dell’attività di accertamento: l’Inps si potrà avvalere di elementi ricavati dalle proprie banche dati o di altre pubbliche amministrazioni, nonché dalla comparazione dei relativi dati, deducendo l’esistenza di base imponibile nascosta o la fruizione di benefici contributivi o agevolazioni, in tutto o in parte, non spettanti.

Alla luce di questi dati l’Inps potrà invitare il contribuente a comparire, di persona o a mezzo di rappresentanti, per fornire dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento; l’interessato potrà anche esibire o inviare atti e documenti rilevanti per l’accertamento oppure inviare questionari su dati e notizie di carattere specifico rilevanti ai fini dell’accertamento, nonché nei confronti di altri contribuenti con cui abbia intrattenuto rapporti. L’istituto previdenziale potrà inoltre invitare anche ogni altro soggetto a esibire o trasmettere atti o documenti rilevanti sugli specifici rapporti intrattenuti con il contribuente e a fornire i chiarimenti relativi, nonché rendere dichiarazioni su questionari.

Con l’invito l’Inps fisserà anche il termine per adempiere non inferiore a 15 giorni, allo scadere del quale l’istituto potrà formare un regolare avviso di accertamento. Una volta notificato l’avviso, ci saranno 40 giorni di tempo per pagare la richiesta dell’Inps con applicazione delle sanzioni ridotte a metà (50%) e possibilità di chiedere il pagamento rateale.

Gli inviti verranno notificati prioritariamente utilizzando la PEC, oppure in assenza di possesso da parte del contribuente di un indirizzo di posta elettronica certificata, verrà recapitata apposita raccomandata.

Conclusioni

Il disegno di legge in materia lavoro, ora all’esame del Parlamento, tra le varie novità contempla anche alcune previsioni attinenti l’INPS. Nello specifico va ad introdurre dilungamenti nella possibilità di mettersi in regola coi contributi dell’istituto previdenziale, aumento del numero di rate per chi intende dilazionare i versamenti e semplificazione nel procedimento dell’accertamento d’ufficio.

L’idea è quella di andare incontro ai contribuenti debitori semplificando al tempo stesso la procedura di accertamento e facilitando il dialogo tra istituto previdenziale e soggetto inadempiente.

Le novità contenute nel DDL lavoro entreranno in vigore una volta che il testo sarà approvato da entrambe le camere e sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Per avere certezza quindi di tutte le previsioni occorrerà attendere la conclusione dell’iter parlamentare.

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