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Risparmio energetico 2024, che ruolo hanno le ESCO

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Già a partire dal 2024 si assisterà ad un’importante novità per quanto riguarda i bonus legati al risparmio energetico. Ruolo centrale sarà ricoperto dalle ESCo.


bonus fiscali previsti per il risparmio energetico sono destinati a cambiare ma le modifiche con tutta probabilità non avverranno prima del 2025. Prima dei cambiamenti del 2025, contributi come Superbonus ed Ecobonus vedranno una modifica sostanziale già nel corso del prossimo anno grazie alle “ESCo”, società che si occupano di efficientamento energetico chiavi in mano dalle quali passeranno tutte le agevolazioni. In Italia sono 1.025 queste compagnie e operano su grandi immobili strumentali e anche su condomini.

Le soluzioni che si potranno adottare per mettere in atto il risparmio energetico e l’efficientamento sono sostanzialmente tre: il superbonus, l’ecobonus e il bonus infissi. Vediamo dunque di capire cosa cambia e in che modo diventa centrale il ruolo delle ESCo.

I bonus sul risparmio energetico

Per quanto riguarda il superbonus a partire dal 1° gennaio 2024 potrà riguardare solo lavori condominiali e il rimborso avverrà, salvo modifiche dell’ultimo momento, al 70% delle spese detraibili anche per chi ha i lavori già in corso. A ciò va aggiunta che se la presentazione della Cilas per i lavori è posteriore al 17 febbraio 2023 non si può usufruire di cessione di credito e sconto in fattura. In pratica, chi non ha ancora cominciato i lavori non ha nessun interesse ad avviarli ora.

Altro contributo di cui si può usufruire è l’ecobonus standard: per tutto il 2024 sarà in vigore questa misura, con le agevolazioni che possono arrivare anche al 75% per i lavori in condominio e in alcuni casi, come per il cambio della caldaia, è possibile usufruire del 50% del bonus ristrutturazioni. Infine, rispettando determinati parametri di accessibilità, è possibile, in questo caso fino a tutto il 2025, cambiare gli infissi usufruendo del bonus barriere architettoniche, con rimborso del 75% in cinque anni.

ESCo: perchè il loro ruolo sarà cruciale

Sul piano dei bonus riguardanti il risparmio energetico è prevista un’importante novità. Le agevolazioni, d’ora in avanti, non saranno più erogate direttamente ai contribuenti ma i lavori saranno effettuati dalle ESCo (l’acronimo sta Energy Service Company) sulla base di accordi con un partner operativo che l’Esecutivo dovrà identificare.

Come abbiamo anticipato si tratta di società che si occupano di efficientamento energetico chiavi in mano in cambio di un corrispettivo, come l’incasso di parte della spesa risparmiata per un certo numero di anni. Ovviamente con un contratto di questo tipo l’ESCo ha tutto l’interesse a mettere in campo i sistemi migliori per rendere più performante l’impianto di riscaldamento. Riportiamo un esempio esposto dal Corriere della Sera: ipotizzando un immobile che consuma attualmente 5000 metri cubi di metano all’anno, se con il suo intervento una ESCo riesce a fare in modo che il consumo scenda a 4000 incasserà il corrispettivo dei 1000 metri cubi risparmiati.

ESCo certificate in Italia

Le ESCo certificate in Italia e da Accrdia, l’Ente italiano di accreditamento, sono attualmente 1025. Le ESCo tipicamente operano su grandi immobili strumentali (palazzi per uffici ecc) ma da qualche anno propongono i loro servizi anche ai condomini. Qui però, perlomeno stando alle anticipazioni di quello che si intenderebbe fare, ci troviamo di fronte a un punto debole del progetto. L’intenzione sarebbe quella di dare i contributi unicamente a famiglie al disotto di una certa soglia di reddito. E fin qui nulla da dire perchè sarebbe un’operazione di giustizia sociale, nella realtà però si scontra con il fatto che i risultati di gran lunga migliori in termini di risparmio si ottengono con i lavori che riguardano tutto l’edificio e non solo le singole unità immobiliari, e ovviamente nessun condominio darebbe il via libera a lavori costosi solo per favorire i condomini con minor reddito. Se confrontiamo i dati del Superbonus con quelli degli anni precedenti e riguardanti l’Ecobonus ordinario si scopre che solo una quota minima di interventi, ad esempio, riguardava il cappotto termico, perché anche con un contributo che può arrivare anche al 75% (in dieci anni) interessava poco. Situazione diversa ovviamente senza contributo.

L’intenzione dunque, da quanto emerge, sarebbe quella di favorire soprattutto coloro che hanno un minor reddito, ma in concreto non è applicabile se i lavori devono riguardare un intero edificio.

I dubbi

In base alle anticipazioni che conosciamo emergono alcuni dubbi. Il primo è che le risorse a disposizione sarebbero di 460milioni di euro. Se immaginiamo quindi un’elargizione di 30 mila euro a famiglia fanno poco più di 15mila interventi. Sicuramente è un passo in avanti ma è difficile pensare che con questi numeri si possa risolvere in maniera significativa il problema dell’inquinamento.

Il secondo riguarda i limiti di reddito. Se si adoperassero gli stessi criteri adottati per agevolare le villette con il Superbonus nel 2023 si ricorrerebbe al quoziente familiare sulla base di un reddito di 15mila euro annui. Certo è basso ma con le risorse messe in campo, che come risaputo sono piuttosto risicate, probabilmente molto oltre non si potrà andare.

Conclusioni

Restano per il 2024 ancora alcuni bonus fiscali legati al risparmio e all’efficientamento energetico. Vengono però apportate alcune modifiche, con l’attribuzione di un ruolo centrale alle ESCo, per il tramite delle quali passeranno le agevolazioni. Restano in particolare il superbonus, l’ecobonus e il bonus infissi ma i lavori saranno effettuati da queste società che si occupano di efficientamento energetico, tramite accordi con partner individuati dal Governo.

L’ottica è sempre quella di portare sempre più immobili alla riduzione dell’inquinamento ma, nonostante l’intento positivo, restano alcuni dubbi. Tra questi le risorse non così significative messe a disposizione per finanziare i citati bonus, oltre ai limiti di reddito fissati per poter godere delle agevolazioni.

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