Stando a quanto riportano gli ultimi dati emersi dalla seconda Relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), depositata pochi giorni fa in Parlamento dal Governo Draghi e con informazioni aggiornate al 30 agosto 2022, il Fisco avrebbe già inviato 2,6 milioni di comunicazioni ai contribuenti italiani, sotto forma di lettere di compliance. Uno strumento, quello delle lettere più soft dell’Agenzia delle Entrate, che è parte integrante del PNRR e con cui il Fisco intende agevolare il recupero degli importi non incassati e oggetto di anomalie segnalate ai contribuenti con questa prima forma di avviso.

Il dato, si intende, è ben in linea con gli obiettivi stabiliti dal governo Draghi: lo stato di avanzamento dei lavori delle attività di compliance è infatti pari al 73,1% del target previsto per tutto il 2022 e, dunque, oltre 6 punti percentuali in più dell’obiettivo lineare. Ancora migliore è il dato relativo agli importi versati dai contribuenti, pari al 79,7% del target indicato per il 2022 e, pertanto, sufficientemente in corsa per finire in condizioni di over budget l’attuale esercizio.

Cosa sono le lettere di compliance?

Sebbene ricevere delle missive da parte dell’Agenzia delle Entrate sia spesso motivo di preoccupazione per la generalità dei contribuenti, le lettere di compliance costituiscono in realtà la forma più light di confronto con il Fisco.

Tali comunicazioni sono infatti missive predisposte dopo un controllo automatico con Sogei, nelle quali sono riportate le anomalie rinvenute nelle dichiarazioni dei redditi, come avviene per esempio nelle ipotesi di potenziali omissioni o infedeltà, rilevate ponendo a confronto i dati che sono stati dichiarati dal contribuente con quelli che l’Agenzia ha a disposizione all’interno dei propri database.

Considerato che si tratta di comunicazioni che non rappresentano atti impositivi, non ci sono necessariamente delle conseguenze nell’ipotesi in cui il contribuente non provveda alla regolarizzazione. Ad ogni modo, è sempre meglio non sottovalutare il tenore di tali lettere, considerato che le eventuali contestazioni non giustificate dalla presentazione di documenti potranno poi essere sollevate in sede di accertamento.

In altri termini, spesso le lettere di compliance sono uno step precedente l’avviso di accertamento, una sorta di alert bonario che permette al contribuente di regolarizzare la propria posizione (se dovesse essere effettivamente confermato l’errore o l’omissione) mediante il ravvedimento operoso. Se invece il contribuente non dovesse ritenere corretti i dati indicati, non dovrà far altro che comunicarlo all’Agenzia, allegando gli elementi che ritiene utili.

Gli obiettivi del PNRR e i risultati raggiunti

In questo ambito, giova rammentare, come sottolineava ieri Il Sole 24 Ore, che il PNRR aveva indicato come obiettivo quello dell’incremento del 20% delle lettere di compliance inviate dall’Agenzia delle Entrate riducendo nel contempo i tassi di errore, ovvero l’invio delle comunicazioni a chi è invece in regola con il Fisco. Proprio per agevolare il raggiungimento di tali obiettivi sono stati rivisiti i criteri utili per predisporre le liste dei contribuenti da rendere destinatari delle comunicazioni del Fisco attraverso le rilevazioni di Sogei, il partner tecnologico dell’Agenzia delle Entrate.

Ora, sebbene il dato che salta maggiormente all’occhio nell’ultimo aggiornamento sui lavori del PNRR sia quello quantitativo, non bisogna dimenticare come in realtà tale elemento statistico debba essere letto in sinergia con l’incremento qualitativo delle comunicazioni.

Gli stessi obiettivi del Piano pongono di fatti come priorità la riduzione dei falsi positivi del 5%, invitando di fatti il Fisco a inviare le lettere di compliance solo a quei soggetti che hanno effettivamente compiuto errori e omissioni, evitando dunque che le stesse finiscano nelle cassette delle lettere dei contribuenti in regola.

Ebbene, sempre secondo quanto affermano le ultime informazioni elaborate, i falsi positivi delle lettere di compliance sono stati pari a 5.025 unità, rappresentando lo 0,3% delle lettere trasmesse e il 4% del target prefissato. Merito, si potrà ben dire, delle procedure sempre più sofisticate e aggiornate poste in applicazione per individuare le possibili anomalie presenti nel recinto dei contribuenti: un passo in avanti di sicura utilità per promuovere l’immagine del Fisco “amico”.

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