Il superbonus 110% fin dalla sua prima erogazione è stato soggetto a diverse modifiche delle normative per la sua fruizione. Tuttavia con il nuovo governo potrebbero essere introdotte diverse novità, tra cui quella di estendere il sostegno anche al prossimo anno, ma con una riduzione dell’aliquota da 110% a 60%.

Un’altra modifica al sostegno potrebbe riguardare la distinzione dell’agevolazione per le prime case e per le seconde. Tuttavia questo non sarà l’unico sostegno a variare con il nuovo governo, perché probabilmente con la Legge di Bilancio 2023 arriveranno importanti novità anche per gli altri bonus edilizi, per i sostegni dello stato e per il reddito di cittadinanza.

Superbonus: l’agevolazione fiscale potrebbe cambiare

L’agevolazione fiscale più conosciuta e richiesta, ovvero il superbonus 110%, potrebbe tornare il prossimo anno, ma con alcune modifiche introdotte dal nuovo governo. Questo sostegno ha incentivato privati, aziende e imprese a svolgere lavori di ristrutturazione specifici, con miglioramento strutturale o energetico, tramite una agevolazione del tutto vantaggiosa.

Tuttavia questa agevolazione fiscale è stata al centro di numerose variazioni e cambiamenti delle norme in corso d’opera, tra cui quelle che hanno coinvolto la cessione del credito, ovvero i diversi passaggi che il credito può subire, oppure le modifiche in base alle tipologie di immobili su cui l’agevolazione agisce.

In base a come stanno le cose attualmente, il superbonus dovrebbe terminare per molti possibili beneficiari a fine dicembre 2022, tuttavia per alcune tipologie di immobili, i lavori saranno ancora accettati nel 2023 e nel 2024, sotto determinate condizioni.

Tuttavia stanno per arrivare novità importanti con il nuovo governo, per cui al momento di parla di diverse ipotesi che coinvolgono una possibile proroga della misura, ma con funzionamento leggermente diverso a come visto fino ad ora, e una agevolazione inferiore. Vediamo tutte le ipotesi messe in campo.

Sostegno fiscale al 60%

La prima ipotesi che il governo potrebbe prendere in considerazione è quella di prorogare il superbonus, ma con una riduzione dell’aliquota che determina il credito fiscale. Si potrebbe quindi facilmente parlare di un superbonus portato al 60% o al 70%, che garantirebbe quindi una copertura ridotta delle spese sostenute per la ristrutturazione o il miglioramento energetico.

Secondo le attuali indiscrezioni, questa misura ridurrebbe la percentuale di agevolazione, tuttavia potrebbe portare il bonus ad una estensione sul lungo termine, ovvero le scadenze previste per quest’anno, o per i prossimi due, potrebbero del tutto cambiare.

Fratelli d’Italia infatti propone una scadenza a lungo termine per questo importante sostegno, tuttavia con una riduzione della percentuale di agevolazione. Per il momento si parla ancora di ipotesi, perché tutto dovrà essere confermato successivamente.

Un sostegno fiscale di questo tipo incentiverebbe ancora una volta privati e imprese a richiedere un credito su una parte delle spese sostenute per questi interventi, tuttavia il vantaggio sarebbe inferiore. Ma le novità non si fermerebbero qui, perché il bonus potrebbe essere ulteriormente modificato con una differenziazione in base al tipo di immobile, o al reddito di chi richiede l’agevolazione.

Diversificazione del bonus

Il superbonus potrebbe cambiare anche sotto un altro punto di vista: si ipotizza che possa essere diversificato in base a due variabili:

  • La tipologia di immobile oggetto dei lavori;
  • Il reddito complessivo del soggetto beneficiario.

Il sostegno quindi potrebbe essere diverso in base all’immobile e al reddito, tuttavia anche in questo caso si parla ancora solo di ipotesi. Va ricordato che il nuovo governo potrebbe modificare non solamente questo sostegno, ma in generale i diversi bonus per l’edilizia attualmente presenti, per cui per il prossimo anno si potrà assistere a diverse novità.

Il superbonus potrebbe anche cambiare in base allo svolgimento dei lavori sulla prima casa di proprietà o sulla seconda. Tuttavia il governo attuale andrebbe a tutelare le situazioni già avviate, per non introdurre svantaggi a chi ha già aperto un cantiere o richiesto i sostegni.

In definitiva, a contenere tutte le modifiche così ipotizzate, sarà la prossima Legge di Bilancio 2023, per cui il governo ha qualche mese per prendere le decisioni anche sui diversi bonus per l’edilizia. L’idea principale è quella di agevolare maggiormente le prime case, e di non introdurre sostegni fiscali con agevolazione superiore all’80%.

I fondi per le nuove modifiche

Un fattore che il governo dovrà valutare per modificare le normative che riguardano il superbonus, e per reintrodurlo secondo nuove modalità, sono i fondi a disposizione. Si prevede un riordino generale di tutti i bonus per l’edilizia, con il nuovo governo, tuttavia ci si chiede quali fondi verranno utilizzati.

Nel dettaglio, il nuovo governo vorrebbe applicare delle strette agli aiuti garantiti dallo stato, a partire dal superbonus stesso, che diminuirebbe al 60% o al 70% di agevolazione, fino al reddito di cittadinanza, per cui il centrodestra vorrebbe applicare dei cambiamenti o eliminare questa misura.

L’obiettivo del nuovo governo nella Legge di Bilancio 2023 sarà quindi con molta probabilità quello di redistribuire le risorse tagliando la spesa pubblica e alcuni sostegni per garantire una ridistribuzione degli stessi.

Cosa accade in caso di violazione

Andiamo a vedere più indietro, ovvero alle ultime modifiche effettive del superbonus 110%. Secondo le recenti novità, è stata introdotta una normativa più specifica che riguarda le conseguenze delle violazioni, ovvero nel momento in cui si compie un illecito tramite superbonus.

Ricordiamo che la legge stabilisce la sussistenza di una violazione, con conseguente perdita dell’agevolazione, nei seguenti casi:

  • In caso di violazione della richiesta del bonus;
  • Nel caso di pagamenti effettuati in modalità diverse rispetto a quanto previsto;
  • Nel caso di svolgimento di opere edilizie diverse da quelle comunicate;
  • Nel caso di violazione degli obblighi di tutela della salute e della sicurezza nel luogo di lavoro, oltre al mancato versamento dei contributi obbligatori;
  • Mancata presentazione della CILA dove obbligatoria, interventi difformi alla CILA, assenza del titolo abitativo o informazioni non vere.

Le recenti novità sul superbonus hanno anche introdotto un nuovo sblocco della cessione del credito, con il Decreto Aiuti bis, e ha introdotto il concetto di responsabilità solidale solo in alcune circostanze, per colpa o dolo grave.

Alle banche venivano affidate anche le responsabilità che riguardano le verifiche per l’immissione del credito o del denaro, secondo alcune linee guida precisate dall’Agenzia delle Entrate. Le banche quindi hanno il compito di verificare tramite specifici indici, eventuali incoerenze patrimoniali e reddituali, oppure l’eventuale sproporzione tra crediti ricevuti e valore dell’immobile su cui si eseguono gli interventi.

Tuttavia, per sbloccare il superbonus, la responsabilità in solido viene limitata a situazioni di dolo grave, per concorso nella violazione.

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