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Aprire partita IVA per self publishing

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Sai cos’è il publishing e come si diventa self publisher? Cercheremo di illustrarti chi è questo professionista, che ruolo assume e, soprattutto, come aprire una partita IVA!

Spesso si sente parlare di self publishing. Ma di cosa si tratta? Serve una partita IVA?

In base ad una traduzione letterale, il self publisher è colui che provvede all’auto-pubblicazione dei propri romanzi, racconti ed altre opere letterarie senza il coinvolgimento di una casa editrice.Fare self publishing, pertanto, vuol dire autopubblicare le proprie opere in maniera “indipendente”, utilizzando un sito o una piattaforma digitale.

Questa attività è divenuta particolarmente diffusa a seguito dell’introduzione di una serie di piattaforme online per il self-publishing. A tal proposito ricordiamo piattaforme a ciò dedicate come Youcanprint o KDP di Amazon. Tramite questi siti, si consente agli autori di creare le proprie opere e, successivamente, di commercializzarle.

Tale attività comporta numerosi vantaggi e svantaggi, e un po’ per volta, se ti impegnerai costantemente nell’attività di pubblicizzazione e marketing, potrai ottenere dei guadagni.

Questa, dunque, è un’attività che comporta la produzione di reddito. Come ogni attività di questa tipologica comporta una serie di oneri, tra cui quello di aprire una partita IVA. Vediamo insieme come fare.

I vantaggi e gli svantaggi del self publishing

Il fenomeno del self-publishing è divenuto sempre più diffuso nel territorio italiano, grazie alla notorietà acquisita da alcune piattaforme online e anche personaggi più o meno noti che hanno fatto ricorso a tale strumento.

In tal modo, infatti, molti autori esordienti potranno procedere a divulgare i propri romanzi, racconti o altre tipologie di opere. Così facendo, non solo potranno iniziare a pubblicare opere, ma anche reperire un buon contratto con una casa editrice. Gli autori esordienti, infatti, devono puntare a farsi conoscere anche dai talent scout, grazie alla propria attività di autoproduzione.

Inoltre, potrebbe anche esserci un piccolo risparmio. Pubblicare con una casa editrice non è sempre remunerativo, anzi, nella maggior parte dei casi, sono le stesse case editrici a chiedere un compenso in denaro per stampare e distribuire il libro.

Proprio per tale ragione che gli editori “tradizionali” sono spesso ignorati dagli esordienti, i quali preferiscono dedicarsi al self publishing. Diversi siti, infatti, consentono agli autori di auto-pubblicare il proprio libro a costo zero e senza rigide selezioni. Attraverso il self-publishing, pertanto, tutti possono pubblicare un romanzo o una raccolta di poesie e guadagnare una percentuale dalle vendite.

Si tratta dunque di una nuova forma di editoria, sicuramente molto più democratica, che elimina il monopolio delle grandi case editrici. Tale fenomeno si pone in continuità con la grossa crescita dei social network e della divulgazione online, che trova quindi un nuovo punto di arrivo in questo strumento.

Gli svantaggi del self publishing

Soprattutto in un’epoca dove scrivere è sempre più difficile, a causa della difficoltà di accedere ai circuiti delle grandi case editrici, tale strumento è divenuto un metodo per consentire agli autori di esprimere la propria creatività e, al contempo, poter accedere al mercato letterario senza trovare grossi ostacoli.

Ovviamente, l’autoproduzione potrebbe comunque non risultare una soluzione soddisfacente, anche perché l’attività editoriale non si limita alla pubblicazione del testo. L’editore in genere provvede ad una revisione dell’opera, indirizzando l’autore. Dopodiché la stessa casa editrice provvederà a svolgere l’attività pubblicitaria, di distribuzione o per fino vendita al dettaglio, come accade per le grandi case che hanno dei propri store online o tradizionali.

Proprio per questa ragione dovrai sopperire a questi deficit.

La vendita può avvenire in vari modi. Sicuramente tra le ipotesi più diffuse vi è la vendita online, grazie ai numerosi store online che ti consentono di vendere i tuoi prodotti. Anche presso librerie e negozi “tradizionali”, è possibile ormai distribuire le opere autoprodotte. Infatti, molti negozi si occupano di inoltrare gli ordini alla piattaforma di self-publishing, che a sua volta provvederà alla stampa. Una volta pronto, il libro verrà poi spedito e consegnato al lettore.

Inoltre, potresti anche decide di provvedere a stampare e acquistare alcune copie del tuo romanzo e provvedere alla vendita. Ad esempio puoi provare a distribuirle autonomamente attraverso altri canali (come, ad esempio, il suo blog personale o le sue pagine social). E’ un’ottima idea, invero, provare ad organizzare eventi e manifestazioni culturali, incontri con i lettori, etc, dove provvederai a commercializzare la tua opera.

Come guadagnare con il self publishing?

Ora che ti abbiamo sommariamente esposto cos’è il self publishing e soprattutto quali sono i vantaggi e gli svantaggi, vediamo alcuni dettagli su come guadagnare.

In primo luogo, ricordiamo che l’attività si connota per alcune caratteristiche specifiche che consentono comunque di ottenere dei guadagni. In particolare, questa attività si connota per:

  1. il controllo creativo rimane nelle mani dell’autore (la piattaforma, dunque, non potrà modificare il contenuto dell’opera);
  2. il copyright e i diritti di sfruttamento commerciale appartengono all’autore, il quale sarà l’unico a poter ricavare delle entrate dalla propria opera, quindi sono integralmente trattenute dallo stesso autore;
  3. marketing e distribuzione dipendono dall’autore, la piattaforma può porre a disposizione degli strumenti, ma tendenzialmente sceglierà l’autore. In tal modo, sarà l’autore stesso a decidere quanto investire.

Per quanto riguarda poi i guadagni diretti dalle vendite, potrebbero non essere immediatamente elevati. Ciononostante, l’auto-pubblicazione di un romanzo o di una qualsiasi altra opera letteraria comportano comunque un’entrata. Sicuramente, le entrate, se inizialmente saranno piuttosto esigue, potrebbero però diventare più elevate, man mano che investirai nell’attività di marketing.

Dunque, grazie ad una buona campagna di auto-promozione, potrai comunque conseguire dei risultati positivi. Ma non ti scoraggiare, sono in molti i romanzieri, poeti o saggisti che, mettendo a frutto le opportunità offerte dal self publishing, hanno ottenuto un grande successo a livello sia di pubblico che di vendite.

Codice ISBN

Legata ai guadagni è la tematica del codice ISBN, ciò in quanto il codice consente ad identificare in maniera univoca i titoli e le edizioni di una determinato autore.

Il codice può essere inserito in un libro in appositi inventari o cataloghi. Quindi è fondamentale soprattutto in fase di distribuzione dell’opera stessa.

Sul punto, sulla base di alcuni accordi conclusi dall’agenzia italiana ISBN, anche gli autori che optano per l’auto-pubblicazione possono registrare le proprie opere ed ottenere i relativi codici ISBN, senza dover necessariamente indicare un editore. Questa modalità si chiama, difatti, “author’s publishing”.

Aprire una partita IVA

Abbiamo dettagliatamente descritto qual è l‘attività di self publishing. Tuttavia, qualsiasi attività che comporta un reddito implica la necessità di adempiere ad una serie di oneri fiscali, oltre che ad aprire una partita IVA.

Ma come si può definire l’attività di un self publisher?

Per l’attività di self publishing bisogna procedere sin da subito. Infatti, ove tu voglia guadagnare, devi provvedere a instaurare dei rapporti con negozi, distributori come Amazon e altri e-commerce o negozi fisici. Dunque, avrai bisogno di una partita IVA.

Inoltre, soprattutto ove tu provveda alla vendita online, questa non potrà essere qualificata come un’attività occasionale. Infatti la vendita di un libro è online 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

L’attività di self publishing non può essere svolta in forma professionale (come freelance per intenderci), ma è obbligatorio iscriversi al Registro delle Imprese e quindi alla Camera di Commercio.

La procedura

Per aprire una partita IVA dovrai presentare istanza all’Agenzia delle entrate, compilando il c.d.  modello AA9/7 (ditta individuale e lavoratori autonomi) oppure modello AA7/7 (società). Nel caso di specie, ti servirà il primo dei due moduli, che troverai disponibile sul sito dell’Agenzia.

La presentazione dei modelli può essere presentata attraverso i seguenti modi:

  • recandosi presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con apposito documento di riconoscimento;
  • invio con raccomandata con ricevuta di ritorno, con in allegato fotocopia del documento di riconoscimento;
  • invio per via telematica, tramite il software apposito che si scarica dal sito dell’Agenzia delle Entrate.

In questo modulo, dovrai indicare il codice Ateco, che dovrai accuratamente adottare. Spesso questa attività è equiparata alla vendita di beni online, in quanto è l’attività più simile a quella del self publishing. In tal caso il codice Ateco: 47.91.10.

Inoltre, dovrai provvedere a due ulteriori adempimenti:

  • la scia: è la comunicazione di inizio attività al comune dove ha sede l’attività. Dovrai indicare la sede della tua attività, che in tal caso coincide con la tua residenza, salvo che tu abbia uno studio o altro locale a disposizione dove lavori;
  • iscrizione al registro imprese: dopo la scia è necessario provvedere all’iscrizione nel registro delle imprese. L’ufficio apposito provvederà al rilascio di un numero di iscrizione della nuova impresa. Tale iscrizione dovrebbe essere gratuita.

Scelta del regime fiscale

Sempre in sede di apertura della partita IVA devi scegliere il regime fiscale per la tua attività di self publishing.

A tal proposito ti consigliamo il regime forfettario costituisce l’unico regime fiscale agevolato, sostitutivo dell’IRPEF, utilizzabile per le partite IVA che vogliono intraprendere una nuova attività o per i professionisti e gli imprenditori individuali che ne rispettano i requisiti di permanenza. 

Il regime comporta numerosi vantaggi. In primo luogo, si applica il regime fisso del 5 o 15%. Questo sicuramente è il principale vantaggio che il regime di tassazione forfettario comporta.

L’imposta sostitutiva è, infatti, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività in presenza di determinati requisiti.

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