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Decreto bollette: nuovo credito d’imposta per start up innovative

Il cosiddetto Decreto Bollette, convertito in Legge n. 56/2023, ha introdotto il nuovo credito d’imposta per start up innovative in possesso di determinati requisiti, solo per l’anno 2023 e per un massimo di 200.000 €. Si tratta di una delle più importanti modificazioni apportate al Decreto n. 34 del 30 marzo 2023. Scopriamo insieme a chi si rivolge e come funziona il credito d’imposta.

Start up innovative, cosa s’intende

Le start up innovative sono imprese di recente costituzione caratterizzate da un forte potenziale di crescita e innovazione. Sono generalmente aziende che si collocano nel settore delle nuove tecnologie e sviluppano prodotti, servizi o modelli di business innovativi mediante l’utilizzo di tecnologie avanzate o nuovi approcci per affrontare problemi esistenti o soddisfare bisogni emergenti.

Sono spesso caratterizzate da una struttura organizzativa snella e flessibile, che consente loro di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. Sono in grado di prendere decisioni rapide e di adottare strategie agili per sfruttare nuove opportunità emergenti, con l’obiettivo di conquistare quote di mercato e diventare attori di rilievo nel proprio settore.

Le start up innovative sono attivamente impegnate nella ricerca di risorse per sviluppare il proprio prodotto o servizio. Il credito di imposta rappresenta un beneficio fiscale che potrebbe aiutare concretamente le start up innovative. Capiamo quali sono le start up coinvolte e come possono beneficiare del nuovo credito d’imposta.

Credito d’imposta per start up innovative, a chi si rivolge

Il Decreto Bollette è stato rivisto con nuove modificazioni apportate in sede di conversione in legge n. 56/2023 e troviamo un’importante novità all’articolo 7-quater, che introduce il nuovo credito d’imposta per le start up innovative. Si rimanda alla “Legge 26 maggio 2023, n. 56 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, recante misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute“.

Analizziamo quali sono i requisiti che devono possedere le start up innovative per accedere al nuovo credito d’imposta. In prima battura, le start up innovative devono operare nei seguenti settori:

  • ambiente;
  • energia da fonti rinnovabili;
  • sanità.

Si rivolge, inoltre, alle start up innovative costituite a decorrere dal 1° gennaio 2020.

Credito d’imposta per start up innovative, come funziona

La Legge n. 56/2023 prevede un’agevolazione a favore delle start up innovative, in possesso dei requisiti visti sopra, sotto forma di credito d’imposta.

In particolare, il credito d’imposta è finanziato solo per l’anno 2023 nel limite complessivo di 2 milioni di euro, fino ad un importo massimo di 200.000 euro. Inoltre, il beneficio non può superare il 20% delle spese sostenute per “attività di ricerca e sviluppo finalizzate a creare soluzioni innovative per realizzare strumenti e servizi tecnologici avanzati che garantiscano la sostenibilità ambientale e la riduzione dei consumi energetici“.

Credito d’imposta, le 6 indicazioni operative

L’art. 7-quater della Legge n. 56/2023 si riferisce al “Credito d’imposta per le start up innovative operanti nei settori dell’ambiente, dell’energia da fonti rinnovabili e della sanità” ed è stato introdotto durante la conversione in legge del Decreto Bollette.

In questo articolo sono presenti importati indicazioni operative su come utilizzare il bonus che possiamo riassumere in 6 punti principali. L’importo spettante ha le seguenti caratteristiche:

  • può essere sfruttato esclusivamente in compensazione, come indicato dall’articolo 17 del Dlgs 241/1997 secondo il quale “i contribuenti eseguono versamenti unitari delle imposte, dei contributi dovuti all’INPS e delle altre somme a favore dello Stato, delle regioni e degli enti previdenziali, con eventuale compensazione dei crediti, dello stesso periodo, nei confronti dei medesimi soggetti, risultanti dalle dichiarazioni e dalle denunce periodiche presentate successivamente“;
  • deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta nel quale lo stesso è riconosciuto e nelle dichiarazioni successive, fino all’anno nel quale termina l’utilizzo;
  • non è soggetto al limite annuale di 250.000 euro per i crediti da indicare nel quadro RU della dichiarazione dei redditi. In base all’articolo 1, comma 53, legge 244/2007, “a partire dal 1° gennaio 2008, anche in deroga alle disposizioni previste dalle singole leggi istitutive, i crediti d’imposta da indicare nel quadro RU della dichiarazione dei redditi possono essere utilizzati nel limite annuale di 250.000 euro“;
  • non rientra nel limite di due milioni di euro per i crediti d’imposta e i contributi compensabili o rimborsabili. Il limite massimo dei crediti di imposta e dei contributi compensabili, ovvero rimborsabili ai soggetti intestatari di conto fiscale, è passato da 700.000 euro a 2 milioni di euro, come indicato al comma 72 dell’art. 1 della Legge del 30/12/2021;
  • non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile Irap e non rileva ai fini del calcolo della percentuale di deducibilità degli interessi passivi, come previsto dagli articoli 61 e 109, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;
  • è riconosciuto nel rispetto delle condizioni del “regime de minimis”, come previsto dal regolamento UE n. 1407/2013 della Commissione del 18 dicembre 2013. Si tratta di aiuti concessi dallo Stato di entità modesta, la cui somma non deve superare il limite massimo di 200.000,00 euro in tre anni, come da regolamentazione europea.

Il credito d’imposta è un beneficio fiscale che gioca un ruolo importante al fine di promuovere gli investimenti e l’innovazione nelle start up innovative. L’obiettivo è quello incentivare la formazione e la crescita di un ecosistema imprenditoriale dinamico e innovativo che miri a incentivare la ricerca e lo sviluppo, attrarre investimenti e migliorare la competitività sul mercato globale.

Elena Lamperti
Elena Lamperti
Laureata in Scienze del Lavoro e Organizzazione Aziendale presso l’Università degli Studi di Milano. Appassionata da sempre di economia e diritto del lavoro, racconta con parole semplici questo mondo, in costante evoluzione.

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