Non solo novità sul fronte del caro energia con il Decreto Bollette, che interviene, in modo significativo, anche sul Fisco con l’introduzione di cause speciali di non punibilità per omessi versamenti e indebita compensazione. Non scatteranno più conseguenze penali, ma solo sanzioni amministrative.

Grazie al Decreto Bollette, approvato in Consiglio dei ministri il 28 marzo, la tregua fiscale si estende e introduce cause speciali di non punibilità per alcuni specifici reati tributari. Si fa riferimento agli omessi versamenti, ovvero quelle tasse dichiarate ma non versate, e l’indebita compensazione, quando le somme spettanti all’Erario e i crediti vantati dal contribuente, in realtà, non spettano o sono inesistenti. In questi casi specifici, non sono più previsti sanzioni penali per i contribuenti che si accordano con il Fisco e regolarizzano loro posizione.

Reati tributari, quali sono le nuove cause di non punibilità

Le nuove cause di non punibilità non intervengono ad ampio raggio, ma si riferiscono a determinati reati tributari, che rispettano specifici requisiti. Difatti, le cause speciali di non punibilità, introdotte dal Decreto Bollette, riguardano tre categorie di reati tributari:

  • omesso versamento di ritenute dovute o certificate per importo superiore a 150.000 € per annualità;
  • omesso versamento di IVA di importo superiore a 250.000 € per annualità;
  • indebita compensazione di crediti non spettanti superiore a 50.000 €.

In questi tre casi, è possibile regolarizzare la propria posizione con il versamento della cifra mancante, a cui si aggiunege una sanzione del 30%, che viene ridotta, in caso di pagamento entro i primi 90 giorni.

Le cause di non punibilità presentano una sorta di meccanismo salvagente, a favore dei contribuenti, che trovano l’accordo con l’Amministrazione finanziaria, definiscono le relative violazioni e versano l’integrale pagamento delle somme dovute. Riepilogando, è necessario che sussistano due condizioni per avere accesso alla non punibilità, ovvero:

  1. le violazioni sono correttamente definite;
  2. le somme dovute sono versate interamente dal contribuente, in base alle modalità previste.

Se non si rispetteranno entrambi i requisiti, i reati tributari non potranno rientrare nelle cause speciali di non punibilità.

Cause di non punibilità, condono penale per chi evade?

La volontà di introdurre cause speciali di non punibilità per i reati tributari era già emersa durante i lavori di preparazione della Legge di Bilancio 2023. Si ipotizzava il cosiddetto scudo penale, che avrebbe offerto una sorta di meccanismo salvagente, solo in caso di pagamento delle somme dovute. Al termine dello scorso anno, si faceva riferimento a tre reati: omessa dichiarazione dei redditi, omesso versamento e dichiarazione infedele. A causa dell’imminente approvazione della Legge di Bilancio 2023 e dello scatenarsi di pareri discordanti tra le parti sociali, l’esecutivo aveva deciso di mettere da parte il progetto, almeno momentaneamente.

Ecco che lo scudo penale riappare negli ultimi giorni. Nonostante la norma fosse assente nella bozza iniziale, il governo riprende in mano la questione e le cause di non punibilità entrano, all’ultimo momento, nel Decreto Bollette, tra le “Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali”.

La discussione tra le parti sociali riprende il via. Da un lato, il governo si pone l’obiettivo di spingere gli evasori a rimettersi in regola con il Fisco, grazie all’eliminazione di possibili conseguenze penali, con la convinzione che per lo Stato sarà più semplice recuperare soldi, che altrimenti non avrebbe più rivisto. Dall’altro lato, l’opposizione non è convinta di questa manovra e parla di condono penale per chi evade. Coloro, che non hanno versato quanto dovuto, vengono in qualche modo premiati, sottoponendoli solo a sanzioni di tipo amministrativo e non più penale. Inoltre, emergono, da più parti, perplessità anche sul carattere di necessità e urgenza degli interventi.

È impossibile non notare come il governo abbia comunque fatto un passo indietro su questo tema, almeno per il momento. Difatti, rispetto ai tre reati, che inizialmente intendeva fare rientrare tra le cause di non punibilità, il campo si ristringe all’omesso versamento e indebita compensazione.

Le cause di non punibilità diventano un tema sempre più delicato, in quanto si introduce in uno scenario più ampio e complesso, dove ha preso avvio una rivoluzione del tema relativo all’evasione, con la nuova Riforma Fiscale. Per la prima volta, è introdotta la distinzione fra l’evasione volontaria, portata avanti con dolo, e l’evasione per necessità, dettata solo da difficoltà economiche, per le quali serve una congrua motivazione.

Non ci resta che attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per capire come le cause speciali di non punibilità, per omessi versamenti e indebita compensazione, saranno implementate.

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