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Visti per investitori e founders negli Stati Uniti

Qual è il visto più idoneo per chi vuole fondare una startup in America: suggerimenti e consigli per non sbagliare.

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Avviare una startup negli Stati Uniti da parte di cittadini stranieri rappresenta una grande opportunità. Tuttavia, è importante conoscere perfettamente quale sia l’iter giusto da seguire per non rischiare di partire col piede sbagliato. In particolare, occorre avere le idee chiare riguardo i visti per trasferirsi negli USA da utilizzare per poter fondare il proprio business in tutta tranquillità. Mi riferisco ai visti per investitori e founders.

In questo articolo, fornirò ai futuri founders una panoramica completa sull’argomento, illustrando anche i vari step necessari per conseguire il visto più idoneo. Prima di tutto, occorre chiarire un aspetto importante: per avviare un’impresa negli USA un cittadino straniero non ha bisogno del visto. È possibile avviare un’impresa anche senza un visto che, invece, è necessario se sei un investitore o se desideri trasferirti negli Stati Uniti.

Prima, però, cerchiamo di capire se effettivamente fondare una startup negli Stati Uniti da parte di un cittadino proveniente da un altro Paese sia una scelta così conveniente come sembra.

Il ruolo dei cittadini stranieri nelle startup USA

L’America è, da sempre, la terra delle opportunità per i founders. Questo non solo a causa delle più ampie dimensioni del mercato americano, ma anche per la minore burocrazia e, soprattutto, per la maggiore disponibilità di forme di investimento rivolte alle attività ad alto rischio.

Una recente indagine condotta dalla National Foundation for American Policy (NFAP) ha evidenziato come il 55% delle startup americane del valore di un miliardo di dollari o più sia fondato da immigrati. Senza immigrati, dunque, ci sarebbe meno della metà delle startup da miliardi di dollari negli Stati Uniti!

Inoltre – sempre in base a questo studio – circa l’80% delle società americane definite comeunicorno (aziende private da miliardi di dollari non ancora quotate in Borsa) sono state fondate o co-fondate da immigrati o figli di immigrati. Altre ancora hanno un immigrato con un ruolo di leadership, come amministratore delegato o vicepresidente.

Questi dati mettono in luce in modo evidente quale sia il contributo degli immigrati nelle aziende tech e nell’economia degli Stati Uniti. Dimostrano, dunque, a tutti gli effetti, come sia l’America stessa a trarre vantaggio dall’apertura delle sue porte a cittadini stranieri in cerca di opportunità.

Questo spiega anche perché negli USA spesso si dibatte di politiche di immigrazione sempre più flessibili nei riguardi di founders provenienti da altri Paesi. Ma andiamo ora a scoprire la tipologia di visto consigliata per neoimprenditori e startupper con passaporto non americano.

I visti per investitori e founders stranieri negli USA

Generalmente, esistono due diverse tipologie di visti per investitori e founders negli USA. Si tratta di visti che presentano caratteristiche diverse e che devono essere attentamente valutati prima della richiesta, anche attraverso un professionista esperto.

E-2 Visa: visto per investitori individuali stranieri

Negli USA esistono numerose tipologie di visti. Comprendere, dunque, quale sia quello più adatto alle proprie esigenze potrebbe non essere facile senza avere le adeguate competenze. Per quanto riguarda i founders, in particolare, il visto più frequentemente utilizzato è il cd. E-2 Treaty Investor, anche detto “Visto per investitori”.

Di cosa si tratta? Il visto E-2 per investitori non è che un visto temporaneo garantito per sviluppare e dirigere le operazioni di un’impresa in cui il cittadino straniero ha investito o è in procinto di investire una sostanziale quantità di capitale. Questo visto non ha limiti numerici di rilascio, pertanto, chiunque dimostri di essere in possesso dei requisiti può ottenerlo.

Vediamo di seguito le sue caratteristiche.

Chi può beneficiare del visto E-2?

Per poter beneficiare del visto E-2, il neo imprenditore o founders deve soddisfare alcuni requisiti:

  • Essere cittadino di un paese con il quale gli Stati Uniti mantengono un trattato di commercio e navigazione;
  • Avere investito, o essere in procinto di investire, una notevole quantità di capitale in un’impresa americana. Oppure, in alternativa, trovarsi negli Stati Uniti per sviluppare e dirigere l’investimento. Ciò viene stabilito dimostrando di possedere almeno il 50% della proprietà dell’impresa o di detenere il possesso del controllo operativo attraverso una posizione manageriale o altra carica aziendale (supervisore, dirigente o comunque possessore di competenze altamente specializzate).

In particolare, per “notevole quantità di capitale” s’intende che tale capitale deve essere:

  • Sostanziale in rapporto al costo totale dell’acquisto di un’impresa già esistente o della creazione di una nuova.
  • Sufficiente a garantire l’impegno finanziario dell’investitore per il buon funzionamento dell’impresa, ovvero di entità tale da garantire lo sviluppo ed il successo l’impresa.

Anche i dipendenti dell’imprenditore e i suoi familiari (coniuge e figli non spostati sotto i 21 anni di età) possono richiedere un visto. Ai primi, in presenza dei requisiti di legge, sarà possibile chiedere un visto E2 manager, Executive o Essential Employee, mentre ai secondi un visto E-2 dependant.

Durata del visto per investitori

Il visto E-2 per investitori ha una durata di cinque anni. Il richiedente deve, pertanto, avere l’intenzione di ripartire dagli Stati Uniti al momento della conclusione dell’attività commerciale.

La durata massima di un visto per investitori rilasciato ad un cittadino italiano è di 5 anni. Tuttavia, spetta all’ufficiale consolare decidere se rilasciare o meno il visto per l’intero periodo di cinque anni.

Alla scadenza del visto, l’investitore o i dipendenti possono chiedere di rinnovare il visto. Non vi sono limiti per i rinnovi, a condizione che il richiedente continui a possedere i requisiti necessari a mantenere il suo status. 

Visti B1: investitori per affari temporanei

In alcuni casi, è consentito ai potenziali founders di cercare opportunità d’investimento, firmare contratti e adottare altre misure per acquistare o avviare un’attività mentre sono in viaggio negli Stati Uniti. La categoria di visto B1, in particolare, è riservata a chi viaggia per affari.

I titolari di tale visto non possono sviluppare e dirigere un’impresa mentre si trovano in tale status. La legge stabilisce che “ad uno straniero che cerca investimenti negli Stati Uniti, compreso un investimento che lo qualificherebbe per lo status di investitore E-2, è precluso svolgere lavoro produttivo o partecipare attivamente alla gestione dell’azienda prima di ottenere il visto E-2.”

In altre parole, non è possibile compiere tali attività indipendentemente dal fatto che l’investitore riceva o meno un compenso per il proprio lavoro.

Per quali attività è rilasciato il visto B1?

Le attività permesse attraverso un visto B1 includono:

  • Consultazioni aziendali;
  • Ricerca e negoziazione di contratti;
  • Partecipazione a conferenze, seminari, o workshop;
  • Gestione di investimenti o attività commerciali (a patto che non costituisca un impiego negli USA).

Il visto B1 è generalmente rilasciato per periodi brevi (da pochi giorni a sei mesi), con la possibilità di estensioni.

Confronto tra visto E2 e B1 per investitori e founders negli USA

Rilascio del visto

Il rilascio del visto, in caso di pratica approvata, avviene in media dopo una settimana dalla data del colloquio, presumendo che non sia necessario presentare nessun ulteriore documento. Passaporto e relativo visto saranno restituiti tramite corriere all’indirizzo fornito dal richiedente.

Qualora al richiedente venisse negato il visto per investitore, l’ufficiale consolare provvederà a fornire una lettera descrivendo i motivi del rifiuto.  La decisione dell’ufficiale consolare è definitiva

Qualora il richiedente fosse fermamente convinto che la pratica di visto sia stata erroneamente valutata o se la situazione fosse nel frattempo cambiata, sarà necessario presentare una nuova domanda di visto.

In base alla mia esperienza, sconsiglio di pianificare il viaggio (ad esempio pagare il biglietto aereo o prenotare gli alberghi) senza prima avere la certezza di aver ottenuto il visto. In caso di diniego, infatti, sarai costretto a istruire la pratica da capo con tutto quello che questo comporta.

Conclusioni

In questo articolo/ guida abbiamo visto qual è la tipologia di visto più idonea per coloro che, dall’Italia, intendono fondare una nuova startup negli Stati Uniti. La procedura di richiesta, che può interessare anche i dipendenti e i familiari del founder, non è particolarmente complessa, tuttavia potrebbe comportare alcune difficoltà anche per la quantità di documenti richiesti.

Inoltre, è importante presentare l’istanza in modo corretto fin dall’inizio per non rischiare di perdere tempo prezioso. In caso di rigetto, infatti, la richiesta dovrà essere ripresentata dall’inizio, con ulteriore aggravio di tempo e costi.

Ad ogni modo, vista l’importanza di individuare sin da subito il visto più idoneo in base alle proprie esigenze e alla finalità del proprio viaggio negli USA, sono sempre del parere che la soluzione più rapida ed efficace sia quella di affidarsi ad un legale esperto in diritto dell’immigrazione.

Un professionista nel settore è l’unico in grado di dirimere eventuali indecisioni circa la tipologia di visto da richiedere, riducendo il rischio di errori nella presentazione della domanda stessa ed i tempi di rilascio.

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Fabiana Zangara, è un avvocato specializzato in diritto dell'immigrazione. Laureata in giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", ha poi conseguito un Master of Laws presso la Benjamin N. Cardozo School of Law di New York. Partner dello studio legale ZACA LAW di New York, Fabiana assiste società nazionali, internazionali e multinazionali, nonché privati, con le loro richieste di visto e green cards. E-Mail: fabiana@zacalaw.com

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