Sta per arrivare la nuova riforma fiscale, tra novità e punti interrogativi. Entro 2 anni dovrà essere completata ma in autunno potrebbe arrivare già il primo decreto attuativo.


Con la legge n. 111 del 9 agosto 2023, recante “Delega al Governo per la riforma fiscale”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 189 del 14.08.2023 ed entrata in vigore il 29.08.2023, il Governo è stato delegato ad attuare, entro i prossimi ventiquattro mesi, uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema tributario. L’opera di riforma andrà ad incidere su tutti gli ambiti del settore fiscale e tributario e mira a riordinare l’intera materia con l’introduzione anche di alcune novità. Il tutto avverrà nel rispetto dei princìpi costituzionali nonché dell’ordinamento dell’Unione europea e del diritto internazionale come prevede l’art.1 della stessa legge di delega fiscale.

Prima valutazione generale entro il 20 settembre e prossimi step

Già i prossimi giorni saranno cruciali. Ѐ infatti previsto che entro il 20 settembre sia pubblicata la prima valutazione generale. Saranno 13 le commissioni che entro tale data dovranno terminare il proprio lavoro consegnando le proposte dei decreti legislativi. Le commissioni si stanno concentrando sugli aspetti che vanno dalla fiscalità internazionale all’intento di rendere più proporzionali le sanzioni.

Il Viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, sta anche cercando di accelerare vista l’importanza degli obiettivi da conseguire e la ristrettezza delle tempistiche. Proprio per questo motivo, “per raccogliere quanti più elementi di pensiero utili”, è stata estesa a ulteriori personalità del mondo accademico e delle professioni la partecipazione ai lavori in vista dell’obiettivo finale.

Dopo il 20 settembre la fase successiva sarà quella in cui il comitato di coordinamento generale (formato dal viceministro Leo, che lo presiede, dai direttori del dipartimento Finanze Giovanni Spalletta, del dipartimento Giustizia tributaria Fiorenzo Sirianni, dell’agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, dell’agenzia delle Dogane Roberto Alesse e dal comandante della Guardia di Finanza Andrea De Gennaro) verificherà la coerenza complessiva con i principi e i criteri direttivi, generali e specifici, stabiliti dalla legge delega.

Riforma fiscale: i punti salienti

La riforma fiscale, oltre a riordinare la materia tributaria e a snellire alcuni procedimenti, vuole anche essere un’importante occasione per migliorare i rapporti tra fisco e contribuente.

Tra le novità che si vogliono porre in essere troviamo la revisione e la graduale riduzione dell’IRPEF così come disposto dall’art. 5, nel rispetto del principio della progressività e con l’obiettivo di transitare verso un’aliquota impositiva unica, attraverso il riordino, tra gli altri, degli scaglioni di reddito e con particolare riguardo alla composizione dei nuclei familiari, dove siano presenti persone con disabilità, e ai costi sostenuti per la crescita dei figli.

Un occhio di riguardo viene dato poi alle agevolazioni per i lavoratori dipendenti sul fronte delle tredicesime e degli straordinari. La riforma fiscale infatti contempla “l’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali in misura agevolata sulle retribuzioni corrisposte a titolo di straordinario che eccedono una determinata soglia nonché sui redditi riferibili alla percezione della tredicesima mensilità”. Mentre per quanto riguarda le modalità di versamento dell’IRPEF dovuta dai lavoratori autonomi, si prevede una migliore distribuzione del carico fiscale nel tempo, anche mediante la progressiva introduzione della periodicità mensile dei versamenti degli acconti e dei saldi e un’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto.”

Viene confermata, inoltre, la riduzione dell’aliquota IRES a carico di imprese, enti e società nel caso in cui sia impiegata in investimenti, soprattutto qualificati, o anche in nuove assunzioni (art. 6), nonché il graduale superamento dell’IRAP (art. 8).

Infine, continuando nella disamina delle ulteriori novità, si punterà anche ad una razionalizzazione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) in modo da poterla rendere aderente ai criteri posti dalla normativa europea (art. 7). E poi, di particolare rilevanza, anche l’introduzione di misure che incentivino l’adempimento spontaneo dei contribuenti attraverso il potenziamento del regime dell’adempimento collaborativo di cui al titolo III del D.Lgs. n. 148/2015. In particolare, gli effetti premiali connessi all’adesione al regime da parte dei contribuenti verranno potenziati, tra gli altri, attraverso l’ulteriore riduzione, fino all’eventuale esclusione, delle sanzioni amministrative tributarie per tutti i rischi di natura fiscale comunicati preventivamente, in modo tempestivo ed esauriente. (art.17)

Il diritto tributario sarà inglobato in un unico vero Codice?

Alla luce dell’ampia opera di revisione e riordino che si prefigge la riforma fiscale, poichè si prevede che entro il prossimo anno le disposizioni fiscali siano riordinate in Testi Unici, ci si chiede quale forma assumerà il diritto tributario.

Sicuramente assisteremo ad un’attività che richiederà delicate scelte di modifica, correzione e integrazione del tessuto normativo esistente, caratterizzato ad oggi da normative sparse nell’ordinamento spesso in maniera confusa. Ma, sebbene la legge delega rechi l’incongrua rubrica al suo Titolo IV “Testi unici e Codici”, sembrerebbe proprio accogliere l’idea forte di “un” (solo) “codice”, che dovrebbe vedere la luce nel giro di 5 anni.

Non si tratterà quindi di una mera raccolta di disposizioni fiscali ma di un nuovo provvedimento normativo organico, sistematico e stabile nel tempo. Il Codice sarà diviso in una parte generale, che dovrebbe recepire tutti i princìpi dello Statuto dei diritti del contribuente e disciplinare gli istituti comuni del sistema fiscale, e in una parte speciale, contenente la regolamentazione delle singole imposte.

Ciò che viene però lamentato al riguardo dagli esperti di diritto tributario è il fatto che, poichè questo nuovo ‘corpus’ normativo sarà destinato ad assumere un ruolo centrale nel nostro ordinamento, l’opera di “consolidamento” affidata all’Esecutivo avrebbe dovuto essere presidiata nella legge delega da principi e criteri direttivi di maggior dettaglio, che invece mancano.

Le risorse per mettere in campo la riforma fiscale

Trattandosi di interventi piuttosto ambiziosi la riforma fiscale richiederà l’impiego di importanti risorse economiche.

La copertura finanziaria dovrà essere in grado di sostenere le varie misure proposte, sebbene molte di queste non richiederanno particolari costi, come le varie semplificazioni che verranno messe in atto.

Va però anche detto come per alcuni interventi non tutti ci guadagneranno, se pensiamo ad esempio che per finanziare la riforma dell’Irpef sarà necessario tagliare detrazioni e deduzioni.

Conclusioni

In definitiva la riforma fiscale porterà con sè molte novità, nella speranza che possano davvero far tirare un sospiro di sollievo a tutti i contribuenti, in un’ottica anche di semplificazione e snellimento di tutto l’impianto tributario.

Entro il 2024 ci troveremo di fronte ad un sistema normativo innovativo e più in linea con le esigenze di famiglie e lavoratori, con un’intensificazione della lotta all’evasione fiscale.

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