I nuovi provvedimenti ipotizzati dal governo di Mario Draghi per il lavoro hanno l’obiettivo di stabilire una strategia salva salari, per contrastare quello che è il fenomeno del lavoro povero. Si tratta di un fenomeno ormai esteso nel paese, per cui molti lavoratori si trovano impegnati anche a tempo pieno con il lavoro, ma non riescono comunque a sostenersi economicamente.

L’intervento arriva in concomitanza della crescita dell’inflazione nel paese, per cui molti cittadini si trovano ad affrontare il rincaro di diversi prodotti e servizi, come le bollette per le utenze domestiche. La strategia salva salari è stata presentata in conferenza stampa da Mario Draghi successivamente all’incontro con i sindacati, sulle tematiche più attuali che riguardano il lavoro.

L’obiettivo delle misure è quello di tutelare il potere di acquisto delle famiglie italiane, nonostante la situazione attuale, che riscontra un aumento complessivo del costo della vita. Vediamo nell’articolo quali sono le prospettive per le prossime misure per il lavoro, in particolare per la strategia salva salari.

Il lavoro povero: i dati ISTAT e INPS

Al centro del dibattito tra il governo e i sindacati, vi è il lavoro povero: con questo concetto si sottolinea quella situazione per cui i lavoratori, pur impiegati in un lavoro, non riescono a sopperire alle esigenze economiche attuali, dati i salari medi di basso importo.

Da un lato vi sono, secondo gli ultimi dati statistici ISTAT e INPS, almeno 4 milioni di lavoratori con stipendi sotto ai 1.000 euro al mese. Si tratta di una soglia di salario con cui al momento risulta difficoltoso contrastare l’aumento dei prezzi che ha coinvolto le famiglie italiane, sia per quanto riguarda le bollette per le utenze domestiche, sia per prodotti come i carburanti.

Questi dati riportano come in Italia il livello di povertà assoluta si sia innalzato, soprattutto nell’ultimo periodo, non solamente a causa dell’inflazione, ma anche per via della precarietà presente soprattutto in determinati settori dell’economia. Su questo argomento si è incentrata l’ultima conferenza stampa di Mario Draghi, successiva all’incontro e alla discussione con i sindacati.

La conferenza stampa di Mario Draghi sul lavoro

Recentemente Mario Draghi ha incontrato i sindacati per discutere a proposito della situazione attuale del lavoro. Negli ultimi mesi l’inflazione è salita nuovamente in Italia, nonostante la crescita economica effettiva. Il maggiore problema al momento è il potere di acquisto delle famiglie, di fronte agli aumenti dei prezzi dell’ultimo periodo.

L’aumento del costo della vita in generale è una preoccupazione che accomuna anche altri paesi dell’Europa, tuttavia è ancora difficile fare previsioni. In conferenza stampa è emersa la necessità di sostenere l’occupazione, difendendo i salari.

I principali obiettivi per le prossime misure saranno:

  • Ridurre la pressione fiscale in busta paga per i lavoratori;
  • Rinforzare i contratti collettivi nazionali.

Per seguire questi obiettivi arriveranno diverse misure e provvedimenti in base alle prossime decisioni, e sulla base di ulteriori incontri con i sindacati. Per quanto riguarda il rafforzamento dei contratti collettivi, si parla di questa misura come soluzione per l’introduzione di un salario minimo.

La contrattazione collettiva verrebbe rinnovata, poiché molti contratti al momento risultano scaduti da diversi anni, come ad esempio quello del commercio e dei servizi. Mario Draghi in conferenza stampa ha anche sottolineato come attualmente molti lavoratori non siano coperti dai contratti collettivi, quindi l’incertezza è ancora elevata per queste categorie.

Il salario minimo

Si continua a parlare di salario minimo, che consiste nell’introduzione, al pari di come accade in altri paesi europei, di uno stipendio minimo per tutti i lavoratori, al di sotto del quale le aziende non possono scendere con gli stipendi.

Sul salario minimo si è discusso a lungo negli scorsi mesi, sia sulle ipotesi di introduzione di un salario orario (che per il momento sembra da escludere) sia per un eventuale rafforzamento dei contratti collettivi nazionali, che distinguono il mondo lavorativo italiano da quello degli altri paesi.

Mentre l’Europa approva le nuove direttive per il salario minimo, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando propone alcune soluzioni sullo stipendio minimo. La necessità è quella di introdurre una contrattazione collettiva estesa anche alle categorie al momento escluse.

La proposta consiste nel legare un minimo salariale al comparto specifico, sulla base dei contratti collettivi al momento più utilizzati e diffusi. Questa misura secondo il Ministro potrebbe migliorare la situazione di molti lavoratori italiani, aumentando la media dei salari.

Al momento sono almeno 2 milioni e mezzo le persone che si trovano prive di tutele contrattuali di questo tipo in Italia, per cui si parla ancora di lavoro povero, che in questo particolare momento storico diventa ancora più critico. Anche sul rinnovo dei contratti, il Ministro sottolinea la necessità di un intervento.

La strategia salva salari più complessiva quindi andrà prevalentemente nella direzione di limitare le situazioni di incertezza lavorativa, attraverso il rafforzamento dei contratti di lavoro già esistenti o l’ampliamento a nuove categorie, tramite il TEC (Trattamento Economico Complessivo).

La riduzione del cuneo fiscale sui salari

Un altro punto importante di cui tenere conto è il cuneo fiscale, per cui il governo intende muoversi per ridurre la pressione del fisco sul lavoro, ovvero sulle buste paga e sui salari. Il piano salva salari prende in considerazione anche il taglio del cuneo fiscale, oltre alle misure specifiche contrattuali. Il taglio della pressione fiscale sugli stipendi è uno degli obiettivi principali per il momento a proposito del tema fiscale, nella stessa direzione delle misure contro il lavoro povero.

Per il momento non sono state ancora definite nello specifico le misure che verranno prese a questo proposito, tuttavia anche questo è uno dei punti principali trattati in merito alla strategia salva salari, e si preannuncia l’introduzione di misure strutturali, ovvero che possano rimanere invariate nel tempo.

Le prossime misure per il caro prezzi

Per quanto riguarda gli interventi per contrastare il caro prezzi del periodo attuale, si propone un nuovo intervento per la fine di luglio 2022 per contrastare il caro prezzi dell’energia, intervenendo con misure già viste precedentemente, anche se al momento ancora non si conoscono le specifiche. Tuttavia le aree di intervento continueranno ad essere:

  • Sostegni contro il caro prezzi dell’energia;
  • Sostegni per le bollette delle famiglie italiane;
  • Interventi sulle accise per benzina e gasolio;
  • Misure per tutelare il reddito dei cittadini.

Al momento comunque non sono ancora definiti gli interventi specifici per ogni area, tuttavia si prospettano diverse soluzioni per la situazione di crisi attuale, soprattutto in vista di una continuazione dell’inflazione in Italia.

Secondo le prime ipotesi, sono comunque necessari interventi strutturali, per tutelare il potere di acquisto dei cittadini, a causa prevalentemente della continuità dell’inflazione nel tempo in modo stabile. Gli interventi più urgenti e strutturali riguardano prima di tutto il lavoro dei cittadini, per cui si prospettano nuove misure prima della prossima Legge di Bilancio.

Alla fine del mese di luglio 2022 è previsto un nuovo decreto, costituito in modo urgente per intervenire sulla situazione attuale, con le diverse misure salva salari, tuttavia molti interventi verranno ancora discussi e introdotti successivamente, in modo strutturale, con la prossima Legge di Bilancio.

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Valeria Oggero
Classe 1992, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle partite Iva. Collaboro con Fiscomania.com per la pubblicazione di articoli di news a carattere fiscale. Un settore complesso quello fiscale ma dove non si finisce mai di imparare.

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