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Tasse sugli extraprofitti: potrebbe salire al 33%

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Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha dichiarato che la tassa sugli extraprofitti potrebbe salire anche oltre il 33%. La tassa sugli extra-profitti dell’energia non sta dando i frutti sperati.

Durante un’intervista, Maurizio Leo, ha affermato che:

“Sappiamo che la misura che si applica oggi è del 25% però il regolamentoe uropeo parla di una misura del 33% e quindi a mio modo di vedere possiamo attestarci su quella. O andare un po’ oltre perché lo stesso regolamento effettivamente parla di una misura non inferiore al 33%”.

La normativa attuale stabilisce che, che le imprese energetiche (gas, elettricità e carburanti) in Italia paghino una  tassa del 25% sugli extra profitti maturati dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022, rispetto allo stesso periodo tra il 2020 e il 2021. Con il termine “extra” si intende l’incremento del saldo tra le operazioni attive e passive misurato mediante il differenziale d’IVA.

A cambiare sembra che sia il meccanismo di calcolo. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha chiarito che, la tassa dovrebbe essere misurata sull’utile e non sui flussi IVA anche facendo riferimento a quanto prevede il Regolamento UE.

Tasse sugli extraprofitti: potrebbe salire al 33%

La normativa attuale stabilisce che, che le imprese energetiche (gas, elettricità e carburanti) in Italia paghino una  tassa del 25% sugli extra profitti maturati dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022, rispetto allo stesso periodo tra il 2020 e il 2021. Con il termine “extra” si intende l’incremento del saldo tra le operazioni attive e passive misurato mediante il differenziale d’IVA.

A cambiare sembra che sia il meccanismo di calcolo. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha chiarito che, la tassa dovrebbe essere misurata sull’utile e non sui flussi IVA anche facendo riferimento a quanto prevede il Regolamento UE.

Tuttavia il governo, per finanziare il rincaro del costo dell’energia, come ha spiegato il viceministro:

“Ci auguriamo che il prezzo delle bollette ed il costo dell’energia in qualche modo scendano e lo scenario internazionale si definisca nei primi 3 mesi del 2023. Ma laddove non si definisca, altre risorse si possono intercettare.

Esistono i fondi strutturali 2014-2020 non utilizzati dall’Italia e su questi fondi (circa 5-7 miliardi) si potrebbe ottenere dalla Unione europea la possibilità di utilizzarli”.

Per quanto riguarda la flat tax, il viceministro ha ribadito che sia “verosimile” la soglia di 85.000 euro e che la progressività dell’imposta sarebbe salvaguardata grazie al meccanismo delle detrazioni/deduzioni. Ti consigliamo di leggere anche: “Tregua fiscale: condono cartelle fino a 1000 euro, 50% fino a 3000 euro”.

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