La Legge di Bilancio 2024, ormai alle ultime battute, propone rilevanti misure a favore delle famiglie, come il taglio del cuneo fiscale e la riduzione a 3 aliquote Irpef. Tuttavia, dietro questa prospettiva positiva, emergono incrementi delle tasse e imposte che coinvolgono anche beni essenziali. Prodotti come il latte in polvere e persino gli assorbenti saranno soggetti a un aumento delle imposte. Anche case e patrimonio saranno coinvolti in questa serie di aumenti: dalla cedolare secca per gli affitti brevi al rialzo della plusvalenza per chi vende immobili ristrutturati con Superbonus.


La Legge di Bilancio 2024 sta giungendo alla sua fase finale, con l’approvazione definitiva attesa entro il 22 dicembre. Il panorama fiscale si arricchisce ulteriormente con la pubblicazione della legge di conversione del Decreto Legislativo n. 145/2023, noto come Collegato Fiscale o Decreto Legge Anticipi. Tuttavia, sorgono interrogativi in merito allo stop al via libera definitivo del decreto sulla riforma dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), in programma per entrare in vigore il 1° gennaio 2024. L’approvazione della riforma IRPEF 2024 è stata posticipata, con il Consiglio dei Ministri convocato per il 28 dicembre, generando non poche incertezze tra gli addetti ai lavori.

In questo contesto, emergono chiaramente alcuni punti chiave. Da un lato, viene confermato il taglio del cuneo fiscale e la riduzione a 3 aliquote dell’IRPEF. Dall’altro lato, ci si aspettano tasse 2024 in aumento, con impatti significativi sui bilanci delle famiglie e delle imprese.

L’aumento delle imposte e tasse che coinvolgerà diverse aree, spaziando dalla sfera residenziale al turismo, e colpendo prodotti essenziali e merci soggette a dazi doganali. Si prevedono aumenti delle tasse per abitazioni ristrutturate con il superbonus e per proprietà all’estero. Gli affitti brevi subiranno un rincaro, con il rischio di un aumento dell’imposta di soggiorno in occasione del Giubileo. L’impatto dell’aumento delle tasse si estenderà oltre le proprietà immobiliari, influenzando prodotti di prima necessità come il latte in polvere e gli assorbenti igienici. Si prevede anche un aumento delle imposte sulle sigarette.

Esaminiamo nel dettaglio quali aspetti saranno influenzati dalla tasse 2024 in aumento.

Tasse 2024 in aumento: casa e patrimonio

Nel contesto della prossima Legge di Bilancio, si prospettano tasse 2024 in aumento, che promettono di influenzare in modo diretto il settore immobiliare e il panorama patrimoniale. Tra le principali novità introdotte, spicca l’incremento della cedolare secca per gli affitti brevi, una modifica di notevole portata destinata a incidere profondamente sulle strategie degli investitori attivi nel mercato degli affitti temporanei. Questa riforma, volta a ridefinire il quadro fiscale relativo agli affitti di breve durata, solleva interrogativi sul rendimento degli investimenti e sulle dinamiche del mercato immobiliare residenziale.

Parallelamente, il rialzo della plusvalenza per chi vende immobili ristrutturati con il superbonus si configura come un’altra componente di rilievo. Tale aumento, sebbene mirato a incanalare maggiori risorse verso il fisco, potrebbe creare sfide significative per il settore edilizio, già alle prese con le conseguenze economiche derivanti dalla pandemia. L’indagine dettagliata di ciascun aspetto di queste modifiche diventa cruciale per una comprensione approfondita delle loro conseguenze e per valutare come gli attori coinvolti dovranno adeguare le proprie strategie operative e finanziarie di fronte al cambiamento del panorama fiscale.

Tasse 2024: rialzo della cedolare secca per gli affitti brevi

Il panorama fiscale del 2024 prevede un notevole aumento della cedolare secca sugli affitti brevi, con l’aliquota in rialzo dal 21% al 26%. Va notato che questa maggiorazione sarà applicata solo a partire dalla seconda abitazione locata con contratti non superiori a 30 giorni, introducendo una distinzione significativa. La Manovra offre ai contribuenti la flessibilità di scegliere a quale immobile applicare l’aliquota più favorevole tra il 21% e il 26%, una decisione che riflette i compromessi raggiunti all’interno della maggioranza politica, inizialmente divisa su un aumento generalizzato. È essenziale sottolineare che la ritenuta sarà considerata a titolo di acconto e non di imposta, un dettaglio rilevante per la gestione finanziaria dei contribuenti.

CIN affitti brevi

Inoltre, per contrastare l’evasione fiscale nel settore degli affitti brevi, si introduce l’obbligo di un codice identificativo nazionale. Questa misura mira a garantire una maggiore trasparenza e monitoraggio delle transazioni immobiliari. Sono anche fornite disposizioni specifiche per i soggetti non residenti con una stabile organizzazione in Italia o in un altro Stato membro dell’UE. Nel dettaglio, si stabilisce che, se un soggetto non residente possiede una stabile organizzazione in Italia o in uno Stato membro dell’UE, è tenuto ad adempiere agli obblighi derivanti dalle locazioni brevi tramite la stabile organizzazione. In caso contrario, se i medesimi soggetti sono riconosciuti privi di stabile organizzazione in uno Stato membro dell’Unione europea, devono nominare un rappresentante fiscale per adempiere agli obblighi previsti. Queste disposizioni mirano ad assicurare una corretta osservanza delle norme fiscali e a promuovere la cooperazione internazionale in materia di locazioni brevi.

Queste modifiche fiscali rappresentano aspetti rilevanti della Manovra 2024 e influenzeranno notevolmente il settore immobiliare e turistico, con conseguenze dirette sui proprietari di immobili, investitori e turisti. Un esempio emblematico è rappresentato dalla possibilità di aumentare fino a 2 euro per notte la tassa di soggiorno durante il Giubileo del 2025. Questa modifica assume un ruolo chiave nel contesto di un’economia turistica, che potenzialmente potrebbe plasmare le decisioni di viaggio e le strategie di investimento nel settore immobiliare destinato agli affitti brevi.

Plusvalenza per chi vende immobili ristrutturati con superbonus

Una rilevante novità riguarda la tassazione delle plusvalenze derivanti dalla vendita di immobili che hanno beneficiato del superbonus. Nel caso in cui un contribuente decida di cedere un immobile oggetto di tali interventi entro un periodo di 10 anni, sarà soggetto a una tassazione del 26% sulla plusvalenza generata dalla transazione. Tuttavia, è fondamentale notare che questa disposizione non si applica agli immobili acquisiti dopo una successione o a quelli destinati ad essere la residenza principale.

In termini pratici, questa regola incide sulla tassazione delle plusvalenze per chi vende la casa entro 10 anni dalla conclusione dei lavori agevolati dal Superbonus, fatta eccezione per l’abitazione principale. Per determinare l’importo soggetto a tassazione, si procede sottraendo il 50% delle spese sostenute per gli interventi effettuati da più di cinque anni. Questo criterio offre un orientamento chiaro nella definizione della tassazione in un contesto così specifico, contribuendo a delineare i contorni di un quadro fiscale coerente e bilanciato.

Questa disposizione fiscale riflette la volontà del legislatore di incentivare il mantenimento a lungo termine degli immobili beneficiati dal superbonus, penalizzando fiscalmente chi opta per la cessione entro un arco temporale relativamente breve. Tuttavia, tale regola si dimostra più flessibile nel caso di immobili acquisiti dopo una successione o destinati all’uso come residenza principale, riconoscendo la natura diversificata delle situazioni patrimoniali e abitative. Questa distinzione mira a bilanciare gli incentivi fiscali con la necessità di preservare la stabilità delle abitazioni e promuovere la continuità dell’occupazione abitativa nel lungo periodo.

Tasse 2024 in aumento: i bonifici parlanti

Il quadro delle tasse 2024 in aumento si estende ulteriormente. La Legge di Bilancio prevede un aumento delle ritenute per i bonifici parlanti legati agli interventi edilizi e alle detrazioni fiscali. Questa modifica comporta un passaggio dall’8% all’11% dell’aliquota delle ritenute su tali transazioni.

Questa novità, oltre a impattare sulle finanze, potrebbe innescare sfide rilevanti per il settore dell’edilizia, soprattutto considerando il contemporaneo depotenziamento graduale dei bonus. Inoltre, la riduzione della liquidità, derivante da tali modifiche fiscali, solleva interrogativi sulle implicazioni complessive per i professionisti del settore e gli investitori coinvolti nelle operazioni immobiliari.

Aumento delle aliquote di IVIE e IVAFE

La Legge di Bilancio 2024 aumenta l’aliquota ordinaria dell’IVIE, ovvero l’imposta sul valore degli immobili detenuti all’estero. Questa imposta riguarda le persone fisiche residenti in Italia che possiedono immobili al di fuori del territorio nazionale, a qualsiasi uso destinati. L’aliquota ordinaria dell’IVIE, già disciplinata dall’articolo 19, comma 15 del decreto-legge n. 201 del 2011 e successivamente modificata dalla legge di bilancio 2020, subirà un aumento dallo 0,76% all’1,06%.

Parallelamente, le tasse 2024 in aumento coinvolgono anche l’IVAFE, un obbligo per le persone fisiche residenti in Italia che detengono all’estero prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio. L’aliquota dell’IVAFE passerà dal 2 al 4 per mille annuo per i prodotti finanziari detenuti in Stati o territori a regime fiscale privilegiato nel prossimo anno.

Questi incrementi mirano a equiparare l’aliquota ordinaria IVIE a quella applicata agli immobili detenuti in Italia. È importante sottolineare che tali aumenti non si limitano agli immobili e ai terreni situati all’estero, ma coinvolgono anche conti correnti e attività finanziarie al di fuori dei confini nazionali, tra cui libretti di risparmio e conti correnti. Queste modifiche, se da un lato rappresentano una strategia per generare entrate fiscali, dall’altro sollevano considerazioni sull’impatto sul patrimonio degli italiani detenuto all’estero.

Tasse 2024 in aumento: impatti sulle famiglie

La Legge di Bilancio 2024 presenta la mancata conferma dell’Iva agevolata per i beni di prima necessità, una situazione che si somma agli aumenti riguardanti le case e i patrimoni. Questo cambiamento fiscale influenza le abitudini di spesa delle famiglie, creando nuovi costi e suscitando domande sull’equilibrio finanziario complessivo. Vediamo più da vicino come questa novità potrà incidere sulle finanze delle famiglie italiane nella vita di tutti i giorni.

Tampon Tax: ritorno al 10% di IVA

La Legge di Bilancio 2024 presenta significative modifiche alla “tampon tax” e reintroduce l’aliquota standard del 10% per assorbenti e tamponi a partire dal 2024, superando così l’aliquota agevolata al 5%. Anche latte in polvere, preparazioni per l’alimentazione dei bambini e pannolini, attualmente soggetti a un’IVA agevolata al 5%, saranno sottoposti all’aliquota standard del 10% dal prossimo anno.

L’aumento dell’aliquota opererà a più ampio raggio. Per i seggiolini, l’aumento sarà ancora più rilevante, con il prodotto che sarà soggetto all’aliquota ordinaria del 22 per cento perché non ritenuto bene di prima necessità. Questi cambiamenti implicheranno un aumento dei costi per le famiglie, che si troveranno a fronteggiare una spesa maggiore per i prodotti essenziali per l’infanzia e la cura dei bambini, e per le donne, che dovranno affrontare costi superiori per i prodotti igienici di primaria necessità.

L’eliminazione dell’IVA agevolata su questi beni è giustificata dal governo con la considerazione che gli aumenti di prezzo associati a tali prodotti hanno annullato i benefici precedentemente ottenuti grazie all’IVA agevolata. Tuttavia, è improbabile che tali aumenti siano completamente assorbiti dalle aziende, comportando quasi certamente un ulteriore aumento dei costi per i consumatori.

Tasse in aumento 2024: le sigarette saranno più care

La Manovra 2024 prevede un aumento delle tasse che coinvolgerà anche il settore delle sigarette. A partire dal prossimo anno, i fumatori dovranno affrontare nuovi rincari a causa dell’incremento delle accise sui tabacchi lavorati. Questa modifica fiscale si traduce in un aumento dei prezzi delle sigarette, con previsioni che variano tra i 10 e i 12 centesimi in più per ogni pacchetto di sigarette.

Ma le sorprese non si fermano qui. La tassazione sul tabacco trinciato registrerà un incremento significativo, secondo le stime degli esperti del settore, con un impatto previsto di circa 30 centesimi in più per ogni busta di tabacco trinciato. Allo stesso tempo, anche le sigarette elettroniche non sfuggiranno all’aumento delle tasse. Infatti, è prevista l’introduzione di un piano di incrementi annuali nel 2025 e nel 2026, sia per i liquidi con nicotina che per quelli senza nicotina, con un aumento di circa l’1% annuo. Questa mossa potrebbe influenzare i consumatori di sigarette elettroniche, portando a un graduale aumento dei costi associati a questa alternativa al fumo tradizionale.

Conclusioni

La Legge di Bilancio si avvicina alla fase finale e si prevedono tasse 2024 in aumento, con impatti significativi su famiglie e imprese. Il governo Meloni mira a raccogliere circa 1 miliardo di euro, anche attraverso ulteriori rincari previsti a partire dal 2025.

Le tasse del 2024 coinvolgono diverse aree, dall’ambito residenziale a quello turistico, influenzando beni essenziali e merci soggette a dazi doganali. Sono previsti aumenti per le abitazioni ristrutturate con superbonus, gli affitti brevi, le tasse sulle sigarette e la “tampon tax”. Anche i bonifici parlanti e l’incremento delle aliquote IVIE e IVAFE si confermano per il prossimo anno.

In conclusione, la Manovra 2024 introduce cambiamenti rilevanti nel panorama fiscale con aumenti mirati e nuove normative, che richiedono un’attenta valutazione da parte degli attori coinvolti nei settori immobiliare, turistico e delle famiglie italiane.

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