Il contribuente ha la possibilità di emettere la fattura elettronica con valuta estera indicando il doppio valore di imponibile e di imposta (IVA) in euro ed in valuta estera. Per la conversione è necessario utilizzare l’apposito servizio di convertitore storico delle valute messo a disposizione dalla Banca d’Italia.

Come è possibile emettere una Fattura Elettronica in valuta estera? Quali sono le indicazioni ufficiali dell’Agenzia delle Entrate per la E-fattura con valuta diversa dall’euro? scopriamolo insieme in questo articolo.

L’applicazione della fattura elettronica porta con se alcuni aspetti legati alla prassi commerciale di molte aziende. Uno di questi aspetti è sicuramente legato alla possibilità di emettere E-fatture con valuta diversa dall’euro. Non sono rari, infatti, i casi di aziende che nella prassi commerciale utilizzano il dollaro come moneta di riferimento. Basti pensare al settore delle commodities, o a quello del bunkeraggio. Tuttavia, l’esigenza di emettere una fattura in valuta estera può manifestarsi, in generale, ogni volta che siamo di fronte ad un soggetto committente estero. Ebbene, come è necessario muoversi per la redazione della fattura rlettronica in valuta estera?

In assenza di un chiarimento ufficiale, non ancora pervenuto, è necessario fare riferimento alle norme in vigore di derivazione UE. Per questo motivo andiamo ad analizzare quanto è stato chiarito sinora da parte dell’Agenzia delle Entrate per l’emissione di una fattura elettronica in valuta estera.


Fatturazione in valuta estera: normativa UE

Uno degli aspetti che ancora non sono totalmente stati chiariti dall’Amministrazione Finanziaria riguarda la possibilità di esprimere gli importi in valuta diversa da quella nazionale. Mi riferisco alla possibilità di indicare base imponibile, imposta (IVA) e totale fattura in valuta estera. Ovvero in una valuta diversa da quella nazionale, e quindi, nel caso italiano, in valuta diversa dall’euro.

Su questo punto, infatti, in assenza di indicazioni riguardanti la fattura elettronica è necessario rifarsi a quanto indicato nella Direttiva n. 2010/45/UE. Si tratta della Direttiva contenente le modalità di emissione della fattura. Il primo riferimento sulla materia è dato dall’articolo 230 della Direttiva n 2006/112/CE. Questi stabilisce che:

“gli importi figuranti in fattura possono essere espressi in qualsiasi moneta. Questo purché l’importo dell’IVA da pagare o da regolarizzare sia espresso nella moneta nazionale dello Stato membro”

Articolo 230 della Direttiva n 2006/112/CE

In pratica, l’emissione di una fattura con moneta estera è possibile. Tuttavia, inderogabilmente, l’importo dell’IVA deve essere indicato nella moneta nazionale (Euro). In questo caso il tasso di cambio da utilizzare deve essere l’ultimo pubblicato dalla Banca Centrale Europea al momento in cui l’imposta diventa esigibile. Quindi, occorre fare riferimento al tasso di cambio utile al momento dell’emissione della fattura stessa.

Valute estere in Fattura: norma nazionale

La citata direttiva non è stata recepita fedelmente dalla normativa nazionale. L’articolo 21comma 2, lettera l) del DPR n. 633/72, recita le indicazioni obbligatorie della Fatture. Questi impone l’indicazione in fattura dell’aliquota, dell’ammontare dell’imposta e dell’imponibile con arrotondamento “al centesimo di euro”. Sul punto, quindi, è necessario prendere a riferimento anche i dati di prassi.

La circolare interpretativa sull’argomento è la Circolare n. 12/E/2013 dell’Agenzia delle Entrate. Questa, al capitolo IV, paragrafo 1 non ha, di fatto, sciolto dubbi. La norma di prassi non ha fatto altro che rinviare opportunamente al dettato normativo della Direttiva n. 2006/112/CE. Inoltre, ha ribadito che per le fatture “vale la regola generale dettata al comma 2, lettera l), che dispone l’indicazione dell’imposta e dell’imponibile con arrotondamento al centesimo di euro”. Stando a quanto descritto, dunque, non potrebbero essere emesse fatture in valuta diversa dall’euro. Questo anche se dovrebbe comunque considerarsi ammissibile la redazione della fattura in doppia valuta (ad es. dollaro ed euro), con l’adozione del tasso di cambio del giorno in cui l’Iva è divenuta esigibile.


Fattura Elettronica con valuta estera è ammissibile?

L’introduzione della fattura elettronica dal 1° gennaio 2019 (e dal 1° luglio 2018 per i carburanti commercializzati prima della vendita al dettaglio), non ha mutato il quadro normativo. Inoltre, non vi sono stati ulteriori interventi chiarificatori dell’Agenzia delle Entrate. Non ci sono stati, quindi, nuovi chiarimenti sull’indicazione di importi in valuta estera in fattura.

Le specifiche tecniche per l’emissione delle fatture elettroniche (approvate con il provv. Agenzia delle Entrate 30 aprile 2018 n. 89757), nel campo “Divisa”, prevedono la possibilità di esporre il tipo di valuta utilizzata per l’indicazione degli importi della fattura. Questo è già un primo elemento su cui riflettere. Questa possibilità, inoltre, trova corrispondenza anche nel software di compilazione della E-fattura messo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. Risulta, invece, che la maggior parte dei software di mercato in uso per l’emissione delle fatture elettroniche non consenta l’esposizione di alcune delle principali valute diverse dall’euro, tra cui il dollaro statunitense. Come detto, sono tantissime le imprese ed i settori commerciali, che invece, adottano comunemente il dollaro come divisa di riferimento. Questo anche nelle transazioni tra soggetti passivi IVA stabiliti in Italia (in quanto tali soggetti agli obblighi di fatturazione elettronica).

Valute diverse dall’euro nel campo “descrizione” del tracciato XML

In questa situazione di incertezza, è opportuno muoversi con cautela, ma comunque portare soluzioni concrete. Ecco che, a livello operativo può essere consigliabile operare allo stesso modo di come avveniva nella fattura digitale. Una soluzione, infatti, potrebbe essere quella di indicare in euro gli importi relativi alla base imponibile e all’imposta (IVA). Questo riportando nel campo “descrizione” del file XML il tasso di cambio e la conversione degli importi nella valuta diversa dall’euro. In questo modo tutte le esigenze possono essere soddisfatte senza andare incontro a sanzioni amministrative.

Emissione di una fattura cartacea allegata alla E-fattura

Vi può essere comunque una ulteriore soluzione al problema degli importi in divisa estera in fattura elettronica. Si tratta di una soluzione sicuramente più laboriosa della precedente, ma comunque conforme alla normativa. Potrebbe essere possibile, infatti, emettere la Fattura Elettronica in euro. Il tutto allegato al tracciato della E-fattura, un documento fiscalmente irrilevante (già recapitata al cliente quale “copia di cortesia”) che riporta i valori (base imponibile, imposta, totale) nella valuta originaria della transazione (es. dollari) con la relativa conversione in euro. Soluzione sicuramente più laboriosa della precedente ma sicuramente in linea con la normativa.

Fattura elettronica verso l’estero ed esterometro

La fattura elettronica verso un soggetto estero, in linea generale, non è obbligatoria. Questo significa che, per le operazioni con soggetti passivi non residenti in Italia, non è necessario emettere la fattura in formato elettronico. Tuttavia, viene consentito ugualmente la possibilità di poter utilizzare la fattura di vendita anche per le suddette operazioni. Questo, in quanto, consente di evitare l’invio dell’esterometro. L’emissione della fattura elettronica per le operazioni attive consente di evitare l’invio del documento attraverso l’esterometro (adempimento che riguarda la comunicazione all’Agenzia delle Entrate di tutte le operazioni con controparti estere effettuate dai contribuenti residenti).

Quali strumenti utilizzare per il cambio della valuta?

Per effettuare la traduzione delle valute da euro a valuta estera ed il contrario è possibile utilizzare lo strumento di calcolo messo a disposizione dalla Banca d’Italia, disponibile al seguente link:

Lascia una Risposta