Le start up sono società di capitali che si caratterizzano per il fatto che hanno un oggetto sociale esclusivo o prevalente. Esse, infatti, svolgono attività nel campo dello sviluppo,  produzione e  commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Le start-up innovative sono imprese impiegate nel campo delle alte tecnologico. Queste sono state disciplinate specificamente dal D.L. 179/2012, convertito lo stesso anno, che ne ha individuato le linee generali e i requisito.

Il recente DL 41/2021 ha poi introdotto un interessante incentivo per le predette imprese, tendenzialmente dimenticate dai molti interventi emergenziale della fase pandemica. Il contributo sarà a fondo perduto, per un ammontare di circa 1000 euro. Esso è rivolto alle partite IVA attivate nel 2018 che hanno avviato l’attività economica nel 2019.

Potranno accedervi i titolari di partita IVA attivata nel corso del 2018 ma la cui attività economica abbia avuto inizio nel corso del 2019.

Il sussidio per il momento non è ancora operativo. L’Agenzia delle entrate, infatti, dovrà intervenire entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a determinare le modalità di istanza, con proprio provvedimento.


Cos’è una start up?

Preliminarmente ci sembra opportuno fare un breve accenno a cosa sono le start up, al fine di circoscrivere l’ambito di operatività del contributo in esame.

Le start-up innovative sono imprese impiegate nel campo delle alte tecnologico. Queste sono state disciplinate specificamente dal D.L. 179/2012, che ne ha individuato le linee generali e i requisito.

Sempre nel 2012, è stata introdotta la legge 221/2012, la quale ha previsto la normativa di conversione del Decreto Legge sopra citato, che riporta il nome di Decreto Crescita 2.0, ed ha introdotto alcune interessanti modifiche alla disciplina delle start up.

In genere sono delle società di capitali, costituite anche in forma cooperativa, che abbiano residenza in Italia o in un Paese europeo, ma comunque con una sede produttiva in Italia.

Il legislatore richiede, affinché l’attività commerciale assuma predetta qualifica, il possesso determinati requisiti.

Sono, in genere, imprese giovani, che si affacciano al modo dell’imprenditoria. Queste sono prevalentemente orientate alla fondazione di attività economiche e commerciali legate al mondo di internet, dell’artigianato e manifattura, dell’industria, del sociale.

Requisiti di una start up

Le start up si caratterizzano, come evidenziato nel precedente paragrafo, da un oggetto sociale esclusivo o prevalente. Esse, infatti, svolgono attività nel campo dello sviluppo,  produzione e  commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico

Al fine di accedere ai benefici propri delle start up, l’impresa deve essere in possesso di alcuni requisiti, tali da poter qualificare una società come start-up innovativa. Questi sono:

  • Deve essere costituita e svolgere attività d’impresa da non più di 60 mesi;
  • Dal secondo anno di attività, il valore totale della produzione annua non deve essere superiore a 5 milioni di euro;
  • deve avere come oggetto sociale prevalente progetti innovativi e ad alto valore tecnologico;
  • deve essere costituita come società di capitali;
  • non deve distribuire, o aver distribuito, utili;
  • non è stata costituita da fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.

Come creare una start up

Oltre al contributo di 1000 in esame, i vantaggi di una start up sono molti. Quindi potresti essere ragionevolmente interessato alla costituzione di questa tipologia di impresa.

Individuiamo sinteticamente i passaggi per aprire una start up:

  • possesso di tutte le caratteristiche richieste per poter accedere a questa particolare forma societaria.
  • costituire la società di capitali vera e propria;
  • dopo la costituzione, devi dichiarare l’inizio dell’attività;
  • richiedere l’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle Imprese tramite l’apposita domanda.

L’apertura della società può avvenire sia in modo tradizionale, quindi avvalendosi della figura del notaio, oppure con un atto costitutivo tipizzato e sottoscritto con firma digitale.

Dato che si parla di start-up innovative, è superfluo sottolineare che tutta la procedura può essere svolta in via telematica.

Incentivo di 1000 euro per le start up

Introdotto in sede di conversione del decreto Sostegni n. 41/2021, il contributo a fondo perduto di 1000 è rivolto alle partite IVA attivate nel 2018 che hanno avviato l’attività economica nel 2019.

L’incentivo previsto dalla normativa in questione si pone l’obiettivo di rispondere alle esigenze alle pressanti richieste di sussidio di una categoria di imprese, tendenzialmente dimenticata dai molti e recenti interventi in materia.

Al fine di rendere operativa la previsione normativa, tuttavia, è altresì necessario un provvedimento attuativo dell’Agenzia delle entrate che disponga come accedere a tale sovvenzione.

L’intervento, in questione, è atteso nei successivi 60 giorni all’entrata in vigore del testo. Quindi al massimo entro i primi giorni del mese di gennaio 2022, dalle Entrate si attende il provvedimento relativo alle modalità per l’invio della domanda di accesso al fondo perduto per le startup, dati da inserire e scadenza da rispettare.

Il contributo a fondo perduto per le startup, introdotto in sede di conversione del decreto Sostegni n. 41/2021, sarà pari ad un massimo di 1.000 euro l’importo spettante.

Requisiti di accesso

Ad oggi, invero, sono solo noti i requisiti di accesso al contributo in questione.

In primo luogo, potranno presentare domanda i titolari di partita IVA attivata nel corso del 2018 ma la cui attività economica abbia avuto inizio nel corso del 2019.

Il requisito sarà accertato andando a verificare le risultanze del registro delle imprese tenuto presso la Camera di Commercio.

E’, inoltre, indispensabile che il totale di ricavi o compensi relativi al 2019 non sia superiore a 10 milioni di euro.

I criteri in questione sono stati riepilogati dal decreto MEF pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 5 novembre 2021:

  • i soggetti titolari di reddito d’impresa devono essere residenti o stabili nel territorio dello Stato;
  • la partita IVA deve essere stata attivata nel corso del 2018;
  • l’attività economica, però, deve aver avuto inizio effettivo nel corso del 2019, in base alle risultanze del registro delle imprese tenuto dalla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura;
  • che siano in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 1-ter del decreto Sostegni;
  • oppure non devono aver ricevuto il contributo a fondo perduto del Dl 41/2021, perché l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2020 non è inferiore del 30% rispetto al 2019.
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Clelia Tesone
Avvocato "Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente concluso la pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord".

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