Sebbene manchi ancora il passaggio (scontato, ma necessario) della fiducia alle Camere, giornalisti, imprenditori e famiglie guardano già al primo provvedimento che il governo Meloni dovrà varare e che, salvo sorprese, sarà relativo a un pronto intervento contro il fenomeno del caro bollette.

Ma con quali tempi? E che cosa conterrà l’iniziativa del nuovo esecutivo? Dobbiamo attenderci grandi novità o i margini di manovra sono ristretti e, dunque, non lasceranno spazio per nuove agevolazioni?

Quando vedrà la luce il decreto contro il caro bollette

Proviamo ad anticipare un po’ i tempi. Sebbene le intenzioni del governo siano quelle di accelerare sul fronte dei provvedimenti, è molto difficile che l’intervento contro il caro bollette possa arrivare prima della prima decade di novembre.

Pertanto, sarà arduo avere novità accreditate prima di altri quindici giorni che, peraltro, si preannunciano particolarmente roventi sotto il profilo delle negoziazioni.

Quali sono gli obiettivi del nuovo decreto

Tempistiche a parte, lo scenario più probabile che sembra prefigurarsi all’orizzonte è quello dell’estensione per qualche settimana (fino a fine anno o, forse, un po’ più in là) dell’attuale pacchetto di sconti in favore delle imprese e delle famiglie.

Non dovrebbero però mancare le novità, pur marginali, anche la fine di dare un segno di discontinuità. Si pensa infatti di allargare la platea dei beneficiari delle agevolazioni in corrente, rispondendo almeno in parte alle premesse emerse in campagna elettorale e, valutato il budget disponibili, di difficile integrale soddisfazione.

Tra il dire e il fare c’è, di fatti, un mare di debiti. Ed è per questo motivo che i prossimi giorni costituiranno probabilmente terreno utile per valutare la disponibilità delle risorse, da recuperare con il nuovo decreto Aiuti quater, in aggiunta ai 10 miliardi di euro di extra gettito già rilevati.

Come interverrà il governo: tra bonus sociali e detrazioni

Chiarito che è questo il contesto in cui il governo dovrà muoversi, bisognerà poi capire come agiranno nel dettaglio le politiche operative dell’esecutivo.

Per quanto concerne le famiglie, una prima leva da muovere sarà legata al rafforzamento del bonus sociale sulle bollette, rendendo magari automatica questa agevolazione: da alcune analisi in sede ministeriale è infatti emerso che molte famiglie non sono ancora a conoscenza dell’esistenza del bonus e, dunque, non hanno mai beneficiato nel concreto dell’aiuto. Ecco perché, in fondo, circa metà delle risorse non sono mai state sfruttate. Passare da una modalità di richiesta volontaria a una di accredito automatico potrebbe consentire di ampliare l’impatto del provvedimento.

Passando invece alle imprese, sembra scontata la proroga del credito di imposta in favore delle imprese, con aliquota del 40% per le imprese energivore e del 30% per quelle più piccole, con impegno di energia elettrica con potenza da 4,5 kW e con aumento di almeno il 30% dei costi delle forniture di luce e gas rispetto al 2019. Il provvedimento costa quasi 5 miliardi di euro ma, in queste condizioni, sarà difficile venire meno a questo impegno.

Moratoria per i ritardatari?

Tra le altre pieghe dei provvedimenti dovrebbe trovare spazio anche la moratoria di sei mesi per chi è indietro con i versamenti, in maniera tale da arrivare alla primavera senza problemi con la fruizione dei servizi. È allo studio anche la possibilità di concedere una maxi rateizzazione che vada oltre i 10 mesi già previsti.

Rimane poi da comprendere che cosa farà il governo sul fronte del taglio delle accise sui carburanti. Il provvedimento del governo uscente guidato da Mario Draghi l’ha prorogato fino al 18 novembre. Tornando alle bollette, scade invece il 31 dicembre il provvedimento con cui il governo aveva cancellato gli oneri di sistema e la riduzione del 5% sull’Iva pagata sul metano.

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