Le pensioni in Portogallo non godranno più di agevolazioni fiscali a partire dal 1 gennaio 2024. Scatta quindi la ricerca di nuovi Paesi esteri in cui poter pagare meno tasse.


Secondo i dati Inps i pensionati italiani che sono distribuiti in 165 Paesi superano quota 350.000 (pari al 2,6% dei complessivi 17,7 milioni) per un importo di quasi 1,5 miliardi di euro (pari al 2% del totale erogato dall’Istituto). In Portogallo, nello specifico, si parla di 3.500 pensionati italiani. Proprio questo Paese è stato uno dei più gettonati negli ultimi anni, sia per le agevolazioni fiscali sulle pensioni di cui si poteva godere sia per il tenore di vita, migliore rispetto all’Italia.

A quanto pare però l’impennata di trasferimenti in Portogallo ha causato un aumento esagerato sul costo degli immobili anche per i portoghesi stessi (si parla di rincari del 75% negli ultimi 10 anni). Da qui quella che il primo ministro António Costa ha definito ‘scelta obbligata’: stop alle agevolazioni fiscali per i pensionati stranieri.

Questo sicuramente porterà ad una discesa dei numeri di pensionati che vorranno andare a vivere in Portogallo, puntando su altre mete. Ma quali? Proviamo ad analizzare in quali altri Paesi si potrebbe godere di sconti fiscali che permettano di condurre una vita dignitosa con la sola pensione.

Pensioni: come sono cambiate le agevolazioni fiscali in Portogallo negli ultimi anni

I pensionati, fino al 2020, hanno goduto dell’esenzione fiscale totale. Questa misura andava a vantaggio sia dei pensionati stranieri che di quelli portoghesi che ricevevano un trattamento pensionistico dall’estero. Questo ha portato ad un incremento dei pensionati italiani sul territorio portoghese, convinti ormai di aver trovato il paradiso in cui trascorrere il resto della vita senza fatica e in maniera dignitosa. Una rapida ascesa, questa, che ha fatto salire i numeri a 3.500 italiani in Portogallo nel 2021, contro i poco meno di 1.000 che si erano registrati pochi anni prima, nel 2017. E poi ai cittadini italiani si sono affiancate anche altre migliaia di persone provenienti da altri paesi e, la somma di tutto questo, ha comportato inevitabili ricadute sul costo della vita.

La tassazione era stata poi rivista permettendo una tassazione del 10% sulle pensioni a seguito di una residenza abituale da 10 anni. Prima del conseguimento di questo status le pensioni venivano tassate regolarmente. I vantaggi fiscali attuali prevedono anche imposte fisse al 20% per i professionisti qualificati e per i nomadi digitali.

Il governo portoghese però, come abbiamo anticipato, ha deciso di cambiare rotta. E così da gennaio 2024 spariranno le agevolazioni fiscali per i pensionati esteri. L’intervento in ogni caso non sarà retroattivo. Chi ha raggiunto il Portogallo aderendo al regime della tassazione agevolata continuerà a godere dei benefici ma, a partire dal 2024, la musica cambierà completamente. Va comunque detto che verranno mantenuti sconti fiscali per coloro che percepiscono una pensione inferiore ai 7.112 euro annui.

Residenza fiscale, cosa sapere

Dopo la notizia del Portogallo se alcuni pensionati avevano già optato per questa destinazione dovranno cambiare prospettiva. Scatta quindi la ricerca ai nuovi “paradisi fiscali” in cui vedersi le proprie pensioni meno tassate possibile. Ma come orientare la scelta? Sicuramente un aspetto da tenere a mente è quello della residenza fiscale.

Trasferirsi all’estero, ed effettuare il corretto trasferimento da un punto di vista fiscale è il punto di partenza per poter godere di benefici, senza incorrere ovviamente in illegalità. Occorre quindi puntare al farsi tassare la propria pensione esclusivamente all’estero, scegliendo il Paese che applichi meno tasse.

Cosa significa quindi residenza fiscale? Dal punto di vista normativo trasferirsi all’estero comporta conseguenze fiscali importanti. In particolare il riferimento lo troviamo all’articolo 3 del DPR n. 917/86 (TUIR), il quale definisce le regole di tassazione dei soggetti residenti e non residenti in Italia. I soggetti fiscalmente residenti in Italia, sono tenuti a dichiarare in Italia tutti i loro redditi, ovunque prodotti; mentre i soggetti non residenti fiscalmente sono tenuti a dichiarare in Italia solo i redditi ivi prodotti (salvo quanto indicato nelle varie Convezioni bilaterali stipulate dall’Italia con i vari Paesi esteri).

Per essere considerati residenti fiscalmente all’estero, devono sussistere le seguenti condizioni:

  • Non essere stati iscritti nell’anagrafe delle persone residenti in Italia per più della metà dell’anno (e cioè per 183 giorni negli anni normali, 184 in quelli bisestili), con contestuale iscrizione all’A.I.R.E.;
  • Di non avere avuto il domicilio in Italia per più di metà dell’anno (ex art. 43 c.c.);
  • Non aver avuto dimora abituale in Italia per più della metà dell’anno (ex art. 43 c.c.).

Queste condizioni devono permanere tutte. Se viene meno anche solo uno di questi requisiti la residenza viene considerata italiana dal punto di vista fiscale.

Conoscere questi aspetti è importante per poter decidere come muoversi e compiere una scelta mirata.

Quali paesi scegliere per godere di pensioni meno tassate

Una volta chiare le nozioni suindicate non resta che capire dove un pensionato italiano potrebbe trasferirsi per pagare meno tasse sulla propria pensione.

Tra i migliori Paesi possiamo citare la Grecia. Qui è prevista una tassazione del 7% per 15 anni sui redditi dei pensionati stranieri, che hanno lavorato nel settore privato e trasferiscono la residenza. La misura è stata introdotta nel 2013. La Grecia tra l’altro è in grado di offrire un tenore di vita elevato a costi relativamente bassi. I prezzi delle abitazioni e dei servizi in genere sono inferiori rispetto ad altre destinazioni europee.

Possiamo poi citare anche la Croazia, dove è prevista un’aliquota del 12% per gli assegni fino a 2.300 euro e del 18% per chi supera la soglia. Anche in questo paese è richiesta una ‘permanenza’ minima di 183 giorni l’anno e chi si trasferisce non deve avere residenza e domicilio in Italia.

E ancora la Tunisia. I pensionati che hanno scelto il paese africano ad oggi sono circa 1600, per un assegno medio di 3.805 euro, e vengono tassati sul 20% della pensione con aliquota massima del 7%. Tra i requisiti si richiede di non essere stato tassato come residente fiscale nei cinque anni precedenti alla richiesta. Il soggiorno minimo è di 183 giorni o, in alternativa, si deve essere proprietari di un’abitazione e ci siano le condizioni per il mantenimento e la residenza. Il regime tributario dunque anche qui è particolarmente vantaggioso.

Ma la carrellata dei paesi convenienti per i pensionati italiani non finisce qui. Una meta papabile potrebbe essere anche Malta, con una tassazione agevolata al 15% per i redditi provenienti dall’estero, pensioni comprese, che rispettano determinate regole: provenire da un paese europeo, non lavorare, percepire una pensione pari o superiore al 75% del reddito imponibile complessivo. Inoltre è necessario acquistare un immobile (a partire da 250.000 euro) o stipulare un contratto d’affitto di almeno un anno per un importo annuo minimo che si avvicina a 9.000 euro.

Da non trascurare sono poi anche Cipro, in cui le pensioni che raggiungono un importo fino a 3.420 euro sono esentasse, mentre per le cifre superiori si applica un’aliquota del 5%. Inoltre in questo Paese viene applicata un’iva agevolata per l’acquisto o la ricostruzione di una casa (5%).

E poi le Canarie dove è previsto uno sconto di 6.500 euro per chi ha più di 65 anni, che arriva a 7.000 per i pensionati con più di 75 anni; la Romania, dove è applicata un’aliquota del 10% per chi si trasferisce nel paese, sebbene non si tratti di uno sconto ad hoc per chi si trasferisce. Nel paese infatti viene applicata una flat tax del 10% sul reddito delle persone fisiche.

Ed infine non potevano mancare i Paesi dell’Est Europa, come Bulgaria, Slovacchia e Albania. Qui non viene applicata alcuna imposizione fiscale per gli stranieri che scelgono di trasferirsi sul territorio.

Conclusioni

Se il Portogallo negli ultimi anni era considerato una delle migliore mete per i pensionati italiani, con lo stop delle agevolazioni fiscali decretato di recente la scelta dovrà ricadere su altre destinazioni.

Sono ancora molti i Paesi in cui potersi traferire godendo di uno stile di vita dignitoso con poche tasse applicate sulle pensioni. Importante è però anche la conoscenza delle regole riguardanti la residenza fiscale.

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