Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato il Decreto che definisce i nuovi limiti di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, come previsto dal Piano di riduzione dei consumi di gas naturale. Tali limiti trovano applicazione da questo inverno. Il decreto prevede quindici giorni in meno di accensione e la riduzione di un grado della temperatura e di un’ora al giorno per il riscaldamento in questo inverno. La temperatura nelle abitazioni, che è fissata a 20 gradi per convenzione, dovrà scendere a 19. Nel dettaglio, dai 18 gradi previsti per le attività industriali e artigianali il termostato si scende a 17, mentre per gli altri ambienti si passa dai 20 gradi a 19. Tuttavia, i Comuni hanno facoltà di accendere gli impianti termici alimenti a gas per un periodo diverso se sussistono situazioni climatiche particolarmente severe.

Sono esclusi da tali disposizioni i luoghi di cura (ospedali e RSA), scuole e asili nido, piscine e saune. Ma anche gli impianti alimentari a energia rinnovabili e le strutture usate per attività industriali e artigiane.

Secondo una stima di ENEA tali interventi riusciranno a portare a un risparmio di 2,7 miliardi di metri cubi di gas. L’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) pubblicherà a breve, entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto, un vademecum fornendo alcune indicazioni per impostare la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini.

Quali sono le date per l’accensione?

“Il periodo di accensione degli impianti è ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio”.

Il decreto del ministero della Transizione Ecologica definisce, quindi, i tempi di accensione degli impianti, suddividendo le città in sei fasce climatiche, in base al clima medio del comune. Nel dettaglio:

  • la Zona A avrà i termosifoni accesi dall’8 dicembre al 7 marzo per 5 ore al giorno;
  • la Zona B dall’8 dicembre al 23 marzo per 7 ore;
  • la Zona C (Napoli, Imperia, Cagliari, gran parte della Puglia) dal 22 novembre al 23 marzo per 9 ore;
  • la Zona D (Firenze, Foggia, Roma, gran parte di Toscana, Umbria, Lazio, Campania) dall’8 novembre al 7 aprile per 11 ore;
  • la Zona E (Aosta, Torino, Milano, Bologna, pianura padana, il nord, l’Aquila e la Basilicata) dal 22 ottobre al 7 aprile per 13 ore al giorno;
  • la Zona F è senza limitazioni.

Tuttavia, i singoli Comuni hanno un certo grado di autonomia decisionale:

“In presenza di situazioni climatiche particolarmente severe – evidenzia il ministero della Transizione ecologica – le autorità comunali, con proprio provvedimento motivato, possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati dal decreto, purché per una durata giornaliera ridotta”.

Per le attività produttive dai 18 gradi, fissati per convenzione, per le attività industriali e artigianali la temperatura dovrà scendere a 17. Per gli altri ambienti si passa dai canonici 20 gradi a 19 gradi.

Esclusi luoghi di cura, scuole, asili nido, piscine e saune

I nuovi limiti non troveranno applicazione per gli edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili e agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria. Non troveranno applicazione neanche per gli edifici che sono dotati di impianti alimentati prevalentemente a energie rinnovabili.

Vademecum ENEA

L’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) pubblicherà a breve, entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto, un vademecum fornendo alcune indicazioni per impostare la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini.

La Stampa fa sapere che l’Enea ha preparato anche un decalogo per negozi e gli uffici. Negli uffici è consigliato di preferire le scale all’ascensore, utilizzare lampadine a basso consumo, installare sistemi di controllo intelligenti, ottimizzare l’impiego delle stampanti, effettuare regolarmente la manutenzione. Per i negozianti si consiglia di spegnere l’insegna durante la notte, scegliere lampadine a basso consumo, controllare i dispositivi a barriera d’aria, staccare le prese durante le ore di chiusura, usare schermi o pellicole solari. 

Secondo una stima di ENEA tali interventi saranno riusciranno a portare un risparmio di 2,7 miliardi di metri cubi di gas.

Controlli sugli orari di accensione

Per quanto riguarda i controlli sulla corretta applicazione di quanto stabilito nel Decreto, non è ancora chiaro come avverranno realmente, non è stabilito quali siano gli organi deputati a eseguire i controlli. Pare che il controllo venga eseguito a livello locale nell’ambito delle ispezioni sugli impianti termici.

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