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Piano del Governo per il 2025 sul Irpef e taglio del cuneo fiscale

Il Documento di Economia e Finanza (DEF) è stato approvato il 9 aprile 2024, ma non sono state fornite indicazioni circa le politiche economiche per la prossima Manovra finanziaria. In sostanza, manca la parte programmatica del documento. Nonostante ciò, compare l’intenzione del Governo di replicare nel 2025 il taglio del cuneo fiscale e ridurre aliquote e scaglioni Irpef.

Le due misure, insieme, valgono 15 miliardi di euro, difficilmente finanziabili a deficit, considerati i numeri del DEF. In ogni caso, si presume l’Irpef almeno a tre aliquote e il taglio del cuneo fiscale e contributivo, la decontribuzione per i lavoratori dipendenti, per il prossimo anno. Entrambe, sono state le misure cardine del 2024 e, per il momento, in scadenza al 31 dicembre.

Nel testo, vediamo qual è il piano del Governo per il 2025, in base alle prime anticipazioni.

Documento di Economia e Finanza (DEF) 2024

Il 9 aprile 2024, è stato approvato il Documento di Economia e Finanza (DEF), il principale strumento di programmazione economica del Governo. Nel documento sono riportati gli obiettivi triennali di politica economica del Paese e le stime sull’andamento delle finanze pubbliche, dell’economia nazionale e le riforme che l’esecutivo intende portare avanti e attuare.

Nonostante ciò, nel DEF appena approvato manca la parte programmatica e le gli interventi verranno definiti solo prossimamente, con la nuova Legge di Bilancio per il 2025.

Si partirà da un punto fermo: il taglio del cuneo fiscale e contributivo sarà replicato anche nel 2025, così come si prevede l’Irpef almeno a tre aliquote e scaglioni anche per il prossimo anno.

Un progetto molto generoso quanto ottimistico, considerando che le due misure, per quest’anno, hanno un costo di circa 15 miliardi di euro. Considerando il deficit e visti i numeri del DEF, al momento, risulterebbero difficilmente finanziabili.

Sullo sfondo ci sono ben altre misure strategiche, già adottate e sulle quali non può tornare indietro. Come al solito, il problema principale è rappresentato dalle coperture che scarseggiano. Al contempo, ci sono motivi fondati che permettono di avanzare qualche previsione.

Irpef almeno a tre aliquote e scaglioni del 2025

Uno dei punti fermi è la riduzione dell’Irpef (almeno) a tre aliquote nel 2025. Non si tratta di un’agevolazione fiscale, che viene concessa una tantum, ma di una vera e propria riforma di legge.

Prevista, per il momento, solo per il 2024, fa parte del piano del Governo la conferma anche al 2025. Un passo indietro, ormai, è impensabile, anche per via delle possibili conseguenze pratiche che ciò comporterebbe. Un ritorno alle quattro aliquote significherebbe pagare le tasse sul periodo d’imposta del 2024 con le nuove aliquote e ritornare alle precedenti in vigore l’anno prossimo.

Bisogna anche considerare che la riforma dell’Irpef, con la progressiva riduzione di aliquote e scaglioni è uno dei progetti del Governo, da realizzare entro la fino alla fine della legislatura.

Quasi sicuramente, con uno scarto quasi impercettibile, nel 2025 non si ritornerà al sistema delle quattro aliquote. Addirittura, nei mesi scorsi era stato anche ipotizzato un passaggio a due aliquote per il prossimo anno. Però, fare una stima su questo, è ancora decisamente prematuro.

Taglio del cuneo fiscale e contributivo in busta paga nel 2025

Un altro punto saldo e di partenza è il taglio del cuneo fiscale e contributivo, una misura di politica economica che è stata più volte rinnovata, ma non ancora inserita in una riforma.

Non ci sarà una inversione di tendenza, in base alle previsioni, per il 2025. Attualmente, l’esonero contributivo sulla quota dovuta dai dipendenti è pari al:

  • 6%, per le retribuzioni fino a 35.000 euro;
  • 7%, per le retribuzioni fino a 25.000 euro.

La misura garantisce in busta paga un guadagno fino a 100 euro, che coincide ad un costo della vita di oltre 10 miliardi. La conferma dovrebbe trovare posto nella prossima Legge di Bilancio, anche se ancora è tutta da definire, programmare e scrivere, ma che parte proprio dall’approvazione del DEF.

Anche in questo caso, il dubbio riguarda proprio le coperture, con l’annoso problema dell’impossibilità di ricorrere all’indebitamento.
Si deve considerare che il deficit è in calo, anche se, ancora, rimane abbondantemente al di sopra del 3% previsto dal Patto di Stabilità.

Infine, si deve anche precisare che i limiti retributivi ai fini del taglio del cuneo fiscale sono valutati in ogni mese dell’anno. Si fa riferimento all’imponibile previdenziale mensile che può oscillare per eventi indennizzati dall’Inps: quindi, in alcuni periodi il taglio contributivo potrà essere applicabile e in altri mesi no.

Conclusioni

Il DEF è stato approvato il 9 aprile 2024, anche se non riporta il profilo programmatico. In assenza di ciò, comunque si percepiscono segnali positivi a partire dall’occupazione, che mostra una ripresa.

Cosa aspettarsi nel 2025? Non si sa ancora molto, ma il punto di partenza sarà la riduzione dell’Irpef, almeno a tre aliquote, e la conferma del taglio fiscale e contributivo. Il nodo sono le coperture, in quanto, considerate insieme, le due misure sono costate circa 15 miliardi di euro.

Domande frequenti

Quando è stato approvato il DEF?
Il Documento di Economia e Finanza (DEF) è stato approvato il 9 aprile 2024.

Cosa aspettarsi nel 2025?
Arrivano alcune conferme: il taglio del cuneo fiscale e contributo e l’Irpef, almeno, a tre aliquote per il 2025.

Quali sono gli scaglioni Irpef per il 2024?
Per il 2024, sono in vigore tre aliquote e scaglioni: 23% per i redditi fino a 28.000 euro, 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro e 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Classe 1995, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche. Appassionata di scrittura online da sempre, collaborando per la redazione di articoli in materia di diritto, fiscalità e lavoro.

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