Tra i vari incentivi contenuti in legge di bilancio spunta anche quello che permette a chi acquista Btp di non vederseli conteggiare nell’Isee. Per il momento si tratta di una norma contenuta nella bozza della manovra, ma potrebbe diventare realtà.


Tutto ciò che è direttamente riconducibile alla situazione economica di un nucleo familiare concorre solitamente al calcolo dell’ISEE. I beni che non rientrano nell’ISEE sono quelli che non producono reddito o che hanno una funzione prevalentemente sociale o culturale, come ad esempio i trattamenti assistenziali e previdenziali percepiti e i fondi pensione integrativi. Vi rientrano invece sempre i titoli di stato, qualunque essi siano. Se quindi finora anche i Btp concorrevano al calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, col prossimo anno potrebbe cambiare tutto.

Una norma contenuta nella bozza della legge di bilancio intende infatti escludere dal calcolo Isee i Btp. Una mossa, questa, volta a premiare il successo che stanno avendo questi titoli di stato. Ma anche un modo per incentivare ulteriormente ad investire in Btp. Vediamo quindi meglio di seguito di che si tratta.

Esclusione Btp da Isee: a chi è rivolta?

Nell’indice dello schema diffuso dal Governo sulla bozza della legge di bilancio, appare all’articolo 39 la previsione di escludere dal calcolo dell’Isee i titoli di stato, come i Buoni del tesoro poliennali (BTP).

Secondo quanto si apprende dal Sole 24 ore sembra in particolare che l’agevolazione sarebbe riservata solo ai futuri possessori di BTP People, un nuovo titolo che il Governo intende emanare per raccogliere risorse finanziarie visto il grande successo dei recenti BTP Valore. Questi ultimi hanno raccolto complessivamente oltre 32 miliardi nelle due emissioni di giugno e di ottobre, molto più del valore dell’intera legge di bilancio 2024. Il Governo vorrebbe quindi continuare su questa linea.

L’esclusione dall’Isee però quindi non dovrebbe riguardare chi li ha già acquistati. Resta comunque una norma ancora in forse, che con l’approvazione definitiva della manovra finanziaria entro il 31 dicembre 2023 potrebbe scomparire.

Btp, un contributo per sanare il debito pubblico italiano

La misura era stata annunciata nelle scorse settimane dalla ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella ma, per come sembra impostata, al momento appare non tanto legata al tema della famiglia e della natalità bensì a quello del deficit di bilancio. Rendendo infatti ininfluente per l’Isee il possesso di titoli di stato, il Governo ne favorirebbe la vendita e raccoglierebbe fondi dai privati. Insomma un modo per contribuire a sanare il debito pubblico, in questo momento di grande difficoltà per il bilancio statale.

D’altronde far finire più titoli di stato nelle mani degli italiani è una conseguenza dovuta alla risicata remunerazione dei conti correnti, che vedono le banche italiane ancora avare nei confronti dei loro clienti. Come ha infatti affermato il market analyst di eToro Gabriel Debach “lo scarso rendimento dei conti bancari, nonostante gli sforzi del Governo per contrastare gli extraprofitti bancari, sta ulteriormente spingendo i cittadini a considerare il debito pubblico italiano come un’opzione di investimento allettante. In questo quadro, con l’aggiunta per il timore di un rallentamento economico, il debito italiano sembra godere di un nuovo e inaspettato periodo di favore, con la clientela retail che emerge come principale categoria di acquirenti”.

Alcune considerazioni

L’esclusione dei Btp dal calcolo dell’Isee porta inevitabilmente ad alcune considerazioni. Perchè se da un lato la misura è da guardare in maniera positiva con riferimento al deficit, dall’altro andrebbe anche valutato come possa apparire non molto equa, dato che farebbe risultare sullo stesso piano, ai fini delle agevolazioni economiche destinate ai meno abbienti, i soggetti in possesso di un certo patrimonio e altri che invece non lo sono. E così le famiglie in possesso di liquidità che dovessero investire i propri risparmi in questi titoli risulterebbero ‘poveri’ al pari di quelli che non li possiedono, e potrebbero così rientrare nelle soglie ISEE previste per beneficiare di agevolazioni, bonus e sostegni.

Altro aspetto da considerare riguarda anche ciò che potrebbe succedere alla stessa appetibilità dei titoli di stato italiani nel momento in cui le banche dovessero iniziare ad alzare i tassi sui conti correnti e sui depositi per cercare di accaparrare un maggior numero di clienti, alla ricerca di rendimenti più corposi. A quel punto il rischio potrebbe essere che diversi investitori italiani retail potrebbero decidere di mollare i BTP Valore et similia su cui Meloni sta puntando, alla ricerca di investimenti più promettenti.

Conclusioni

Fare cassa permettendo all’Italia di autofinanziarsi. Questa sarebbe l’idea del Governo Meloni che ha portato ad introdurre nella bozza della legge di bilancio una norma che vorrebbe escludere dal calcolo Isee il possesso dei titoli di stato Btp. Una mossa quindi per invogliare tutti, specialmente i piccoli risparmiatori, a comprare il debito italiano

Ma sebbene sia da guardare positivamente andrebbero anche valutati alcuni aspetti negativi di questa misura se dovesse diventare definitiva nel 2024. Tra questi vanno infatti considerati la sproporzione rispetto a quelle famiglie veramente meno abbienti e la possibilità futura che gli investitori possano orientarsi verso altre forme di investimento più convenienti, abbandonando dall’oggi al domani i Btp.

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