La riforma fiscale arriverà in consiglio dei ministri la prossima settimana come ha annunciato il viceministro all’Economia Maurizio Leo: Irpef a 3 aliquote, modifiche Ires, Irap, Iva e detrazioni per chi guadagna meno. Il passaggio è da quattro a 3 aliquote Irpef in base al reddito.

Il viceministro dell’Economia conferma l’intenzione di ridurre a tre le aliquote Irpef mediante una revisone delle tax expenditures, cioè le detrazioni e le deduzioni fiscali: “Penso che ci siano le condizioni per ridurre il numero delle aliquote: si può arrivare a un sistema a 3, ci stiamo lavorando con la Ragioneria”. L’obiettivo è quello di ridurre l’imposizione fiscale, ha dichiarato infatti il titolare del dicastero dell’Economia, Giancarlo Giorgetti “Avvieremo un processo di riduzione del carico fiscale“.

Il passaggio a 3 aliquote Irpef ha due ipotesi: la prima prevede 3 aliquote del 23%, del 27% e del 43% per un costo allo Stato di 10 miliardi di euro, la seconda prevede 3 aliquote Irpef del 23%, del 33% e del 43% per un costo di 6 miliardi di euro.

In particolare, la prima ipotesi prevede che le aliquote siano tre, con il primo scaglione che non verrebbe toccato, restando a 15.000 euro con un’aliquota al 23%. Il secondo scaglione arriverebbe fino a 50.000 euro. Non cambia niente per il terzo scaglione, ovvero per i redditi superiori a 50.000 euro. Ricapitolando:

  • 23% per redditi fino a 15.000 euro;
  • 27% per redditi tra 15.001 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi sopra 50.000 euro.

Con la seconda ipotesi gli scaglioni sarebbero ugualmente tre, tuttavia, la prima fascia di reddito arriverebbe fino a 28.000 euro con aliquota al 23%. Il secondo scaglione arriverebbe a 50.000 euro con un’aliquota al 33%. Per i redditi sopra 50.000 l’aliquota resta 43%. Ricapitolando:

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 33% per redditi tra 15.001 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi sopra 50.000 euro.

La Riforma Fiscale sarà presentata come una “legge delega” pertanto delinea i principi generici che poi andranno ad essere delineati in mediante decreti attuativi.

IRPEF: aliquote attuali

Con la Legge di Bilancio 2022 (Legge n. 234/21) sono cambiati gli scaglioni IRPEF. Attualmente, le aliquote attuali sono:

SCAGLIONI DI REDDITOALIQUOTA IRPEF
Fino a 15.000 euro di reddito23%
Da 15.000 euro a 28.000 euro di reddito25%
Da 28.000 euro a 50.000 euro di reddito35%
Oltre 50.000 euro di reddito43%

L’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) deve essere corrisposta da tutte le persone fisiche, residenti e non residenti nel territorio dello Stato, che possiedono le previste tipologie di reddito. Secondo quanto disposto dall’art. 1 del TUIR, presupposto dell’IRPEF è il possesso di redditi, in denaro o in natura, rientranti in una delle seguenti categorie previste dall’art. 6 del TUIR:

  • Redditi fondiari (artt. 25 – 43 del TUIR);
  • Redditi di capitale (artt. 44 – 48 del TUIR);
  • Redditi di lavoro dipendente (artt. 49 – 52 del TUIR);
  • Redditi di lavoro autonomo (artt. 53 – 54 del TUIR);
  • Redditi d’impresa (artt. 55 – 66 del TUIR);
  • Redditi diversi (artt. 67 – 71 del TUIR).

I soggetti residenti sono assoggettati ad imposizione anche per i redditi prodotti all’estero, mentre i soggetti non residenti sono assoggettati a tassazione limitatamente ai redditi prodotti nel territorio dello Stato (art. 3 co. 1 del TUIR).

Il testo della legge delega è atteso in Consiglio dei Ministri la prossima settimana, entro metà marzo 2023.

L’ipotesi più probabile è che la riforma IRPEF riguardi sopratutto i redditi che vanno dai 15.000 ai 50.000 euro. Le ipotesi più probabili sono: nel primo caso ci sarà un accorpamento tra secondo e terzo scaglione. In questo caso si avrebbe un’aliquota più elevata di quella attuale. La seconda ipotesi rivede tutte le fasce di reddito sempre con tre scaglioni.

In particolare, la prima ipotesi prevede che le aliquote siano tre, con il primo scaglione che non verrebbe toccato, restando a 15.000 euro con un’aliquota al 23%. Il secondo scaglione arriverebbe fino a 50.000 euro. Non cambia niente per il terzo scaglione, ovvero per i redditi superiori a 50.000 euro. Ricapitolando:

  • 23% per redditi fino a 15.000 euro;
  • 27% per redditi tra 15.001 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi sopra 50.000 euro.

Con la seconda ipotesi gli scaglioni sarebbero ugualmente tre, tuttavia, la prima fascia di reddito arriverebbe fino a 28.000 euro con aliquota al 23%. Il secondo scaglione arriverebbe a 50.000 euro con un’aliquota al 33%. Per i redditi sopra 50.000 l’aliquota resta 43%.

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 33% per redditi tra 15.001 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi sopra 50.000 euro.

Flat tax incrementale

La riforma fiscale oltre alla riduzione delle aliquote Irpef porterà all’introduzione dellaflat tax incrementale. L’obiettivo è quello di applicare un’aliquota più bassa, pare del 15% sui redditi aggiuntivi dichiarati rispetto all’anno precedente.

Ires, Irap

Inoltre, sembra che con la riforma fiscale venga attuato il superamento dell’Irap e ad una modifica dell’Ires, sembra che sarà legata alle assunzioni e agli investimenti. Più le aziende si impegneranno nelle assunzioni e negli investimenti più basso sarà il prelievo fiscale sul reddito d’impresa.

Vengono quindi pensati degli incentivi alle imprese per le assunzioni. Ha dichiarato Leo che: “Quello che pensiamo di fare, ad esempio in materia fiscale, è ridurre la tassazione, per esempio dell’ires, laddove l’impresa assuma coloro i quali hanno percepito il reddito di cittadinanza, gli ultracinquantenni, le donne. Oppure qualora si facciano investimenti più innovativi come il 4.0, il patent box, la ricerca e sviluppo”. L’obiettivo è “ridurre le tasse per creare nuova occupazione e fare investimenti”.

Chi ci guadagnerà?

Giuseppe Buscema, esperto della Fondazione Studi Consulenti del lavoro, riporta sul Corriere della Sera, alcune possibili ipotesi. Qualora approdasse la prima ipotesi ci sarebbe un aumento dell’imposta lorda per i redditi fino a 34.000 euro. Nella seconda ipotesi si realizzerebbe un risparmio per tutte le fasce di reddito.

Viene poi effettuata anche una simulazione in caso di reddito da 20.000 euro annui. Nella prima ipotesi l’imposta aumenterebbe di 150 euro in un anno, un incremento del 2%. In caso di reddito da 50.000 euro ci sarebbe un risparmio da 1.150 euro. Nella seconda ipotesi si verificherebbe un risparmio per entrambe le fasce di reddito: per coloro che hanno un reddito di 20.000 euro la riduzione sarebbe di 100 euro, mentre con un reddito di 50.000 euro ci sarebbe una diminuzione di 700 euro, pari a circa il 4%.

Nel 2022, il gettito IRPEF atteso è sui 205 miliardi di euro, comprese le addizionali regionali e comunali e al lordo dell’ex bonus Renzi. Secondo quanto riportato, coprirebbe oltre il 10% del PIL, tuttavia non è sufficiente a compensare la spesa assistenziale e sanitaria, dal valore di 288 miliardi.

Obiettivi della Riforma IRPEF

Come ha dichiarato il ministro LEO:

“L’ultima vera riforma in questo settore risale agli anni ’70 dopo di che abbiamo subito un diluvio di norme e provvedimenti tampone. Ciò ha fatto del nostro sistema fiscale uno dei più complessi e insostenibili al mondo. Dobbiamo dunque procedere a una riforma che riequilibri il rapporto tra fisco e contribuente”.

“In quest’ottica ci siamo già mossi approvando una tregua fiscale, che sfido chiunque a chiamare condono, per venire in soccorso a cittadini e imprese che non erano in grado di pagare in unica soluzione la massa di cartelle ricevute. Partendo dagli omessi versamenti abbiamo scelto di applicare la sanzione più bassa e concedere 5 anni di dilazione. Abbiamo favorito i ravvedimenti operosi con un lasso temporale biennale così come per gli avvisi di accertamento e altre misure”. “L’obiettivo è rendere sostenibile il pagamento, risalendo tutta la filiera del rapporto fisco – contribuente”, 

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