Arrivano nuovi interessanti incentivi secondo le ultime proposte del MISE: si tratta di contributi che verranno stanziati per tutte le attività che investono ingenti somme per progetti in ambito blockchain. Si tratta di sostegni per cui viene attivato un fondo specifico da 45 milioni di euro, tramite un fondo che era stato già istituito dalla Legge di Bilancio 2019.

Si tratta del “Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things”, le cui modalità di fruizione sono stabilite dal decreto ministeriale del 6 dicembre 2021. Con un recente comunicato stampa, del 5 luglio 2022, il MISE rende nota l’attuazione della misura, con apertura delle domande nei prossimi mesi.

A poter accedere al fondo saranno le imprese e le società che si muovono in alcuni specifici settori, e investono grandi somme per la ricerca industriale, per lo sviluppo di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things. Vediamo in questo articolo nel dettaglio come si strutturano gli incentivi, a chi sono rivolti e come funzionano.

Il nuovo fondo: di cosa si tratta

Il nuovo fondo da 45 milioni di euro viene introdotto per finanziare le nuove imprese o le società che operano in determinati settori, e introducono tecnologie, processi innovativi e strumenti come la blockchain. Per chi non la conoscesse, la blockchain è di fatto una tecnologia piuttosto recente che prevede la struttura di una serie di blocchi che contengono transazioni.

I blocchi informatici risultano essere piuttosto sicuri, grazie ad un sistema di codifica che non può essere attaccato facilmente. Questa tecnologia viene utilizzata nell’ultimo periodo specialmente per i passaggi e la compravendita di moneta virtuale, criptovalute, o bitcoins. Si tratta di scambi che avvengono unicamente in rete, e su cui molti investitori puntano per guadagnare una somma di denaro.

Nel caso delle criptovalute, al pari di come si gioca in borsa, si possono guadagnare diverse somme di denaro dalla compravendita della moneta virtuale, in base all’oscillazione del prezzo sul mercato. La blockchain viene utilizzata in questi scambi, ma le potenzialità di questa tecnologia possono essere utilizzate anche in altri settori, soprattutto per la protezione di dati sensibili.

Il nuovo fondo per la blockchain vuole incentivare proprio l’utilizzo di questa tecnologia presso imprese e società, favorendo un’innovazione tecnologica su attività nuove o già esistenti. I fondi incentivano quindi progetti di ampia portata, per cui vengono investiti almeno 500.000 euro, con un tetto massimo di 2 milioni di euro. Gli incentivi sono dedicati a particolari categorie di imprese e in determinati settori, come vedremo tra poco.

Chi può chiedere gli incentivi

A poter chiedere gli incentivi sono imprese di qualsiasi dimensione, costituite in forma societaria, che svolgono attività industriali e di produzione di beni e servizi, nel settore agro-industriale, artigianato, nel trasporto, servizi alle imprese e centri di ricerca.

A poter beneficiare degli incentivi sono prevalentemente le PMI, ovvero le piccole e medie imprese, tuttavia anche le aziende di grandi dimensioni possono accedervi, purché su un progetto che prevede la collaborazione con una PMI. I fondi quindi non hanno limiti in base al tipo di società da costituire o già costituita, che può essere di diversi tipi.

Sono anche previste le erogazioni degli incentivi per progetti presentati in forma congiunta, ovvero che coinvolgono diversi partecipanti, fino al limite di 5 per ciascun progetto per cui si richiede l’accesso ai fondi. Come vedremo tra poco, i fondi sono erogabili in base ad alcuni limiti di spesa.

Per poter avere accesso agli incentivi, la singola impresa deve rispettare alcuni importanti requisiti:

  • Essere costituita in una forma societaria e iscritta al Registro delle Imprese;
  • Essere in possesso di tutti i propri diritti, ovvero non essere in liquidazione o sottoposta a procedure concorsuali;
  • Essere in regime di contabilità ordinaria con almeno due bilanci approvati;
  • Non aver ricevuto illegalmente aiuti tra quelli previsti a livello europeo;
  • Essere in regola con l’eventuale restituzione di somme su provvedimenti di revoca delle agevolazioni;
  • Non essere impresa in difficoltà.

Come vengono distribuiti i fondi

Per poter avere accesso a questi fondi, oltre a rientrare nelle categorie di beneficiari visti sopra, è necessario apportare un processo di innovazione, con un minimo di spesa prevista di 500.000 euro, che coinvolga la ricerca industriale, lo sviluppo sperimentale, l’innovazione dell’organizzazione, e innovazione del processo, con l’obiettivo di utilizzare le tecnologie come:

  • Intelligenza artificiale: vengono stanziati 25 milioni di euro;
  • Blockchain: vengono stanziati 10 milioni di euro;
  • Internet of things: vengono stanziati 10 milioni di euro.

Inoltre, va tenuto in considerazione che l’iniziativa sostiene le regioni del Mezzogiorno, accantonando almeno il 35% delle risorse totali per i progetti nelle regioni del sud Italia. Si tratta delle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. I settori in cui devono essere applicate queste innovazioni sono:

  • Industria e manifatturiero;
  • Sistema educativo;
  • Agroalimentare;
  • Salute;
  • Ambiente ed infrastrutture;
  • Cultura e turismo;
  • Logistica e mobilità;
  • Sicurezza e tecnologie dell’informazione;
  • Aerospazio.

Come anticipato, la blockchain e le tecnologie viste sopra possono apportare numerosi vantaggi per le aziende, nell’offerta di servizi e nella protezione di dati informatici. Sulla blockchain infatti sono sorte molte ipotesi, anche a livello pubblico, di utilizzo per la conservazione di dati sensibili, come quelli del sistema sanitario.

Un’altra possibilità interessante di applicazione di queste innovazioni è il settore del trasporto e della logistica, per cui queste tecnologie possono intervenire per semplificare le procedure burocratiche e conservare la documentazione. Ci sono molti altri esempi di questo tipo che si possono fare, che includono la possibilità di sfruttare la blockchain o le tecnologie similari, anche a livello di amministrazione pubblica.

Spese ammissibili per gli incentivi

Tra le spese ammissibili per richiedere l’accesso agli incentivi, troviamo, in merito alla ricerca industriale e allo sviluppo sperimentale, i seguenti costi:

  • Spese per il personale, come ricercatori e tecnici che lavorano al progetto;
  • Costi per strumentazione e attrezzature per il progetto;
  • Costi per la ricerca contrattuale, per brevetti da fonti esterne, per servizi di consulenza per il progetto;
  • Spese generali e costi di esercizio, come per materiali e forniture per il progetto.

Per quanto riguarda invece le attività di innovazione dei processi o dell’organizzazione, sono ammesse alla misura le seguenti spese:

  • Spese del personale (che non devono superare il 60% dei costi totali);
  • Costi per strumentazione e attrezzature per il progetto;
  • Costi per la ricerca contrattuale, brevetti da fonti esterne, consulenza per il progetto;
  • Spese generali e costi di esercizio, per materiali e forniture per il progetto.

Come richiedere l’accesso agli incentivi

Per poter richiedere l’accesso al fondo, l’impresa deve rispettare tutti i requisiti visti sopra, ed essere costituita in forma societaria. La domanda di accesso può essere presentata solamente per via telematica al sito ufficiale www.infratelitalia.it.

Per quanto riguarda le date a cui fare riferimento, l’apertura delle domande è fissata per il 21 settembre 2022, ma la possibilità di presentare la documentazione prevista è anticipata al 14 settembre 2022. La presentazione delle domande non prevede alcun pagamento.

Secondo il regolamento, lo stesso soggetto può presentare più domande agli incentivi, per diversi progetti, tuttavia deve disporre di tutti i requisiti visti prima e la capacità tecnica per poterli richiedere.

Come accedere agli incentivi per progetti legati a logistica e trasporto?

Il MISE risponde a questa domanda: a proposito della mobilità sostenibile, diversi soggetti possono accedere ai sostegni, si tratta di settori industriali dei trasporti stradali, ferrotranviari e marittimi, della logistica distributiva ma anche le relative filiere produttive.

Le grandi imprese possono accedere alle agevolazioni?

Il sostegno è rivolto prevalentemente alle PMI italiane, tuttavia le grandi imprese sono ammissibili come capofila o co-proponente, ovvero in progetti che prevedono la collaborazione con delle PMI. Si parla di collaborazione effettiva se coinvolge almeno due soggetti indipendenti, che non siano in determinate condizioni, secondo articolo 2359 del Codice Civile.

Non devono essere partecipate, anche cumulativamente o per via indiretta, per quota di almeno 25%, da altri soggetti, per lo scambio di conoscenze o tecnologie e per la divisione del lavoro, con condivisione dei risultati. Ricerca contrattuale e prestazione di servizi di ricerca non rientrano tra le collaborazioni effettive.

I soggetti congiunti possono chiedere l’accesso agli incentivi?

La misura prevede la possibilità di richiedere l’accesso al fondo anche con progetti congiunti, fino ad un limite massimo di 5 soggetti. Rientrano anche gli organismi di ricerca. Tuttavia i rapporti tra i soggetti di un progetto congiunto devono essere regolamentati tramite contratto di rete, consorzio o accordo di partenariato.

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Valeria Oggero
Classe 1992, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle partite Iva. Collaboro con Fiscomania.com per la pubblicazione di articoli di news a carattere fiscale. Un settore complesso quello fiscale ma dove non si finisce mai di imparare.

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