Come più volte abbiamo ricordato ai nostri lettori nel corso delle ultime settimane, buona parte della Legge di Bilancio 2023 è dedicata alla tregua fiscale, ovvero all’insieme delle misure che sono riservate al contribuente che intende sanare alcune irregolarità nel proprio rapporto con il Fisco: dalle imposte non versate alle cartelle esattoriali che negli anni si sono accumulate sulle proprie scrivanie, al contribuente è dunque lasciata la possibilità di sfruttare diversi benefici.

Scopriamo insieme quali sono, alla luce delle ultime novità.

Lo Stralcio Delle Cartelle Fino A 1.000 Euro

Tra le righe di maggiore interesse nella tregua fiscale 2023 c’è sicuramente la possibilità di fruire dello stralcio dei ruoli fino a 1.000 euro. Facciamo però un po’ di chiarezza, considerato che nelle ultime settimane molto si è scritto, erroneamente, sul tema. L’agevolazione sulle cartelle esattoriali riguarda infatti i ruoli se:

  • non hanno un controvalore superiore a 1.000 euro;
  • sono stati affidati all’agente della riscossione tra il 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015.

Inoltre, ricordiamo come la somma si riferisca al debito residuo da pagare che risulta al 1 gennaio 2023, anche se il contribuente ha già pagato una parte del debito originario usufruendo della rottamazione.

Ora, se il contribuente ha o più cartelle che ricadono in questa ipotesi, le stesse vengono automaticamente stralciate senza che al contribuente sia richiesta alcuna attività: lo stralcio avverrà però il 31 marzo 2023, e non il 31 gennaio 2023 come era stato inizialmente previsto.

Inoltre, delle regole leggermente diverse sembrano riguarda le multe stradali. Un emendamento sta infatti prevedendo che saranno i Comuni a scegliere se applicare o meno la norma, con l’introduzione di una differente applicazione per i crediti affidati dagli enti diversi dalle amministrazioni stradali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali.

Insomma, le multe non dovrebbero entrare a far parte dell’operazione di governo che intende cancellare automaticamente i debiti di importo residuo fino a 1.000 euro.

Il Contenzioso In Corso

Passando poi alla definizione del contenzioso in corso, se è in corrente un processo tributario, in ogni grado di giudizio, le somme da pagare per sanare la controversia dipendono a seconda del grado di giudizio, partendo dal 90% del primo grado per poi passare a diversi livelli a seconda dell’esito del giudizio precedente.

In particolare:

  • se le Entrate hanno perso in primo grado e il processo è in secondo grado, la somma da pagare è del 40%;
  • se le Entrate hanno vinto in primo grado ma perso in secondo grado e il giudizio è in Cassazione, si può chiedere il processo pagando il 15%;
  • se le Entrate hanno perso in primo e secondo grado, la somma da pagare è del 5%;
  • infine, se nei precedenti gradi di giudizio le Entrate hanno vinto, si può chiudere la lite pagando per intero le somme contestate, ma senza sanzioni e interessi.

La Nuova Rottamazione

Concludiamo infine con la nuova rottamazione, un richiamo alla c.d. rottamazione ter: l’intervento riguarda le sole cartelle esattoriali che hanno un controvalore superiore a 1.000 euro, nel caso in cui siano state affidate all’agente della riscossione entro il 2015, oltre alle cartelle successive, entro il 30 giugno 2022.

Insomma, con la nuova rottamazione introdotta con la tregua fiscale si possono gestire tutte le cartelle esattoriali affidate entro il giugno del corrente anno che, naturalmente, non ricadono nell’ipotesi dello stralcio di cui si è detto qualche riga fa.

Per quanto attiene l’agevolazione, la definizione potrà essere avvenuta con un pagamento in un’unica soluzione entro il 31 luglio, oppure a rate, per un massimo di 18 versamenti, con il seguente schema:

  • la prima entro il 31 luglio 2023;
  • la seconda entro il 30 novembre 2023;
  • le restanti entro il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ogni anno dal 2024.

Per le modalità applicative bisognerà attendere la pubblicazione delle istruzioni fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Tregua Fiscale Sulle Imposte Non Pagate: L’abbattimento Delle Sanzioni

In seguito alla tregua fiscale 2023 introdotta dalla manovra di Bilancio è possibile pagare in maniera agevolata le imposte non pagate negli anni 2019, 2020 e 2021 (cioè, quelli che risultano dalle dichiarazioni 2020, 2021 e 2022), per cui sono già giunte le comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate in seguito ai controlli automatici delle dichiarazioni.

Il contribuente che intende avvalersi di questa possibilità potrà pagare interamente l’imposta dovuta e gli interessi, ma potrà godere di uno sconto della sanzione, che passa dal 10% al 3%.

Nel caso in cui invece il contribuente sia consapevole di non aver pagato le imposte ma non ha ancora ricevuto una contestazione formale, può comunque pagare le imposte e gli interessi dovuti con una sanzione pari a 1/18 del minimo edittale. In ogni caso, lo sconto sulle sanzioni vale anche nel caso di pagamento con rateizzazione.

Le Irregolarità Formali

Una buona notizia per il contribuente è poi quella determinata dalla possibilità di correggere le irregolarità formali che, pertanto, non incidono sostanzialmente sull’entità dell’imposta dovuta. Si pensi ai casi in cui il contribuente ha commesso errori, sia in dichiarazione che in termini di procedura, che però non comportano il pagamento di minori imposte rispetto al dovuto.

Anche in questo caso il legislatore sta provvedendo a un’interessante semplificazione: la tregua fiscale prevede infatti il pagamento di 200 euro per ogni periodo di imposta a cui è riferita l’irregolarità, al fine di sanare definitivamente la situazione.

Il pagamento può essere effettuato in due rate annuali di pari importo (100 euro ciascuna) da versare entro il 31 marzo 2023 e il 31 marzo 2024.

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