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Come cambieranno le detrazioni fiscali? Le ipotesi del Governo

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Il governo potrebbe apportare alcune modifiche al sistema delle detrazioni e deduzioni fiscali che riducono le tasse. Questa notizia è contenuta nel “Rapporto programmatico sulle spese fiscali” allegato alla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza del governo. In particolare, potrebbe cambiare la soglia di reddito, abbassando a 60.000 euro il tetto massimo entro cui è possibile fruire dei rimborsi pieni.

Le norme attuali prevedono che, superati i 120.000 euro di reddito, la detrazione sia riconosciuta ad un importo inferiore. Man mano che il reddito sale la detrazione scende, fino ad azzerarsi per i contribuenti sopra i 240.000 euro. Sul tavolo del governo, secondo alcune affermazioni riportare dal “Il Sole 24 Ore“, ci sarebbe l’intenzione del governo di dimezzare queste soglie. Si va verso un possibile taglio degli sconti IRPEF oltre i 60.000 euro di reddito. A confermare l’intenzione del Governo è il Sottosegretario all’Economia, Federico Freni.

In sintesi:

  • Detrazione piena fino a 60.000 euro;
  • Detrazione ridotta gradualmente tra 60.000 euro e 120.000 euro;
  • Detrazione azzerata per redditi superiori a 120.000 euro.

Resta però da definire la soglia a partire dalla quale potrebbero ridursi gli sconti fiscali: il limite di 60.000 euro divide le stesse forze di maggioranza. Confermate le novità sul superbonus, che dal 1° gennaio dovrebbe passare al 90 per cento e riaprire alle unifamiliari, seppur con limiti di reddito.

Come cambieranno le detrazioni fiscali?

Dal 2020, la detrazione d’imposta per alcune delle spese cambia sulla base all’importo del reddito complessivo, ovvero, spetta per intero ai titolari di reddito complessivo fino a 120.000 euro mentre in caso di superamento di tale reddito, il credito decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito pari a 240.000 euro.

L’intenzione di mettere mano alle detrazioni e le deduzioni è contenuta nel “Rapporto programmatico sulle spese fiscali” allegato alla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza del governo. “Il riordino delle tax expenditures può essere compiutamente definito solo all’interno di un più ampio e organico disegno di riforma fiscale”. A confermare l’intenzione del Governo è stato il Sottosegretario al Ministero dell’Economia, Federico Freni, in un’intervista a Radio24 il 7 novembre 2022.

Una delle ipotesi del Governo è che la soglia attualmente fissata a 120.000 euro, venga di fatto dimezzata, fino ad arrivare al totale azzeramento di detrazioni e deduzioni fiscali una volta toccati i 120.000 euro.

Ancora non c’è niente di certo e sicuro. Sulla riforma delle detrazioni fiscali pare infatti che non ci sia il consenso all’interno della maggioranza. Tale riforma non cambierebbe molto sulle tasse da pagare per i redditi medio/alti. 

Le spese per le quali la detrazione cambia sulla base al reddito attualmente sono definite dall’art.15 TUIR, tra le principali:

  • spese veterinarie;
  • funebri;
  • spese d’istruzioni;
  • affitto per studenti fuori sede;
  • spese per servizi di interpretariato dai soggetti sordi;
  • canoni di leasing di immobili da adibire ad abitazione principale;
  • per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici;
  • le erogazioni liberali per attività culturali e artistiche, in favore di enti cooperanti nello spettacolo, in favore di istituti scolastici di ogni ordine e grado, per l’ammortamento di titoli di Stato, in favore delle onlus;
  • premi per assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni, premi per assicurazioni per tutela delle persone con disabilità grave, premi per assicurazioni per rischio di non autosufficienza, premi per rischio eventi calamitosi per assicurazioni stipulate contestualmente alla cessione del credito per il sismabonus 110%.

Altre riforme del Governo

Tra le altre riforme sul piano di lavoro del Governo c’è anche la flat tax. Per le partite Iva e i professionisti si partirebbe con un rafforzamento. L’intenzione è di alzare la soglia di reddito, che dà diritto a pagare un’aliquota del 15%, portandola da 65.000 euro fino a 85.000 euro.

Il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha dichiarato che: “Cominciamo assolutamente con autonomi e partite Iva, cominciamo con innalzare la soglia da 65.000 a 100.000 euro, forse qualcosina meno, potremmo fare 85/90.000, dipenderà anche da alcune variabili macroeconomiche”.

Per i lavoratori dipendenti il meccanismo sarebbe inverso. La flat tax del 15% non si pagherebbe fino ad una certa soglia di reddito, ma solo su un reddito aggiuntivo. Pertanto, se il prossimo anno un lavoratore dipendente  dichiarasse più di quanto dichiarato in media negli ultimi tre anni, su il reddito aggiuntivo potrebbe vedersi applicata l’aliquota scontata.

Il problema maggiore della Flat tax è riportato nella Relazione sull’evasione fiscale allegata alla NADEF: “L’analisi statistica conferma per il 2019 un effetto di autoselezione dei contribuenti con ricavi e compensi sotto la soglia massima di 65mila euro per beneficiare dell’agevolazione prevista. Possibile una tendenza a sotto dichiarare i ricavi per non superare i 65mila euro”.

Inoltre, occorre fare menzione anche dell’introduzione del “quoziente familiare”, in cui le aliquote d’imposta si basano sul reddito familiare diviso per il numero di componenti, corretti per una scala di equivalenza.

Da definire poi anche la riduzione del Superbonus al 90%.

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