Da qui alla fine dell’anno uno dei temi più caldi nella politica fiscale del nuovo governo italiano sarà certamente la Flat tax. Ma che cosa possiamo attenderci? Quali sono le ultime novità sul tema? La Flat tax prenderà finalmente piede per tutti i contribuenti? Ci saranno delle agevolazioni anche per i lavoratori dipendenti o no?

Giorgia Meloni nel suo discorso per la fiducia alla Camera del 25 ottobre ha ribadito l’intenzione di attuare quanto previsto dal suo programma elettorale, innalzando il tetto della tassa piatta per le partite Iva da 65.000 euro a 85.000 e inducendo la Flat tax incrementale

Non è chiaro se tutti gli obiettivi potranno o meno essere raggiunti con la prossima legge di Bilancio, considerato che la Ragioneria generale dello Stato aveva ribadito la necessità di reperire altri 1,1 miliardi di euro per attuare il provvedimento. 

Si prospetta pertanto uno step intermedio rispetto agli obiettivi espressi in campagna elettorale. Ma a favore di chi?

Cos’è la Flat tax?

Iniziamo con il rammentare che con questo termine si indica la possibilità di introdurre un’aliquota fissa, tramite un’imposizione fiscale non progressiva, ma uguale per tutti.

Ricordiamo infatti che in Italia le imposte applicate sui redditi prevedono diversi scaglioni di imposizione fiscale. Tra tutti, la più nota è l’IRPEF, l’imposta sui redditi delle persone fisiche che, per la sua natura progressiva, ha un’aliquota che aumenta al crescere del reddito percepito durante l’anno. 

Ebbene, la Flat tax intende superare questa divisione in diverse aliquote per applicare una tassa unica per tutte le fasce di reddito.

Flat tax a 100.000 euro? Non subito: ecco la soglia intermedia dal 2023

Chiarito quanto sopra, cerchiamo di riepilogare con ordine quello che possiamo attenderci dalla Flat tax del governo Meloni, partendo dalle ultime certezze

Tra di esse vi è il fatto che l’obiettivo dichiarato dell’esecutivo è quello di ampliare la platea di contribuenti che può optare per l’imposta sostitutiva del 15% abbracciando altre 240 mila partite IVA che, ad oggi, sono escluse da tale opportunità: si tratta di tutti coloro che hanno un fatturato tra i 65.000 euro (attuale limite per l’applicazione della tassa piatta) e i 100.000 euro (futuro limite desiderato dall’esecutivo per l’attuale legislatura o, almeno, per la sua prima parte).

Tuttavia, considerato che questo ampliamento ha un costo stimato in almeno 1 miliardo di euro, e che le risorse attualmente disponibili dovranno essere dirottate in principal modo per contenere il caro-energia, il governo ha scelto di procedere per uno step intermedio: la soglia di ricavi che permetterà ai titolari delle partite IVA di beneficiare del forfettario salirà infatti da 65.000 euro a 85.000 euro

L’incremento della Flat tax fino a 100.000 euro è dunque per il momento slittato al futuro.

L’attenzione Sui Dettagli Più Rilevanti

Ciò premesso è pur vero che – dati del Fisco alla mano – esistono quasi 500.000 contribuenti che sarebbero ben lieti di far parte del recinto agevolato della Flat tax, ma non riescono ad arrivare a tale agognata finalità non certo a causa del fatturato (già di per sé inferiore ai 65.000 euro), bensì a causa del fatto che non riescono a soddisfare altri requisiti dell’attuale normativa.

Un riferimento su tutti è quello dei lavoratori dipendenti: chi ha un reddito da lavoro subordinato di almeno 30.000 euro non può oggi accedere alla Flat tax anche se il fatturato da lavoro autonomo è inferiore a 65.000 euro. Lo stesso dicasi per chi possiede quote societarie, incompatibili con il regime agevolato. A costoro, e non solo, il governo non ha fornito una risposta che, però, potrebbe arrivare in sede di esame degli emendamenti.

C’è Spazio Per La Tassa Incrementale?

In tale scenario è altresì probabile che a fare la sua comparsa sarà, finalmente, la tassa incrementale. Cavallo di battaglia di Giorgia Meloni, potrebbe essere lo strumento utile per accompagnare i lavoratori autonomi verso l’uscita dalla Flat tax in caso di perdita dei requisiti. Ma non solo: potrebbe anche essere un utile escamotage per consentire ai lavoratori dipendenti di usufruire di una tassazione agevolata in caso di maggiore stipendio.

Con questo termine si intende la possibilità di permettere ai lavoratori autonomi (per il 2023 il provvedimento non riguarderà invece i lavoratori dipendenti) di applicare un’imposta sostitutiva del 15% sulla differenza positiva di ricavi tra quelli maturati nel 2023 e quelli massimi dell’ultimo triennio, con un cuscinetto del 5% e un limite massimo di 40.000 euro.

Ad avvantaggiarsi di questa possibilità saranno dunque, principalmente, coloro che non possono applicare il regime fiscale del forfettario per superamento del limite di 65.000 euro di ricavi (85.000 euro il prossimo anno) o per mancato rispetto di altri requisiti, o scarsa convenienza,

Ancora qualche giorno di attesa per avere le conferme ufficiali

Difficile, in queste condizioni, avere tra le mani qualche certezza prima di qualche altro giorno: il provvedimento di Bilancio potrebbe infatti essere modificata con gli emendamenti attualmente in discussione, i quali potrebbero alterare anche significativamente la manovra già diffusa. 

Naturalmente, consigliamo tutti i nostri lettori interessati a saperne di più sulle ultime notizie sulla Flat tax 2023 a seguire attentamente i quotidiani aggiornamenti sul tema.

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