L’INPS, ovvero l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, è un ente pubblico italiano che si occupa di gestire i contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori autonomi. L’obiettivo principale dell’INPS è quello di garantire la copertura previdenziale ai lavoratori e alle loro famiglie in caso di malattia, disoccupazione, infortuni sul lavoro e pensionamento. 

Tuttavia, può capitare che l’INPS non riconosca i contributi versati, generando disagi e preoccupazioni per i lavoratori interessati. In questo articolo vedremo cosa fare in caso di mancato riconoscimento dei contributi da parte dell’INPS.

Perché l’INPS potrebbe non riconoscere i contributi?

Prima di vedere cosa fare in caso di mancato riconoscimento dei contributi da parte dell’INPS, è importante capire perché potrebbe verificarsi questa situazione. In generale, l’INPS potrebbe non riconoscere i contributi versati per diversi motivi, tra cui:

  • Errori o omissioni nell’invio della documentazione: potrebbe capitare che il datore di lavoro o il lavoratore autonomo non invii in modo corretto o tempestivo la documentazione richiesta per l’iscrizione all’INPS o per il versamento dei contributi previdenziali.
  • Errori nella compilazione della documentazione: potrebbe accadere che la documentazione inviata contenga errori o inesattezze nella compilazione dei dati relativi ai contributi versati.
  • Verifiche o controlli dell’INPS: l’INPS potrebbe avviare verifiche o controlli per accertare la regolarità dei contributi versati, che potrebbero portare alla non riconoscenza dei contributi stessi.
  • Differenze tra i dati del datore di lavoro e quelli del lavoratore: potrebbe succedere che i dati relativi ai contributi versati riportati dal datore di lavoro non coincidano con quelli del lavoratore, ad esempio per errori di trascrizione o di calcolo.

Cosa fare in caso di mancato riconoscimento dei contributi?

Se l’INPS non riconosce i contributi versati, è importante agire prontamente per risolvere la situazione e tutelare i propri diritti. Vediamo insieme quali sono le azioni che si possono intraprendere in caso di mancato riconoscimento dei contributi da parte dell’INPS.

  1. Verificare la regolarità dei versamenti

La prima cosa da fare è verificare la regolarità dei versamenti dei contributi previdenziali. È possibile farlo consultando il sito dell’INPS e verificando i contributi accreditati sul proprio conto. In alternativa, è possibile richiedere un estratto conto contributivo all’INPS, che riporta l’elenco dei contributi versati e le eventuali anomalie riscontrate.

Per visionare i contributi sul sito INPS è necessario collegarsi al sito internet: www.inps.it e accedere alla propia area personale.

All’interno della propria area sarà possibile ricercare “estratto conto contributivo”, da questo servizio sarà possibile visionare i contributi versati e inoltre esportare l’elenco in formato pdf. 

  1. Richiedere informazioni all’INPS

Se si riscontrano delle anomalie nei contributi versati, è possibile richiedere informazioni all’INPS per capire le cause del mancato riconoscimento dei contributi. 

Gli aspetti negativi del mancato versamento dei contributi INPS

In primo luogo il mancato versamento dei contributi all’INPS può avere conseguenze negative per i lavoratori, in quanto può impedire ai lavoratori di accedere ai benefici previsti, come la pensione o l’assistenza sanitaria. Inoltre qualora l’azienda versi in una situazione di disagio finanziario, potrebbe non aver versato i contributi e utilizzato tali somme per far fronte a spese dell’azienda stessa.

Questo comporta anche una maggiore difficoltà per i lavoratori di poter recuperare, somme di denaro spettanti. E’ opportuno, qualora si sospetti del mancato versamento dei contributi previdenziali, accedere nel profilo INPS e controllare i contributi che sono stati versati fino a quel momento. 

Il mancato versamento da parte del datore di lavoro, gli può comportare l’applicazione di multe e sanzioni.

Cosa può fare il lavoratore?

Il lavoratore dovrà attivarsi per tempo, per proteggere i propri diritti previdenziali e ottenere un risarcimento, come sappiamo l’INPS ha la possibilità di poter richiedere al datore di lavoro i contributi mancanti, entro un termine i prescrizione di 5 anni a partire dalla data di scadenza del termine dei contributi stessi. 

Questo significa che se il datore di lavoro non ha versato i contributi previdenziali dell’anno X, l’INPS può richiedere il pagamento di tali contributi entro il quinto anno successivo alla scadenza del termine di pagamento dei contributi per l’anno X.

In pratica, ad esempio, se il datore di lavoro non ha versato i contributi per l’anno 2020, l’INPS ha il diritto di richiedere il pagamento di tali contributi fino alla fine del 2025. 

Se l’INPS non richiede il pagamento dei contributi entro questo termine di prescrizione di 5 anni, il diritto dell’INPS di richiedere il pagamento dei contributi si estingue.

Invece se il lavoratore sporge una denuncia all’INPS, i termini di prescrizione si estendono a 10 anni, con la possibilità dell’ente di poter richiedere al datore di lavoro i contributi non versati. 

Se il lavoratore si accorge del mancato versamento dei contributi INPS prima dei 5 anni, l’INPS insieme all’Agenzia delle entrate svolgeranno tutti i controlli effettivi ai fini della verifica del mancato versamento contributivo.

Controllare la posizione contributiva è importante, in quanto ci permette di poter agire con tempestività in situazioni di questo tipo. 

Il lavoratore che scopre di non avere i contributi versati quindi può affidarsi ad un avvocato per poter agire in giudizio e richiedere un risarcimento del danno nei confronti del datore di lavoro.

Ma cosa succede se il datore di lavoro è in fase di fallimento? 

Se l’omissione contributiva avviene a seguito di fallimento del datore di lavoro, quindi dell’azienda, il lavoratore ha diritto di richiedere il credito spettante insinuandosi al passivo. Dovrà dimostrare il mancato versamento dei contributi previdenziali da parte del datore di lavoro, facendo richiesta al curatore fallimentare di procedere con la richiesta del credito spettante.

Sarà cura del curatore fallimentare cercare di recuperare la liquidità necessaria per poter pagare i creditori, talvolta può accadere che anche questo non sia sufficiente, si pensi all’azienda che non possiede più ulteriore liquidità e che non riuscirà per questo a pagare per intero tutti i suoi credito. 

E’ per questo motivo che l’INPS ha istituito anche un ulteriore garanzia a favore dei lavoratori dipendenti. Si tratta del Fondo di Garanzia dell’INPS.

Il fondo interviene se il datore di lavoro è insolvente e non ha versato in tutto o in parte i contributi previdenziali.

La richiesta di pagamento da parte del Fondo può essere presentata solo nel caso sussistano determinati requisiti ovvero ci deve essere l’insolvenza accertata dell’azienda, l’iscrizione ad una forma di previdenza complementare e la cessazione del rapporto di lavoro. 

La richiesta di riscatto dei contributi 

E’ possibile per il lavoratore fare richiesta di riscatto dei contributi, anche se risulta essere una decisione onerosa per chi la richiede. Si pensi al costo finanziario a cui viene sottoposto l’ente che si trova ad anticipare tutti gli anni di contributi arretrati sulla base dei contribuenti presenti che versano i contributi.

La richiesta può essere presentata in qualunque momento anche quanto si è già in pensione, la richiesta può essere presentata dal lavoratore stesso, dai superstiti del lavoratore e dal datore di lavoro che intende sanare il danno causato al suo dipendente.

E’ opportuno presentare apposita documentazione che vada a testimoniare che sia intercorso l’effettivo rapporto di lavoro e che sussista la mancanza del versamento dei contributi.

Sarà cura del richiedente, presentare idonea documentazione e sarà responsabilità di quest’ultimo garantire nella veridicità della stessa, non risultano riscattabili i contributi versati ad altri enti diversi dall’INPS.

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